Se sei curioso di sapere come cambia WhatsApp dopo l’acquisizione di Facebook, sei nel posto giusto. In questo articolo ti racconterò la vicenda dell’app che viene installata ogni giorno da più di un milione di persone e che ha spinto il creatore di Facebook ad acquistarla. Mark Zuckerberg infatti ha sborsato nientemeno che 19 miliardi di dollari pur di averla. Ci sono cambiamenti in vista per l’app di messaggistica ideata da Jan Koum e Brian Acton, dunque scopriamo subito di quali si tratta!
19 miliardi di dollari: Facebook ha comprato WhatsApp
Il 19 febbraio 2014 Facebook ha comprato WhatsApp. Ben 19 miliardi di dollari, in azioni e contanti, sono stati pagati dal creatore e CEO di Facebook pur di accaparrarsi l’app di messaggistica istantanea.
Il motivo di tale decisione non è difficile da intuire: WhatsApp è stato talmente gradito dagli utenti da moltiplicare le cifre degli iscritti anno dopo anno. Alla soddisfazione dei suoi ideatori è corrisposta la paura di Mark Zuckerberg di vedere il proprio social network perdere terreno. La stessa azienda ha reso noto che, in un confronto fra Facebook, Skype e WhatsApp, quest’ultimo servizio aveva conquistato 400 milioni di utenti nell’arco dei suoi primi quattro anni. Un risultato sorprendente e spaventoso allo stesso tempo. In quello stesso periodo, infatti, Facebook e Skype avevano rispettivamente raggiunto 145 e 50 milioni di utenti.
WhatsApp è riuscito a superare facilmente un social network come Facebook perché richiede meno sforzo nel suo uso pur soddisfacendo appieno l’esigenza di comunicare. Sebbene sia possibile inviare foto o condividere il proprio Status, le energie richieste da WhatsApp sono nettamente inferiori a quelle richieste da Facebook. Motivo per cui anche chi non ha voglia di dedicare un po’ del suo tempo a Facebook, ha installato WhatsApp sul proprio telefono e lo usa quotidianamente. Non solo il 70% degli utenti è connesso a WhatsApp giornalmente, ma, persino tra le stesse app, questa è quella che viene usata di più rispetto a Facebook.
L’obiettivo di Zuckerberg, all’indomani dell’acquisizione, era quello di sfruttare le enormi potenzialità di Whatsapp per collegare fra di loro un miliardo di persone. Come ha fatto a convincere Koum e Acton a vendergli WhatsApp? Semplice. Ha assicurato loro che non avrebbe inserito pubblicità di alcun tipo all’interno dell’ app.
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Come cambia WhatsApp dopo l’acquisizione di Facebook
L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook ha generato preoccupazione fra gli utenti. A questo proposito, all’indomani dell’accordo, Zuckerberg ha spiegato, durante la rassegna catalana, che il servizio di messaggistica sarebbe rimasto indipendente. Nessun cambiamento di fatto per i 450 milioni di utenti che, dunque, avrebbero continuato a beneficiare di un servizio gratuito e privo di pubblicità. “WhatsApp resterà la stessa, non ci saranno cambiamenti perché la gente è contenta del servizio e sarebbe stupido modificarlo”, queste sono state le parole del CEO di Facebook. Anche dal punto di vista della privacy nessuna sorpresa: i messaggi e le fotografie, dopo l’invio, sarebbero stati cancellati dai server. L’unica novità riguardava la possibilità di effettuare chiamate vocali usando l’applicazione stessa.
I cambiamenti in WhatsApp dopo l’acquisizione di Facebook, tuttavia, sono arrivati quest’anno: vediamoli nel dettaglio.
Facebook unisce le chat di Messenger, WhatsApp e Instagram
L’idea di Mark Zuckerberg è adesso quella di unificare l’infrastruttura dei tre servizi di messaggistica: Facebook Messenger, WhatsApp e Instagram. Il tutto entro la fine del 2019, al più tardi l’inizio del 2020. La promessa iniziale, del CEO di Facebook, di mantenere WhatsApp indipendente rispetto a Facebook è stata dunque rotta. Del resto, l’esponenziale crescita di Instagram e WhatsApp ha portato Zuckerberg a volerne beneficiare. Assisteremo perciò all’unificazione delle tre chat. Ciò comporterà la possibilità per gli utenti di comunicare anche con chi ha installato un’app diversa dalla propria.
