Oggi la pubblicità è ovunque. Ha invaso ogni campo della nostra vita: televisione, radio, quotidiani, periodici e affissioni, fisse o dinamiche che siano. Il canale che non riesce ad averne a sufficienza è a rischio sopravvivenza. In questo contesto già variegato, e forse saturo, si è inserita anche la web advertising, cioè la pubblicità su internet. E lo ha fatto sparigliando le carte e rimettendo tutto in discussione. Il perché è molto semplice, direi praticamente scontato. E cioè perché da qualche anno internet è l’unico canale che continua a crescere, sempre. Senza se e senza ma. E con esso, evidentemente, anche la web advertising.
Web advertising cos’è
La web advertising è un’attività di promozione e pubblicità che si svolge utilizzando strumenti web e canali online. Prima di addentrarci nel suo mondo è fondamentale capire perché oggi è così importante investire sul web. Nel digitale, come sappiamo, tutto è misurabile. E l’analisi dei dati è il valore aggiunto, il punto da cui partire prima di ipotizzare qualunque mossa sul web. Anche in questo caso bastano pochi numeri per spiegare come mai la web advertising si stia affermando come la strategia cui nessun marchio o azienda può rinunciare.
Oltre 25 milioni di persone online ogni giorno, solo in Italia
Le ultime rilevazioni Audiweb ci dicono che con 32,7 milioni di utenti unici mensili, la total digital audience in Italia a settembre ha raggiunto circa il 60% della popolazione maggiore di 2 anni. Nel giorno medio sono stati 25,4 milioni le persone che si sono collegate alla rete almeno una volta durante la giornata. Il tempo medio trascorso online è superiore a 2 ore.
Web advertising, di cosa stiamo parlando realmente?
Le definizioni di web advertising oggi si sprecano. Forse la più immediata – e semplice – è quella che fa rientrare in questa categoria tutte le forme di pubblicità a pagamento che si possono fare sul web. La web advertising è sicuramente una delle più utilizzate perché consente di dare grandissima visibilità a marchi ed aziende facendo spendere loro meno rispetto a qualunque altro media e soprattutto riuscendo ad arrivare anche dove le altre forme di pubblicità tradizionale non riescono a performare bene. E, lo ripeto ancora una volta, uno dei grandissimo vantaggi della web advertising è quello di essere misurabile. I risultati possono essere tracciati con grande facilità e quindi si può correggere il tiro in corsa senza dover correre il rischio di continuare a investire in spazi già comprati in precedenza con messaggi che non ‘bucano’. Una vera e propria rivoluzione insomma.
Web advertising, tanti modelli per rispondere a tutte le esigenze
Ovviamente quando si parla di web advertising non si fa riferimento ad un unico modo di fare pubblicità sul web. Esistono tantissimi modelli ognuno rispondente ad esigenze ben precise. Per fare web advertising occorre avere almeno un minimo di esperienza degli strumenti a disposizione e delle varie strategie che si possono scegliere. Cioè no all’improvvisazione. Per scegliere la strategia migliore, gli aspetti dei quali bisogna avere almeno un minimo di conoscenza sono:
- Gli spazi pubblicitari. Quelli che si possono acquistare per fare web advertising sono:
- Motori di ricerca
- Siti, blog e portali
- Social advertising (Facebook Ads, Linkedin Ads, Twitter Ads)
2. La tipologia di annunci che comprende:
- Annunci testuali
- Banner
- Annunci video
- Annunci illustrati e per app
- Pubblicizzare app su Facebook
- Contenuti digitali
3. La tipologia di campagne. Al suo interno si possono riconoscere alcune macro aree che evidentemente non potremo analizzare analiticamente in questa guida
- SEA (Search Engine Advertising), cioè la pubblicità sui motori di ricerca e Display tramite Google AdWords (ne parliamo in questa mini – guida)
- Affiliate Advertising
- Direct Email Marketing (DEM)
- Remarketing
- Retargeting
- Real Time Bidding
4. I comparatori di prezzi. Questa è un’opzione riservata agli E-commerce che, affiliandosi ai siti comparatori, hanno la possibilità di inserire il proprio catalogo nei data base di questi ‘aggregatori’. In questo modo il sito che vende online ottiene visibilità anche attraverso i motori di ricerca, accrescendo così la propria audience sul web. Ovviamente i comparatori non vendono direttamente, ma si limitano a mostrare una lista di prodotti che appartengono alla stessa tipologia comparandone, appunto, i prezzi. Gli annunci sono sempre accompagnati da foto e descrizioni e, una volta che l’utente clicca, atterra sul sito E-commerce dove può finalizzare l’acquisto.
