Mobile first indexing: come indicizza Google
Nei mesi scorsi si è parlato tanto di mobile first indexing a seguito dell’annuncio di Google che ne decretava l’ufficialità.
Partiamo proprio dalle parole spese da Google nel Webmaster Central Blog per sintetizzare a chiare lettere il passaggio a questo nuovo indexing.
Annuncio di Google:
To recap, our crawling, indexing, and ranking systems have typically used the desktop version of a page’s content, which may cause issues for mobile searchers when that version is vastly different from the mobile version. Mobile-first indexing means that we’ll use the mobile version of the page for indexing and ranking, to better help our – primarily mobile – users find what they’re looking for.
Si capisce chiaramente che il “rolling out” del mobile first indexing di Google significa: “useremo la versione mobile della pagina per l’indicizzazione e il ranking, per aiutare maggiormente i nostri utenti – soprattutto mobili – a trovare ciò che stanno cercando”.
Il mobile first indexing, il cui lancio è avvenuto il 26 marzo 2018, comporta dei cambiamenti alla fase di crawling e indexing, ma non interviene direttamente sui fattori di ranking.
Chiunque sia proprietario o gestisca un sito web deve prestare attenzione alle nuove disposizioni e best practice per adeguarsi al nuovo sistema di mobile first indexing.
Ma cerchiamo di capire passo passo cosa significa mobile first indexing e quali cambiamenti comporta per i siti web.
Da desktop first indexing…
Il rolling out del mobile first indexing rappresenta una modifica fondamentale nel modo in cui Google sta pensando al contenuto dei siti web e a come dare la priorità al crawling e all’indicizzazione. Fino a prima del lancio del mobile first indexing il sito desktop era considerato la versione primaria e il sito mobile era considerato come una versione “alternativa”.
Considerare la versione desktop come quella primaria significava che il sito desktop era oggetto principale di studio e di lavoro dei SEO e dei team di marketing, in quando rappresentava la versione più completa di un sito web. Alla versione mobile, invece, erano dedicati: contenuti più leggeri, struttura e markup non allo stesso livello, così come una ricezione inferiore di backlink e di attenzione estera.
… a mobile first indexing
Il passaggio al mobile first indexing non si tratta di un cambiamento improvviso. In generale di maggiore attenzione al mobile si sente parlare già dal 2015 con il Mobilegeddon.
Parecchio tempo prima del lancio, Google ha iniziato la sperimentazione su un ristretto numero di siti selezionati in base criteri ben definiti. Nel giugno 2017 Gary Illyes, Google webmaster trendy analyst, ha dichiarato “ci vorranno probabilmente alcuni anni prima di raggiungere un indice solo mobile-first“. Questa finestra temporale permetterà ai webmaster di preparare i loro siti per gli utenti mobile. Ha inoltre specificato che il passaggio al mobile first indexing non avrebbe significato uno “stop ranking” dei contenuti desktop, rassicurando la sua audience sul significato di mobile-first:
“Mobile-first means mobile first. It only means that we’ll look for mobile content first”
Mobile first indexing: come funziona?
“Mobile-first indexing is exactly what it sounds like”
Prendo a prestito le parole di Bridget Randolph per Moz che spiega “l’indicizzazione mobile first è esattamente come sembra”. Utilizza uno schema semplificativo per rappresentare “come ragiona” il nuovo indexing. Mobile first indexing significa che la versione mobile del tuo sito web diventa il punto di partenza per ciò che Google include nel suo indice, è la linea guida per il modo in cui determina il ranking.
Si chiama mobile-first e non “mobile-only” perché: per esempio, se un sito non ha una versione mobile-friendly, sarà il desktop site ad essere ancora incluso nell’indice. Certo, la mancanza di un’esperienza mobile friendly potrebbe avere un impatto negativo sul ranking di quel sito, e un sito con una migliore mobile experience potrebbe potenzialmente ricevere una crescita nelle classifiche anche per chi cerca da desktop.
Con l’introduzione del mobile first indexing cambia la costruzione dell’indice di Google. Quest’ultimo è calcolato a partire dal crawl delle web pages, da una prospettiva mobile-user, tramite smartphone user-agent, invece di un crawler per il desktop. Lo smartphone crawler esegue la scansione per l’80% del tempo, mentre il bot del desktop per il restante 20% del tempo. Tutte le pagine web sono giudicate indipendentemente (che si tratti di un sito desktop o mobile), indicizzate e classificate in base al crawling da parte di uno smartphone crawler.
