Too Good To Go “troppo buono per essere buttato” è l’app che fa la guerra allo spreco alimentare e che fa contenti utenti, negozianti e ambiente. Tutto gira intorno alle Magic Box, vere e proprie sporte della spesa, contenenti assortimenti di prodotti e piatti freschi, rimasti invenduti a fine giornata che altrimenti finirebbero al macero. Tramite l’app l’utente sceglie il punto vendita che preferisce, paga online, e in base alla fascia oraria indicata dal commerciante recupera il suo ordine. Il negoziante così ha la possibilità di vendere rimanenze di magazzino e recuperare i costi dei prodotti invenduti, l’utente di acquistare prodotti ad un prezzo scontato fino al 60% da quello di partenza e l’ambiente ne guadagna in termini di riduzione di anidride carbonica immessa in atmosfera e anche di spreco delle risorse impiegate per la produzione e la distribuzione del cibo.
Eugenio Sapora, Country Manager di Too Good To Go, spiega come questa app non sia un semplice ponte che collega acquirenti, commercianti e un luogo dove si incontrano domanda e offerta, ma ambisce a diventare un punto di riferimento nella lotta allo spreco alimentare a favore dell’ambiente. Il piano prevede un rapido sviluppo, anche attraverso l’uso dei canali social in ottica di digital acquisition di nuovi utenti e attività di Digital PR e PR offline, per diventare il top of mind nella testa degli italiani nell’ambito della lotta allo spreco alimentare.
Per poter realizzare progetti di questa portata, oltre a una visione di ampio respiro del settore in cui si intende operare, è indispensabile sapere integrare e guidare strategie a livello web, social e mobile. Abilità queste che si possono acquisire frequentando il Master Web Marketing e Social Media di Digital Coach®.
Come è nata l’idea di Too Good To Go?
Too Good To Go è un’idea che prende origine dal nord europeo. Siamo negli anni 2013-2015 quando inizia a evolvere una coscienza più ambientalista, che si sposa molto bene con tutto quello che è l’avanzare della tecnologia – smartphone, app, geolocalizzazioni… –. In diverse parti di Europa nascono idee per provare a utilizzare la tecnologia per sostenere in modo serio la lotta contro lo spreco alimentare e cercare di portarla ad altri livelli. Prendono forma così diversi progetti, fra i quali quello portato avanti da alcuni ragazzi di Copenaghen che hanno sviluppato un prototipo dell’app a cui hanno dato il nome di Too Good To Go con l’intento di unire i negozianti con le persone che vogliono recuperare il left over (ndr rimanenze) della giornata.
Come funziona la vostra app?
È molto semplice: da una parte abbiamo lo store e dall’altro l’utente. A fine giornata lo store ha degli avanzi che rischiano di diventare spreco alimentare. Infatti una parte del cibo una volta arrivata all’orario di chiusura del negozio, il giorno dopo non è più consumabile. Basti pensare al cornetto per la colazione, al panino imbottito o al trancio di pizza del pranzo fino ad alcuni latticini e a tutti quei prodotti con data di scadenza che il giorno successivo non sono più vendibili.
Se invece si riesce a dare una nuova vita all’invenduto, proponendolo a un prezzo ridotto al consumatore che vuole acquistarlo, il gioco è fatto. Si raggiunge il famoso win-win-win. Da un lato, il negoziante che stava per buttare gli alimenti avanzati riesce a rivalorizzarli, trasformandoli in guadagno. Dall’altra parte, l’utente riesce ad acquistare a 1/3 del prezzo di origine un prodotto che fino al minuto prima era in vendita e che il giorno dopo non potrà più esserlo, ottenendo così un importante vantaggio. Infine il terzo grande winner è l’ambiente. Contrastando in modo efficace lo spreco alimentare, si riesce a dare un notevole contributo al nostro ambiente. Infatti ogni Magic Box, il sacchetto di invenduti misti, che grazie alla app riusciamo a vendere, costituisce ben 2,5 kg di CO2 in meno immessi in atmosfera.
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Too Good To Go però non ha inventato la lotta contro lo spreco alimentare. I supermercati, ovviamente mossi da un’esigenza economica, la fanno da sempre attraverso le offerte speciali con le quali cercano di spingere un prodotto che arriva a scadenza e che altrimenti andrebbe smaltito. Anche questa di fatto è lotta contro lo spreco alimentare.
Non è stata neanche la prima app dedicata a questa missione. In Italia a inizio 2014 ne esisteva un’altra, nata a Torino, ma che non è riuscita a decollare.
Rispetto a quelle che l’hanno preceduta, la nostra app è riuscita ad affermarsi proprio grazie alla Magic Box: una confezione di invenduti misti di cui l’utente non conosce l’esatto contenuto fino al momento del ritiro. Dal punto di vista degli utenti c’è anche un po’ di attivismo contro lo spreco di cibo e a favore dell’ambiente. Infatti, soprattutto all’inizio, la fetta importante degli user era rappresentata da chi voleva risparmiare e da chi intendeva dare una mano concreta all’ambiente.