5. I modelli di costo/pagamento, quelli più diffusi e conosciuti sono 5:
- CPC (Cost Per Click)
- CPM (Costo per Mille), modello basato sul pagamento di 1.000 impressions (numero delle volte che la pubblicità viene visualizzata)
- CPA (Costo per Acquisizione), l’inserzionista paga solo nel momento in cui l’utente compie una determinata azione nel funnel di acquisizione
- CPV (Costo Per Visitatore), il publisher paga quando il visitatore arriva sul sito web cui l’annuncio rimanda
- CPV (Costo per Visualizzazione), il publisher paga per ogni singola visualizzazione dell’annuncio (pop up etc)
- CPL (Costo per Lead), come dice lo stesso acronimo il pagamento avviene quando un utente si trasforma in lead dopo aver compilato un form, oppure si iscrive ad una newsletter
- CPS (Costo per Sale/Vendita), il publisher paga solo quando è avvenuta una vendita o l’acquirente ha completato l’acquisto.
Cosa scegliere per una campagna di web advertising?
Quelli descritti sono gli strumenti più comuni e diffusi per fare web advertising. Allora il problema è cosa scegliere. E’ evidente che ognuno di essi ha degli aspetti che lo rendono imbattibile per una cosa e più debole per un’altra. La scelta, dunque, deve essere una conseguenza dell’obiettivo che si vuole raggiungere, del budget a disposizione, del target che si vuole colpire e del mercato di riferimento. Anche in questo caso è consigliabile fare prima un’analisi di dove si vuole puntare e, solo dopo, abbracciare l’una o l’altra strategia. O anche più di una contemporaneamente.
Web advertising, Google AdWords e Bing Ads
In questo panorama a dir poco variegato, Google AdWords è probabilmente la piattaforma più conosciuta a livello mondiale per fare web advertising su google. Non è però l’unica. AdWords consente infatti di pubblicare sul motore di ricerca Google, non sugli altri. Per fare pubblicità su Bing, AOL e Yahoo bisogna invece usare Bing Ads. Chi vuole fare inserzioni può così raggiungere i propri potenziali clienti proprio quando questi digitano sul motore di ricerca scelto parole simili al prodotto o servizio che stanno cercando. E l’inserzionista paga solo quando il cliente clicca per visitare il sito. Questa modalità di pagamento della pubblicità è il CPC. Questo significa che se nessuno clicca, la pubblicità, pur comparendo, è gratuita. Si può partire, quindi, con qualunque budget, anche pochi euro. Il funzionamento dell’uno e dell’altro è piuttosto simile, ma proviamo a capirne qualcosa di più.
Perché AdWords?
La landing page di AdWords ci spiega perché puntare su questa piattaforma. Cosa ci consente di fare:
- Raggiungere sempre più clienti e quindi aumentare il fatturato
- Fare pubblicità proprio dove serve, a livello globale o locale
- Raggiungere le persone giuste al momento giusto. La pubblicazione dell’annuncio avviene infatti proprio nel momento in cui un utente effettua una ricerca su Google. Ne deriva che l’annuncio per essere efficace deve essere scritto con grande attenzione
- Fidelizzare i clienti
- Utilizzare al meglio il budget che si ha a disposizione e misurare i risultati.
Tutti sappiamo che Google è il motore di ricerca più usato in assoluto. Basti pensare che in Italia lo usa più del 90% del popolo del web.
L’inserzionista paga solo se l’utente clicca
Uno dei grandissimi vantaggi di AdWords è che il publisher paga solo per i risultati. Vale a dire che a se non ci sono visite, non si pagherà nulla. Oltretutto, la registrazione sulla piattaforma è gratuita. Per cui l’inserzionista paga solo se un utente clicca sull’annuncio e visita il sito web di rimbalzo o se chiama. Cioè, l’inserzionista paga solo quando gli annunci che pubblica raggiungono i risultati.
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Si può cominciare anche con pochi euro
Un altro plus della piattaforma è che non serve un budget importante per iniziare a pubblicare: questo vuol dire che l’inserzionista può decidere liberamente quanto investire e non è vincolato in nessun modo. Se si riscontrano problemi o se invece si capisce che si può rischiare di più, nessun problema! AdWords consente di alzare e abbassare l’investimento a piacimento.