Mobile first indexing: perché questo cambiamento?
Il mobile first indexing dimostra, al di là dei “tecnicismi”, un cambiamento di pensiero, sia da parte dei consumatori che di Google, riguardo al modo principale di navigare sul web. Il desktop non è più la priorità, l’uso dello smartphone è “esploso” e Google sta rispondendo a questo dato di fatto. Come sempre Google va incontro alle esigenze degli utenti. Già nel 2015 John Mueller si lasciò scappare alla comunità SEO “be consistent” come miglior consiglio per i fattori di ranking. Parlò di consistency, quindi di coerenza del contenuto in risposta alla ricerca che l’utente esprime. L’integrità di un sito è la caratteristica più importante, tutto ciò che la rafforza è quindi premiante.
Con il concetto di mobile first, Google predispone le condizioni per rendere la ricerca di informazioni il più veloce e immediata possibile ed è indispensabile quindi dare risalto ai contenuti che meglio rispondono alla consumer mobile experience e assecondino le abitudini degli utenti.
Un esempio è la geolocalizzazione dei risultati di ricerca, accolta a braccia aperte dal mobile marketing e dalla mobile customer experience.
E’ fondamentale che anche imprenditori, professionisti del marketing, agenzie SEO, SEO manager, o chiunque possieda un sito web sposi il concetto di mobile first.
Sempre più ricerche provengono da un dispositivo mobile e per dare a questi utenti un’esperienza migliore, Google aggiorna il suo algoritmo per agevolare sempre più la fruibilità dei contenuti, con particolare attenzione ai mobile results.
E’ tuttavia importante precisare che con il mobile first indexing Google lavora a un unico index con i risultati di ricerca, non crea un indice separato per desktop e mobile, ma si affida principalmente al mobile come suggerisce l’espressione stessa: mobile-first index.
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Versione mobile vs versione desktop: dati alla mano
Per inquadrare le dimensioni del mobile first indexing è utile fare un passo indietro e avvalersi delle statistiche che descrivono i volumi di utenti, ad oggi, utilizzatori di internet e in particolare la quota che ricopre la navigazione da mobile device.
Detto ciò partirei dai valori assoluti, come rappresentato dalla grafica di Statista dove appare evidente la distribuzione geografica della mole di popolazione worldwide che utilizza quotidianamente la rete. I dati risalgono a dicembre 2017, come emerge la Cina si classifica al primo posto con 772 milioni di utenti internet, oltre il doppio rispetto agli Stati Uniti.
A corredo di questo grafico basti pensare che la cifra di utenti internet in tutto il mondo si attesta su 3,49 miliardi di persone. Considerando che la popolazione terrestre è stimata a circa 8,5 miliari significa che oltre il 41% della popolazione mondiale è interconnesso attraverso l’uso di internet.
Scendiamo ora più nel dettaglio per capire com’è distribuito il traffico tra desktop e mobile. Sappiamo che il superamento ufficiale del traffico da desktop a favore del traffico da mobile è avvenuto ormai un paio di anni fa, nel 2016, come evidenziato da una ricerca ComScore e dal grafico di StatCounter Global Stats. Sempre ComScore ha analizzato separatamente il tempo speso in navigazione da parte di desktop user e mobile user ed emerge come questi ultimi trascorrano il doppio dei minuti rispetto agli utenti di siti web, anche se sono dati destinati ad un costante aggiornamento.
Ma oggi? Quanto pesa il mobile rispetto al desktop?
Ci vengono in soccorso nuovamente le grafiche di Statista e di StatCounter che descrivono una crescita esponenziale del traffico da mobile. L’utilizzo di dispositivi mobili ha avuto il sopravvento soprattutto in aree del pianeta difficilmente raggiungibili da una rete fissa e dove gli smartphone rappresentano una soluzione più economica e pratica per la fruizione di internet.
Focalizzandoci sui dati più recenti, settembre 2018, si nota come la quota di traffico da mobile sia arrivata al 52% contro il traffico desktop che si riduce a 44%.
Mobile first: cosa facciamo con lo smartphone?
A proposito di evoluzione e di cambiamenti è curioso fermarsi a riflettere su come sia cambiato velocemente anche l’uso stesso che facciamo dei nostri smartphone.