È il New York Times a fare chiarezza, in un articolo, sulle motivazioni di tale scelta. Si tratta di una decisione molto strategica in quanto vedrà crescere il potere di Mark Zuckerberg. Il creatore di Facebook, infatti, potrà targettizzare meglio gli utenti e fare arrivare loro le pubblicità più pertinenti.
C’è dell’altro però: unificando le tre chat, potrà raggiungere anche quelle regioni del mondo, come per esempio il Sud-est asiatico, dove Facebook e Instagram sono poco usati. Dando vita a un servizio di messaggistica così potente è molto probabile che Zuckerberg sconfigga gli avversari.
A spingere Facebook verso un’operazione tanto complessa vi è il tentativo di fare gravitare sempre di più le persone attorno all’azienda. Insomma, l’unione di Facebook Messenger, WhatsApp e Instagram ha ottime probabilità di allontanare gli utenti dai servizi di messaggistica di Google e Apple.
Inutile dire che tale decisione genera sconcerto fra gli utenti dei social, i quali temono che l’unificazione delle tre chat possa comportare una lesione della loro privacy. C’è il timore infatti che le informazioni personali possano circolare da un servizio all’altro. L’inserimento della crittografia end-to-end in tutte e tre le chat è fortemente voluto dai sostenitori della privacy. Questi ultimi, infatti, sono spaventati da una possibile intrusione dei governi o degli hacker nei propri messaggi.
Monopolizzare i servizi di messaggistica non è tuttavia l’unico obiettivo di Mark Zuckerberg, il quale punta anche a trarre un profitto economico da WhatsApp e Instagram. Entrambi infatti, sebbene siano molto usati, generano introiti minimi. Al momento il CEO di Facebook non ha ancora deciso come monetizzare l’integrazione dei due servizi, ma di sicuro vede in essi grosse potenzialità.
Un altro punto di forza è costituito dal Marketplace: qui le persone avranno la possibilità di acquistare beni o di metterli in vendita. Si tratta di un servizio molto popolare in aree del mondo al di fuori degli Usa e nel Sud-est asiatico. L’immediato vantaggio dell’unificazione delle tre app sta nel fatto che compratori o venditori del Sud-est asiatico potranno interagire usando soltanto WhatsApp. In questa regione infatti la popolare app di messaggistica è preferita a Facebook Messenger e ad altri servizi di messaggistica. Tutto ciò potrebbe portare all’inserimento di pubblicità o servizi a pagamento all’interno dell’app.
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Le Storie su WhatsApp
L’unificazione delle chat di Facebook Messenger, Instagram e WhatsApp, tuttavia, non sarà la prima modifica ad essere apportata a WhatsApp. Infatti, già nel 2017 hanno fatto la loro comparsa le Storie. Le Storie su WhatsApp sono state introdotte su iOS e Android e si presentano come un’evoluzione dello Stato creato in origine.
Si tratta di un sistema basato sulla crittografia end-to-end che permette la condivisione di foto, video o GIF per ventiquattro ore. Prima di pubblicare il contenuto, inoltre, è possibile aggiungere dei commenti ai quali i propri contatti possono rispondere. Quanto viene condiviso viene chiamato Aggiornamento allo Stato ed è per l’appunto visibile solo ai propri contatti. Chi condivide lo Stato può sapere in quanti lo hanno visualizzato.
Ogni utente ha anche la possibilità di condividere più aggiornamenti che si sommano a quelli già pubblicati. Una volta trascorse le ventiquattro ore è WhatsApp stesso a cancellare i cosiddetti Stati scaduti.