Sempre tutto sotto controllo
Come ci ricorda la stessa home di Adwords, il volante è sempre saldamente nelle mani dell’inserzionista nel senso che:
- Non c’è nessun contratto vincolante, una campagna può essere modificata in qualunque momento, può essere messa in pausa o interrotta senza alcun costo aggiuntivi
- Ci sono diverse opzioni di pagamento, il saldo delle campagne può essere effettuato con praticamente tutte le carte di credito oppure effettuato tramite bonifico bancario
- Il budget è flessibile nel senso che si può impostare con estrema facilità quanto si è disposti a spendere per ogni clic ricevuto e fare tutte le modifiche necessarie in qualunque momento
- E’ facile verificare i risultati tramite gli strumenti di monitoraggio.
Non basare la tua web advertising su semplici congetture
Pensare di basare la nostra pubblicità online su teorie frutto solo ed esclusivamente dei nostri ragionamenti sarebbe un errore gravissimo. E forse anche uno sforzo inutile. Come abbiamo visto, il digitale consente di misurare tutto e allora è sicuramente più proficuo affidarsi agli strumenti che il web ci mette a disposizione. In questo senso AdWords è:
- Misurabile, affidabile e flessibile. Riesce infatti ad indicare a quante persone è stato mostrato l’annuncio e quanti hanno cliccato per visitare il sito o per telefonare. E’ anche possibile conoscere il numero di vendite effettive generate dal sito proprio grazie a quell’annuncio
- Continuamente aggiornato. Accedendo all’account personale, è possibile visualizzare in tempo reale come stanno performando le campagne. Google offre addirittura un sistema di riepilogo mensile con statistiche e numeri
- Non vincolato temporalmente. Questo significa che l’inserzionista può modificare l’annuncio, cambiando i termini di ricerca; stoppare, mettere in pausa o riavviare la campagna in qualunque momento senza spendere un solo centesimo in più.
Come faccio a riconoscere se è pubblicità?
E’ molto semplice riconoscere un annuncio pubblicitario su Google. Le inserzioni si collocano infatti nei primi 4 posti in alto nella pagina di ricerca e sono preceduti dalla parola ‘Ann’. Questo è ciò che li distingue dai risultati di ricerca organica.
Come funziona AdWords?
Bastano 3 semplici passaggi per iniziare a pubblicare su Google. Vediamoli insieme:
1. Crea il tuo annuncio. Per iniziare basta scrivere un annuncio in cui viene spiegato bene ciò che si offre. Gli annunci possono essere mirati per un determinato target di utenti, scelti sulla base dei parametri che si possono impostare (età, genere, provenienza). Il publisher, trovandosi di fronte ad una vera e propria asta, deve saper scegliere le keyword più efficaci, ma non troppo inflazionate così da avere meno concorrenza possibile. Poi vanno scelti con altrettanta oculatezza i termini di ricerca che rendono visibile l’annuncio nei risultati di Google. Poi bisogna impostare il budget giornaliero. A questo punto l’annuncio è pronto per la pubblicazione.
2. Gli utenti vedono l’annuncio su Google. Se le parole digitate da chi sta cercando un prodotto o un servizio corrispondono alla tua parola chiave, l’annuncio potrà essere visualizzato al di sopra dei risultati di ricerca oppure accanto ad essi. AdWords pubblicherà gli annunci con la massima frequenza fino ad esaurimento del budget stabilito per quel giorno. Ogni volta che viene pubblicato un annuncio AdWords, si attiva un’asta che determina anche l’ordine (ranking) con il quale verranno pubblicati. Il ranking è costituito da 5 componenti: 1) offerta, basata sul CPC, 2) pertinenza degli annunci, 3) esperienza della pagina di destinazione, vale a dire quanto la pagina web cui l’annuncio rimanda è pertinente e utile per le persone che lo cliccano 4) percentuale di clic prevista e 5) impatto previsto delle estensioni e di altri formati dell’annuncio.
3. Colpito e affondato! Cliente raggiunto. Quando i clienti cliccano sull’annuncio, visitano il sito web o chiamano, l’obiettivo è raggiunto!