La preoccupazione di Google è, come già accennato, quella di agevolare l’utente e di migliorare continuamente la sua user experience al grido univoco di mobile first. Credo che uno spunto di riflessione ci arrivi proprio dall’utilizzo quotidiano che facciamo dello smartphone.
Telefonare non è nemmeno nella top ten degli utilizzi più comuni che facciamo del nostro smartphone; è stato rilevato da una ricerca condotta su un campione di 2.000 britannici smartphone user (Mobiles.co.uk – 2017). Non sorprende che si siano ridotte così tanto le chiamate se si pensa alle applicazioni e funzioni che hanno gli smartphone, soprattutto nelle ultime release. Lo smartphone è: navigatore, orologio, macchina fotografica, portafoglio, TV oltre che un telefono.
La classifica dei principali utilizzi quotidiani dello smartphone, stando a quando rileva questa singola ricerca condotta in UK è:
- Text
- Camera
- Reading news
- Online shopping
- Checking the weather
- Banking
- Watching videos on YouTube
Questa fotografia, seppur circoscritta e limitata, rappresenta un tassello all’interno dell’evoluzione che sfocia nel modo di pensare “mobile first” e, anche se indirettamente, nel mobile first indexing. L’utente ha bisogno di contenuti facilmente fruibili dallo schermo dello smartphone visto che rappresenta la sua principale interfaccia con il mondo esterno, in particolare se pensiamo alla lettura delle news.
Mobile first indexing: tutte le casistiche
C’è a disposizione una tabella creata da Google con tutte le casistiche e gli impatti generati dal mobile first indexing:
In sintesi, per capire se stai seguendo le best practice di Google per il mobile-first indexing dovresti riuscire a rispondere a queste domande:
- Il contenuto è presente sul sito mobile?
- La struttura del sito web è la stessa per il mobile?
- Hai implementato correttamente alternate/canonical tag anche su mobile?
- Hai implementato correttamente desktop/mobile redirect?
Mobile first indexing: chiarimenti di Google
A fronte di una leggera confusione che si era creata nei mesi successivi al rolling out del mobile first indexing, nel giugno 2018 Google ha twittato alcuni chiarimenti
Riporto qui di seguito le principali evidenze che smontano i “falsi miti” generati dal cambiamento:
- URL con indicizzazione mobile first indexing
Se si hanno URL diversi per il mobile rispetto al desktop, Google mostrerà ai mobile user l’URL mobile e ai desktop user l’URL desktop. In entrambi i casi, il contenuto indicizzato sarà la versione mobile del sito, anche se Google mostra l’URL del desktop. I siti che sono progettati con un unico URL per mobile e desktop non devono preoccuparsi di questo aspetto.
- Cambiamenti del crawling
Google ha detto che il crawl rate non cambierà complessivamente, ma l’equilibrio si sposterà per lo più alle pagine mobili scansionate e non desktop. Google può anche aumentare temporaneamente il crawling quando reindicizza il sito web.
- Cache bug
Attualmente (giugno 2018) c’è un bug con la cache di Google, quando un sito viene indicizzato mobile first, il link alla cache di Google a volte può restituire una pagina vuota. Questo è un bug su cui Google sta lavorando e ha un impatto zero sull’indicizzazione e sul ranking.
- All’indicizzazione mobile-first non è correlato l’aggiornamento della velocità
L’aggiornamento della velocità, di luglio, non ha nulla a che vedere con il mobile first indexing. Certo, resta un’indicazione valida per Google che dice di rendere il sito veloce, specialmente per gli utenti mobili, ma l’aggiornamento della velocità non è direttamente correlato all’indicizzazione mobile first.
Concessioni per l’interfaccia utente mobile
I mobile website che utilizzano menu a fisarmonica, hamburger menù o simili per rendere i contenuti meno invadenti nell’interfaccia utente smartphone sono perfetti.
- Non è obbligatorio avere un sito mobile-friendly
Per essere incluso nel mobile first indexing il sito web non necessita di essere mobile-friendly o responsive. In effetti, i primi siti a passare al mobile first indexing sono stati i siti web solo per desktop. Questo non toglie che Google abbia ampiamente chiarito che è ora abbandonare il desktop-only e “abbracciare il mobile”
- Il mobile first index non è un fattore di ranking
Il passaggio al mobile first indexing non concede un posizionamento migliore in Google Search. Essere mobile-friendly è un fattore di ranking sul mobile, ma non relazionato alla presenza del sito nel mobile first index.