Per il negoziante è sufficiente collocare all’interno delle Magic Box tutto quello che avanza mettendolo a disposizione degli utenti della app, senza la necessità di attività impegnative per fotografare l’invenduto e caricare le immagini sulla piattaforma insieme ad altre informazioni. Questa operazione, che richiede solo una manciata di minuti, rappresenta la chiave di svolta rispetto alle esperienze precedenti. La domanda c’è, l’offerta si crea e si lavora in un mercato di nicchia, ma pur sempre un mercato, che è quello della lotta allo spreco alimentare.
Quali sono i target di Too Good To Go?
Non ci rivolgiamo solo ai 20.000 attivisti presenti sul territorio nazionale, ma a 60 milioni di italiani. E questa è un’altra importante caratteristica di Too Good To Go.
Il nostro è un pubblico di massa e vogliamo arrivare in tutti gli angoli della nostra penisola. Questo fa già capire che la nostra comunicazione non è orientata esclusivamente all’ambiente e agli SDGs (ndr – Sustainable Development Goals, ovvero obiettivi per lo sviluppo sostenibile), che possono interessare un pubblico di nicchia, ma cerchiamo di parlare a tutti occupandoci di food con accenni di sostenibilità, ricordando i dati dello spreco alimentare, usando un tono friendly e affrontando tematiche che siano alla portata di tutti.
Se vogliamo andare più nello specifico a livello di target, abbiamo un forte appeal sui millennials quindi sulla fascia che va dai 20 ai 40 anni, ai quali si aggiungono anche utenti tra i 40 e 60.
Quali sono le strategie che utilizzate per coinvolgerli?
L’Italia è l’ultimo grosso paese europeo dove l’app è arrivata, nel 2019, e all’inizio è stato tutto molto spontaneo, perché Too Good To Go era attesa e già conosciuta, soprattutto nelle grandi città come Milano. Al momento del lancio infatti un’utenza c’era già anche senza fare troppa pubblicità.
La campagna marketing predisposta per il lancio era gigantesca, perché la nostra preoccupazione più grande era il diverso grado di sensibilità dell’Italia rispetto ad altri paesi nord europei nei confronti delle tematiche green. Preoccupazione svanita al momento del lancio durante il quale più o meno l’80% delle Magic Box sono state vendute, a conferma dell’esistenza di un’utenza già pronta ad accogliere la app.
Questo ci ha permesso di crescere velocemente, ma ora ci ha messo nelle condizioni di dover avere sempre più utenti. Pur espandendoci in maniera organica molto bene soprattutto grazie al passaparola, ora questo non più è sufficiente. L’offerta è molta perché sono tanti gli store aderenti e il volume delle Magic Box da vendere è consistente, per questo bisogna iniziare a fare advertising.
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Qual è il canale che fa crescere la community?
Ad oggi, i principali canali di digital acquisition di Too Good To Go sono Instagram, al primo posto, seguito da Facebook. Sono canali tradizionali che, nell’ottica di quanto detto prima, arriverà un momento in cui non saranno più sufficienti. Finché questa formula funziona è bene proseguire, ma siccome adesso abbiamo un milione e mezzo di utenti e a fine dell’anno prossimo, da business plan, dobbiamo raggiungere quota 5 milioni, anche se il digital sta funzionando, per portate tutte queste persone sulla nostra app non dobbiamo limitarci.
Dobbiamo pensare a canali alternativi, nuovi, come TikTok: una app che è in piena ascesa, che non va vista esclusivamente come il canale dedicato ai balli degli adolescenti. Infatti, tutti i grossi influencer si stanno spostando lì e quindi anche noi iniziamo a posizionarci fin tanto che c’è tempo e che è abbastanza facile costruirsi un seguito. E poi valutiamo qualsiasi altro canale che possa essere interessante, anche offline. Ad esempio in alcune regioni del sud Italia c’è ancora tantissimo offline e, in quest’ottica, il rapporto con la stampa può aiutare molto.
Quale ruolo hanno le digital PR nella lotta contro lo spreco alimentare?
Le digital Pr e le PR in generale, hanno un ruolo fondamentale. Siamo molto più di un’app. Il marketplace, ovvero quello per il quale tutti ci conoscono, oggi rappresenta l’85-90% delle nostre attività e costituisce ciò che finanzia la nostra crescita. La nostra vocazione però è ben altra. È arrivare a parlare a 360 gradi della lotta allo spreco alimentare e quindi per noi è cruciale iniziare a tessere relazioni con le istituzioni, il mondo del giornalismo, dell’istruzione e delle aziende.
Con il nostro dipartimento marketing e la nostra PR stiamo lavorando per arrivare al punto in cui parlare di lotta allo spreco alimentare nella testa degli italiani si associ immediatamente a Too Good To Go. Deve essere così e per farlo non basta la nostra app, serve molto di più. Serve andare nelle scuole, nelle aziende, nelle istituzioni e far evolvere anche le leggi che normano, a oggi, quello che è lo spreco alimentare in Italia.