Un esperto Google sempre al tuo fianco
Gli inserzionisti che spendono almeno 10 euro al giorno in annunci su AdWords possono sfruttare anche la consulenza gratuita di un esperto che risponde telefonicamente dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 semplicemente chiamando il numero verde 800.930.828. In questo modo sarà ancora più semplice cominciare una campagna, ottimizzarla e raggiungere gli obiettivi – e i guadagni – prefissati.
La rete di ricerca e la rete Display
Chi sceglie di fare pubblicità su internet tramite AdWords può sfruttare due tipologie di campagne:
- La rete di ricerca, vale a dire gli annunci sponsorizzati che compaiono nelle prima 4 posizioni della SERP del motore di ricerca Google. Ci stiamo quindi addentrando nel mondo SEM (Search Engine Marketing), di cui la SEA che abbiamo visto prima rappresenta, insieme al SEO, la principale funzionalità.
- La rete display, cioè i banner o gli annunci testuali che vengono visualizzati sui siti internet che mettono a disposizioni spazi pubblicitari. Attivando questa rete, gli annunci potranno essere pubblicati in una raccolta di oltre 2 milioni di siti web, video e app
- I banner sono grafici statici o interattivi, possono essere di formato .gif o flash. E’ questa una modalità che consente di pubblicizzare il prodotto o servizio sfruttando la modalità visuale. Sono indicati soprattutto per promuovere un evento o un marchio. Fanno invece più fatica con la vendita di un prodotto
- Chi opta per gli annunci testuali ha la possibilità di inserire titolo, descrizione e url del sito verso cui ci indirizza l’annuncio stesso. AdWords inoltre consente anche di aggiungere delle estensioni, che completano l’annuncio con numero di telefono e altro. Il 20% di tutti gli spazi pubblicitari sulla rete Display di Google accetta solo annunci di testo.
- Annunci per la promozione di app
- Annunci video che comprendono quelli TrueView (in-stream, video discovery) e i Bumper
- Annunci shopping prodotto/vetrina
- Gli annunci di sola chiamata sono quelli che generano una chiamata verso la sede commerciale. Per connettersi telefonicamente al servizio scelto basta quindi cliccare sull’annuncio.
Annunci adattabili o reattivi
Gli annunci testuali e con immagini o video possono anche essere reattivi, cioè adattabili a praticamente tutti gli spazi pubblicitari disponibili. Quelli reattivi possono anche essere nativi: grazie alla loro perfetta fusione con i siti web dell’inserzionista generano un impatto maggiore sul pubblico .
Le estensioni
Gli annunci possono essere completati dalle estensioni che aggiungono informazioni agli annunci, dando agli utenti ulteriori motivi per scegliere proprio la tua attività. In genere aumentano in maniera significativa la percentuale di clic per gli annunci. Possono avere vari formati, tra cui pulsanti di chiamata, informazioni sulle località, link a parti specifiche di un sito e testo supplementare. In questo modo, garantiscono maggior visibilità all’annuncio. L’aggiunta delle estensioni è gratuita. E’ quindi importante utilizzare le estensioni pertinenti all’obiettivo che si vuole raggiungere. Nell’immagine sottostante il risultato di una ricerca di un ‘supermercato aperto vicino a me’.
I formati degli annunci video
Tra i formati video vanno citati:
- TrueView per i quali non si paga per impressioni casuali, ma quando un utente sceglie di guardare il video e interagire con qualche elemento dello stesso. A loro volta i TrueView si dividono in A) in-stream da utilizzare quando si hanno video da utilizzare prima di altri video su YouTube e sulla rete Display di Google. Dopo 5 secondi, l’annuncio può essere skippato. B) i video-discovery sono quelli utilizzati per promuovere un video in luoghi di scoperta. L’annuncio è costituito da una piccola immagine dei video con del testo.
- Bumper è il formato di un annuncio di breve durata (meno di 6 secondi), ma che ‘buca’ subito. I bumper utilizzano le offerte basate sul CPM (Costo Per Mille Impressioni).
Quale scegliere?
La rete di ricerca è uno strumento ‘pull’,vale a dire che l’utente chiede e ottiene dei risultati in base a quello che sta cercando. La display è invece ‘push’, quindi l’utente non sta effettuando nessuna ricerca, ma vede gli annunci mentre naviga. Qual è meglio? Ancora una volta dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere facendo web advertising. Sintetizzando potremmo dire che la rete display di solito viene usata per fare brand awareness. Cioè, la display crea interesse nell’utente che viene così ‘catturato’ e spinto ad informarsi con la rete di ricerca.