Se invece chi ha condiviso un Aggiornamento allo Stato vuole cancellarlo prima, deve procedere manualmente. Per quanto riguarda il tema della privacy, ci sono alcune cose da dire. Modificando le Impostazioni è possibile scegliere a chi fare vedere i propri aggiornamenti di Stato; nessuno può inoltrare gli Stati altrui o conservarli sul proprio telefono. Infine, WhatsApp ricorda a ciascun utente quali Stati ha già visto e quali ancora no attraverso le rispettive diciture: aggiornamenti visti e aggiornamenti recenti. Senza dubbio questa modifica a WhatsApp è stata molto gradita dagli utenti. Sono in tanti, infatti, a condividere le proprie Storie su WhatsApp.
2020: GlobalCoin in arrivo
A quanto pare Mark Zuckerberg non è mai stanco di cercare nuove opportunità quando si tratta di guadagni. Il 2020 sarà probabilmente l’anno in cui farà la sua comparsa il GlobalCoin.
Si tratta di una moneta virtuale che il CEO di Facebook vorrebbe fare arrivare in diversi Paesi. Già lo scorso maggio alcune società finanziarie sono state contattate da Zuckerberg per analizzare le possibilità di riuscita del progetto.
Sistema di pagamenti su WhatsApp
Cosa ha a che vedere una criptovaluta con WhatsApp? Il progetto è quello di permettere di effettuare pagamenti da WhatsApp e Instagram. Tuttavia, perché l’operazione non risulti eccessivamente azzardata è necessario limitare il problema della volatilità delle criptovalute.
Per fare ciò Zuckerberg userà uno stablecoin, cioè una moneta virtuale il cui valore è legato a quello di monete come il dollaro o l’euro. Anche in questo caso, per garantire la massima sicurezza durante i pagamenti, si punta sulla crittografia end-to-end. E’ ancora poco quello che si sa a riguardo, dunque non ci resta che aspettare.
Il successo di WhatsApp
Scopriamo adesso come è nato WhatsApp e perché ha riscosso un così grande successo a livello mondiale. WhatsApp è una piattaforma di messaggistica gratuita ed istantanea. E’ stata lanciata, su Android e iOS, il 24 febbraio del 2009. I due creatori, Jan Koum e Brian Acton, probabilmente non immaginavano quanto sarebbe piaciuta la loro invenzione alle persone. In un primo momento il senso dell’app era quello di fare sapere ai propri contatti in rubrica cosa si stava facendo in quel preciso istante. Da qui la scelta del nome che vuole unire due significati: “cosa succede” e “App”. Non si trattava infatti di inviare messaggi, quanto piuttosto di scrivere il proprio Status e di condividerlo.
Nonostante WhatsApp fosse ancora “limitato”, il numero degli utenti continuava ad aumentare arrivando a 250mila per poi contarne ben 500 milioni nel 2014. Visto il successo, le funzionalità sono cresciute con l’app stessa. Non a caso, nel corso di questi cinque anni è diventato possibile condividere foto, video e persino la propria posizione. In seguito sono arrivate le chat di gruppo, i messaggi vocali, le spunte blu che indicano che il destinatario ha letto il messaggio, la crittografia end-to-end e le videochiamate. Infine, l’anno scorso hanno fatto la loro comparsa anche gli adesivi e le chiamate di gruppo. Insomma, lo sviluppo di WhatsApp è stato inarrestabile. E con le sue numerose funzionalità, ha fatto sempre più concorrenza a Skype e ai social network.
A rendere ancora più appetibile l’app di messaggistica istantanea vi è il fatto che viene usata per comunicare sia con gli amici che con i colleghi. WhatsApp infatti si presenta come una via di mezzo fra Facebook e LinkedIn consentendo alle persone di gestire le conversazioni di lavoro in modo meno formale. Inoltre, installando WhatsApp nel proprio telefono, gli utenti possono dialogare in tempo reale anche con chi si trova dall’altra parte del mondo. Se il numero di utenti continua a crescere è perché chi già usa l’app la consiglia. Un punto di forza di WhatsApp è che si può installare su qualsiasi dispositivo. Altro vantaggio, il costo irrisorio, e successivamente neppure quello, per usare l’app. Questo aspetto ha portato gli utenti a preferire WhatsApp agli sms che erano di gran lunga più costosi.