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Mobile first indexing: come verificare il proprio sito?
Google mette a disposizione in particolare due strumenti fondamentali per poter monitorare il proprio sito: Google Analytics e Google Search Console. Innanzitutto Google Analytics permette di rilevare la provenienza del traffico al sito e il device con cui l’utente naviga, questo già aiuta a decifrare che tipo di versione viene consultata principalmente.
Abbiamo detto che con il mobile first indexing viene indicizzata la versione mobile di un numero sempre maggiore di siti. Questo non significa necessariamente un grande cambiamento per tutti in termini di ranking, Google segnala infatti in Google Search Console se viene indicizza la versione mobile del proprio sito. Questo vuol dire che Google determina, in base al contenuto disponibile sul sito mobile, la “classifica” – sia su desktop che su mobile.
Sembra un cambiamento radicale, ma se parliamo ad esempio della maggior parte dei siti WordPress le conseguenze sono minime perché per lo più i siti realizzati con questo CMS hanno un design responsive, così come il nuovo Google sites. Questo significa che viene visualizzato lo stesso contenuto sia da mobile che da desktop.
Oltre alle best practice, Google mette a disposizione un test per verificare se il proprio sito web o landing page è mobile friendly. Basta inserire la url e attendere il report. Certo, non è necessario avere una versione mobile per poter essere ugualmente indicizzati perché Google, in sua assenza, utilizza la versione desktop, ma di sicuro è molto difficile entrare nel ranking se non si può contare su un sito mobile friendly. Questo test aiuta a capire se il sito possiede i requisiti minimi.
Mobile first indexing e mobile friendly
Sebbene Google abbia chiarito che non sia obbligatorio avere un sito mobile friendly ai fini del mobile first indexing, tuttavia al giorno d’oggi non disporre di un sito mobile friendly si può definire quanto meno anacronistico.
Essere mobile friendly rappresenta una condizione favorevole per il ranking, avere dei contenuti facilmente fruibili da smartphone e da tablet è rilevante per la permanenza dell’utente sul sito. Ci sono tre aspetti in particolare che si possono subito verificare e curare per muoversi in direzione mobile friendly e rendere migliore la mobile experience:
- User Experience: per via dello schermo piccolo, la versione mobile necessita di un design differente dal desktop. E’ necessario aiutare l’utente a navigare il sito quindi sono ottimi gli hamburger menù o i menù a fisarmonica che racchiudono i contenuti.
- SEO Copywriting: è fondamentale curare la scelta del font, grande e chiaro. Frasi brevi e suddivisione del testo in paragrafi corti, oltre a una buona dose di spazi bianchi
- Snippet: ottimizzazione dell’anteprima dello snippet mobile, soprattutto se la maggior parte del traffico al sito proviene dalla ricerca mobile
Di seguito sono un breve accenno ad altri accorgimenti mobile SEO per curare il proprio sito in ottica mobile friendly:
- Assicurarsi che il sito sia responsive (mobile design)
- Migliorare la velocità del tuo sito
- Non bloccare i codici JavaScript, HTML e CSS
- Non utilizzare interstitial o pop-up (ingombranti)
- Non usare troppi redirect
- Scegliere la larghezza corretta della pagina
- Verificare se è mobile friendly
- “Dialogare” con Google usando Google Search Console
- Utilizzare Accelerated Mobile Pages (AMP)
- Se sei un Publisher, un Advertiser o se hai un e-commerce devi utilizzare le AMP Stories
Conclusioni
Per concludere riprendo le parole di Google a proposito di mobile first indexing: “Mobile-first means mobile first. It only means that we’ll look for mobile content first”. Significa letteralmente che vengono considerati in primis i contenuti mobile in fase di indicizzazione.
Non si tratta di una “novità” inaspettata in quanto tutte le evoluzioni che Google ha proposto e lanciato negli ultimi anni sono in direzione mobile-first e aggiungerei user-first: aiutare sempre gli utenti a trovare quello che stanno cerando.
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Sono attratta da tutto ciò che riguarda la comunicazione, in particolare dal mondo del digital marketing. Laureata in ambito comunicazione, amo le favole, i racconti e quello che fa sognare.
articolo super completo!!! c’è da dire che nel mondo web non ci si annoia mai!!
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Grazie Mila!
Grazie Mila!
Articolo molto chiaro ed esauriente.
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