Qualche dato e le altre forme di web advertising
Secondo i dati che Prima Comunicazione ha raccolto tramite gli Osservatori ‘Digital Innovation‘ della School of Management del Politecnico di Milano, la display rappresenta circa il 60% del totale, con un valore complessivo (nel 2017) superiore a 1,5 miliardi di euro. La rete di ricerca copre invece il 29% del totale per circa 770 milioni di euro. Sul terzo gradino del podio troviamo la classified advertising (annuncio di piccole dimensioni associato ad una forma di pubblicità originariamente tipica della carta stampata – oggi molto diffusa anche su internet – e che riguarda la compravendita di prodotti di seconda mano) con un indotto di oltre 210 milioni di euro ((% del totale). Seguono poi la native advertising (40 milioni di euro) e l‘email advertising (30 milioni di euro). Ciascuna di esse comunque fa registrare un segno + rispetto all’anno precedente.
Native Advertising
La cosiddetta pubblicità nativa è una forma di web advertising contestuale, assume cioè l’aspetto dei contenuti del sito sul quale è ospitata per attirare l’attenzione. Per fare un esempio con il mondo del giornalismo, la native advertising ha la stessa forma dei redazionali e, a differenza di quella tradizionale, non distoglie il lettore dal contenuto perchè ne è parte integrante.
Programmatic advertising
Sempre più aziende a marchi si stanno affidando a tecnologie che automatizzano l’acquisto, il posizionamento e l’ottimizzazione degli spazi multimediali sostituendosi quindi a quello che fino a poco fa veniva fatto solo ed esclusivamente dall’uomo. Questa è la programmatic advertising. Questo sistema consente di personalizzare sempre più un messaggio per un particolare target, in un momento preciso. Oggi è un settore che vale circa 400 milioni di euro e ha una grande spinta dagli spazi video.
Con Google Analytics la valutazione del risultato è un gioco da ragazzi
Tutto quello che abbiamo imparati in questa mini – guida sarebbe vano se ci dimenticassimo di dotare i siti web di strumenti di monitoraggio come Google Analytics così da poter efficacemente – e semplicemente – misurare come sta andando la nostra campagna di web advertising. Se, come detto, la vera rivoluzione del digitale è data dalla possibilità di misurare tutto. la domanda che ci dobbiamo fare è capire se ci sono degli indicatori che consentono di valutare come sta andando la campagna. La risposta è ovviamente ‘si’. I due principali sono:
- Il tasso di conversione, cioè quel dato che consente di sapere chi ha completato il processo avviato con la campagna
- Il ROI (Return Of Investiment), vale a dire quel dato che consente di misurar il ritorno economico di una campagna pubblicitaria.
Web advertising con Bing Ads
Bing Ads è lo strumento di search advertising che permette di pubblicare annunci nella rete di ricerca di siti come Bing, AOL, Yahoo, Msn e altri siti di loro proprietà o da loro gestiti, nonché sui siti dei partner di ricerca e nella rete di contenuti (app di Windows o nei risultati di ricerca di Bing Smart Search sui dispositivi Windows). Sono tutti funzioni che, ovviamente, non sono possibili con AdWords. Anche con Bing Ads il pagamento funziona con la modalità PPC (pay per click), cioè il publisher paga solo e solamente quando il suo annuncio viene cliccato. Anche qui è possibile inserire un budget giornaliero che Bing Ads cercherà di usare in modo da garantire il miglior ROI possibile. Anche su questa piattaforma esistono strumenti per ottimizzare gli annunci, definire il target più adeguato a quel tipo di campagna e fare cioè in modo che gli annunci vengano visualizzati nella parte superiore della pagina di ricerca proprio come accade in AdWords. Un utile strumento di reportistica facilita la lettura del tasso di click through (CTR) e altre metriche sul rendimento così da poter capire, in ogni istante, come la campagna sta performando e se è il caso di intervenire. Anche in questo caso gli annunci sono riconoscibile perché preceduti da ‘Ann’.
Come funziona Bing Ads?