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Cosa ha permesso un tale successo? Una strategia differente. I creatori di WhatsApp infatti, a differenza dei concorrenti, non hanno speso neppure un dollaro in pubblicità e marketing. Quando Jan Koum capì che le app sarebbero diventate sempre più importanti, pensò a crearne una. L’idea di fondo era quella di realizzare un servizio utile.
La frase “nessuna pubblicità! nessun gioco! nessun espediente!” riassume bene l’approccio di Koum e Acton: niente pubblicità o giochi da proporre agli utenti durante l’utilizzo dell’applicazione, a differenza delle app progettate dalla concorrenza. Il fine era quello di permettere alle persone di comunicare facilmente e rapidamente, grazie a Internet, al costo di un dollaro al mese.
Gli utenti potevano installare WhatsApp senza dover fornire informazioni personali come nome, sesso ed età. Difatti, da subito, l’unico dato richiesto è stato il numero di telefono. Così facendo veniva evitata l’odiosa pratica di suddividere gli utenti in gruppi ai quali inviare messaggi pubblicitari.
Conclusioni
Le modifiche apportate a WhatsApp sono già significative, ma non per questo saranno le uniche. Come abbiamo visto, ci sono molti progetti su come rendere sempre più indispensabile l’app di messaggistica istantanea. Jan Koum e Brian Acton sono riusciti a creare uno strumento talmente valido da fare gola all’ideatore di Facebook. Questo dimostra quanto un approccio differente possa portare a risultati del tutto inaspettati.
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Laureata magistrale in Lingue per la Cooperazione Internazionale, attualmente sono Content Marketing Practitioner in Digital Coach. Nel tempo libero mi piace leggere, scrivere, viaggiare e praticare yoga.
Whatsapp ha avuto un grande successo perchè gli utenti ne hanno riconosciuto l’indubbia utilità . L’articolo sottolinea come un approcio differente abbia portato risultati inaspettati . Questo modo di lavorare, di creare idee e realizzarle è sicuramente valido in tutti i settori : cercare di fare qualcosa di diverso, uscire dalla massa per sorprendere , innovare creando le basi per un successo esplosivo !
Qualcosa su cui tutti gli utenti dovrebbero porre più attenzione, tanto per la conoscenza quanto per la consapevolezza.
Il digitale cambia SEMPRE!
Un ottimo articolo su whatsapp
Articolo molto interessante che spiega la vicenda dell’app WhatsApp acquistata da Mark Zuckerberg
Unificare le app? Non sono pienamente daccordo.
Articolo ben strutturato, non conoscevo tutta la storia di Whatsapp, veramente molto interessante.
Complimenti! Articolo super chiaro ed esaustivo
Articolo pieno di notizie interessanti e scritte in modo molto chiaro ed esaustivo.
Bell’articolo molto esaustivo
ottimo articolo!
Complimenti per l’articolo! Contiene molte informazioni interessanti!
Bell’articolo! Brava Guendalina!
Articolo molto ben scritto complimenti! Quanto all’unificazione delle chat stiamo a vedere. Personalmente non mi sembra un vantaggio per l’utente ma posso anche sbagliare. Già il fatto che ogni down di Facebook porti dietro anche Instagram e Whatsapp (e ultimamente non è evento raro) mi da molto fastidio. Anche le chat unite… boh!
Ottimo articolo! Complimenti per la scrittura chiara
Per andare controcorrente: viva Telegram!
bello escano articoli così che aggiornino sui cambiamenti quasi in tempo reale
Mark Zuckerberg non sta mai con le mani in mano e occorre starci all’occhio per capire dove e come possono essere usati i nostri dati.
Grazie Antonia! :)
Interessante ripercorrere la storia di un’app che ad oggi è “storia”!
Direi che l’unificazione delle varie piattaforme di chat, come messenger, whatsapp ed instagram, in una sola si presenta come una mossa azzardata. Chi non vuole condividere con i social i propri dati sarà messo in difficoltà.
Staremo a vedere…
Guendalina posso farti i miei più sinceri complimenti sul tuo raticolo? Bello, interessante e scritto molto bene! Difficilmente leggo gli articoli fino alla fine ma il tuo mi è piaciuto dalla prima all’ultima riga.