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Quali sono i progetti futuri di Too Good To Go?
La prima cosa che ho menzionato è la crescita. Siamo una scaleup, che deve prendere il modello esistente e rifarlo enne volte. Abbiamo 5000 store in Italia e 1 milione e mezzo di utenti e dobbiamo arrivare a fine anno prossimo con 20.000 store e 5 milioni di utenti. Dobbiamo correre veloci perché la lotta contro lo spreco alimentare non può aspettare. Ogni giorno che passa è cibo in più che buttiamo, che sprechiamo. Quindi c’è urgenza di agire e dobbiamo farlo rapidamente.
Oltre a questo, ci sarà tutta la parte al di fuori del marketplace. Con la politica e le aziende vogliamo far evolvere il labelling e in particolare la dicitura presente sulle etichette “consumarsi preferibilmente entro il” che spinge le persone a buttare. Il problema non sono le persone, ma la legge: se l’avverbio è assente devi buttare, se è presente puoi tenere e consumare. Si potrebbe cambiare nomenclatura, trovando espressioni alternative come ad esempio “perde alcune proprietà dopo il”. Questo lo può fare la politica grazie all’attività di lobbying. E a tal proposito inizieremo con tutti i nostri partner di distribuzione e con il mondo dell’industria a spingere in questa direzione a brevissimo. Cominciamo a seminare ora per poter raccogliere tra 1 o 2 anni.
Abbiamo poi altri progetti rivolti al mondo dell’industria, focalizzati in particolare sugli sprechi nella distribuzione, quindi su negozi, supermercati, bar, ristoranti. Poi intendiamo lavorare anche per salvare tutti gli alimenti che vengono gettati a monte della filiera concentrandoci sul mondo della produzione, agricola e industriale, che è causa di molti sprechi.
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Mi occupo da sempre di comunicazione. Da quando ho iniziato, scrivendo il testo per una brochure, è stato un crescendo. Dai copy per le pubblicità agli eventi, dalla gestione dell’ufficio stampa alle attività di PR, dalla comunicazione BtoB a quella interna non potevo certo rinunciare a web e social media, che per me sono il presente e il futuro della comunicazione.
Non conoscevo quest’app. Spero davvero che Too Good To Go riesca nel suo intento di riuscire a sensibilizzare sempre più istituzioni, industrie, esercizi commerciali e consumatori al problema dello spreco alimentare.
Io da buona nativa svizzera sono molto attenta al riciclaggio al green e a tutto ciò che permetta di rallentare il peggioramento delle condizioni ambientali del nostro paese. Non conoscevo quest’app e mi riprometto da subito di scoprire chi si é affiliato a questa iniziativa per poterne usufruire anch’io, nella mia zone. Voglio anch’io il magic box!
Progetto veramente ambizioso ed innovativo. L’Italia ha bisogno di iniziative del genere, dove oltre al contenuto commerciale ci siano anche contenuti di valore che indirizzano ad una maggiore consapevolezza verso le tematiche legate allo sviluppo sostenibile.
App conosciuta negli ultimi tempi, fa piacere leggere un articolo approfondito sul come si sia evoluta!
Corro a scaricarla subito!!!Una delle app più interessanti che possano esserci visto anche il periodo economico nel quale siami. Articolo molto interessante e attuale.
Ne ho già sentito parlare ma anche io non l’ho ancora provata!
Bello il fatto che da un’idea basata sull’etica si possa creare un’azienda che incentiva anche su larga scala buone azioni e maggiore consapevolezza.
a mio avviso questa idea è stata davvero geniale… conoscevo l’app ma non l’ho ancora usata, non vedo l’ora di provarla! è una soluzione innovativa per combattere lo spreco alimentare
E’ un ottima idea ,non conoscevo questa app specifica , è un ottimo modo per evitare lo spreco non credo di poterla sfruttare dove abito ma andrò a curiosare sicuramente!
in questi giorni ho visto un po’ di pubblicità sui Social al riguardo, leggendo questo articolo devo dire che mi si è aperto un mondo.
E’ davvero un’ottima idea ed è stimolante utilizzare le startup per iniziative intelligenti.
Adoro le startup che creano qualcosa di positivo per il mondo in cui viviamo. La proverò sicuramente! Complimenti
Non conoscevo assolutamente questa app. Credo che la proverò. Penso sia un’idea geniale per combattere lo spreco alimentare e sensibilizzare le persone verso questa tematica.
Semplicemente geniale, ho conosciuto questa applicazione grazie all’azienda dove lavoro e ho avuto anche la possibilità di provarla.
E’ un ottima idea per combattere lo spreco alimentare.
Lo conoscevo solo per sentito dire ma ora, grazie a questo articolo, so bene di cosa si tratta. Un bellissimo esempio di economia circolare. Bravi!