Ecco un breve e chiarissimo tutorial per capire come funziona Bing Ads
https://youtu.be/MDiXr272kis
Il Bing Network, una rete da 218 milioni di ricerche mensili da Pc
Bing Network è la rete che collega l’inserzionista ai clienti presenti nella area che l’inserzionista ha scelto mentre cercano argomenti correlati al brand di chi fa pubblicità utilizzando Bing, Windows 10, Cortana e Office su qualunque dispositivo. Fanno parte della rete di Bing Network anche The Wall Street Journal, Gumtree, InfoSpace e altri. Sono milioni gli utenti che quotidianamente usano il Network di Bing: sono infatti 218 milioni le ricerche mensili da PC. In Italia costoro rappresentano poco meno del 10% del mercato online.
Visualizzare gli annunci per località specifiche grazie al targeting per raggio
Quando gli utenti cercano un argomento correlato al tuo marchio, l’annuncio Bing Ads compare accanto ai risultati di ricerca e li guida verso la landing page, il numero telefonico o il punto vendita dell’inserzionista. Anche Bing Ads consente di targettizzare molto bene le proprie Buyer Personas andando a colpire, ad esempio, solo coloro che si trovano in una città o area geografica impostando il targeting in base al raggio. Come è ovvio, gli annunci possono essere impostati sulla lingua dei clienti che si vuole raggiungere e questo determina la località in cui le campagne vengono visualizzate.
E’ la prima volta che usi Bing Ads?
Dopo aver aperto un account, nella parte superiore della pagina appaiono diverse sezioni: riepilogo account; home, campagne; report, opportunità strumenti e importa campagne. Con la foto sottostante provo a riassumere le funzionalità di ciascuna di esse.
Il pannello sinistro
Menu a forma di ingranaggio
Come creare una campagna con Bing Ads
Bastano 4 passaggi
- Posizionarsi su Campagne
- Cliccare su Crea Campagna
- Cliccare sull’obiettivo scelto per la campagna
- La creazione guidata di una campagna consente di concludere l’operazione nei 4 passaggi sotto riportati:
Impostazione della campagna
In questa prima fase devono essere specificati i dettagli scelti per la campagna
Gruppi di annunci e parole chiave
Nel secondo step vanno impostati i gruppi di annunci e le parole chiave
Annunci ed estensioni
E’ questa la fase in cui si creano i veri e propri annunci che hanno caratteristiche del tutto simili a quelli di AdWords
Budget e offerte
Nell’ultima fase si stabilisce il budget e si impostano le offerte
Al termine di quest step basterà cliccare su Salva per visualizzare gli annunci. Notazione importantissima: se per caso si sta già facendo una campagna simile anche su AdWords, è possibile importarla facilmente su Bing Ads.
Che annunci è possibile creare con Bing Ads?
Come in AdWords esistono diverse tipologie di annuncio:
- Annunci di testo espansi, vale a dire standard, ma con con contenuto in più che li rende maggiormente utili e interessanti
- Gli annunci prodotto sono arricchiti da immagine personalizzate dei cataloghi e altri dettagli
- Gli annunci installazione App sono simili agli annunci di testo, ma includono collegamenti diretti alle App attraverso un pulsante che linka direttamente allo store da cui scaricare l’App. Questa funzione al momento è disponibile solo negli Usa e solo per dispositivi IOS e Android
- Gli annunci di ricerca dinamici definiscono automaticamente come target la query di ricerca pertinenti in base al contenuto del sito dell’inserzionista. In questo modo è più semplice creare automaticamente annunci pertinenti e mirati; ridurre il carico di lavoro e individuare le opportunità perse.
- Gli annunci di testo standard sono quelli più comuni e, dal 31 luglio 2017, saranno fuori gioco.
Conclusioni
In questa mini-guida ho toccato molti dei temi che afferiscono al Digital marketing e che io ho appreso partecipando al master con tirocinio formativo, step fondamentale per chi vuole costruirsi un futuro in questo mondo dalle mille sfaccettature e possibilità. Questo articolo non ha certo la pretesa di essere esaustivo, ma si propone quanto meno di dare a tutti le basi per partire con una campagna di web advertising dopo aver suscitato un po’ di interesse sul tema.
Sono un giornalista professionista e comunicare è la mia passione. Adoro scrivere e saperlo fare bene per un giornale o un’agenzia stampa oggi non basta più. Per questo mi sono avvicinato al digitale, un mondo davvero affascinante e dalle mille sfaccettature. Sperimento le nuove tecnologie per rimanere al passo con i tempi e non sentirmi nel pleistocene…
Interessante articolo sulla web advertising che affronta diversi temi che vanno dalle tipologie agli investimenti