La maggior parte delle imprese italiane ha un Ecommerce? Quali settori sono in crescita e quali competenze digitali mancano nel nostro paese? Rispondere a queste domande non è semplice perché il panorama delle imprese italiane presenta un tessuto economico costituito per lo più da PMI (piccole e medie imprese). Sappiamo però che in Italia di tutte le imprese con almeno 10 dipendenti appena una su sette ha un ecommerce e questo poiché spesso le aziende non hanno una conoscenza adeguata né i sufficienti mezzi per investire nel commercio online. Digitalizzare un’azienda non è affatto semplice per una serie di motivi, ma riuscire a farlo darebbe una spinta notevole al fatturato, leggi questo articolo se vuoi saperne di più.
In Italia la maggior parte delle imprese ha un Ecommerce?
Come già precedentemente affermato, secondo i dati ISTAT solo un’impresa italiana su sette con almeno 10 addetti ha un ecommerce. La percentuale si abbassa ulteriormente se prendiamo in considerazione le aziende che hanno effettuato vendite online per un valore almeno pari all’1% del proprio fatturato totale.
Secondo quanto riportato nel report 2021 di Casaleggio Associati, si stima che nel “Bel paese” abbiano abbassato definitivamente le serrande oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato, a seguito della pandemia da Covid 19, ma allo stesso tempo sia aumentato il numero di imprese che si sono registrate con codice ATECO 47.91.1 (relativo al commercio on line primario o secondario), 10.467 nello scorso anno, con una crescita di oltre il 50% rispetto ai docici mesi precedenti, quando le nuove registrazioni erano state 6.968.
Un altro dato importante è quello rappresentato dalla conversione alla vendita on line, nel periodo pre covid le PMI che vendevano online tramite ecommerce erano il 9% del totale, mentre a fine anno sono aumentate al 17,2% , con un incremento dell’8,2%. L’aumento di vendite tramite social media o con altre modalità (es. moduli online) è inoltre passato dal 15,6% pre emergenza, al 27,8% (+12,2 punti). Se consideriamo che in in Italia ci sono circa 6 milioni di imprese – fonte Anagrafe Nazionale delle imprese – possiamo vedere che quindi le imprese italiane che hanno un ecommerce siano una minima parte del totale.
Quale settore del commercio elettronico ha più successo in Italia?
Per fornire una fotografia efficace degli ecommerce italiani può essere utile una suddivisione tra le aziende B2B e B2C. Il Rapporto Esportazione ecommerce delle imprese italiane redatto in collaborazione dal Politecnico di Milano e Osservatori Digital Innovation fornisce un’analisi approfondita e i possibili trend di crescita per i prossimi anni.
Le imprese italiane con ecommerce B2B
Il Business to Business, cioè la fornitura di servizi tra imprese, occupa una fetta preponderante nel commercio elettronico in Italia, il suo fatturato incide sul 75% del totale degli acquisti effettuati tramite il web. Sono 7500 i siti di ecommerce riconducibili ad aziende B2B, di cui ben il 76% micro imprese con meno di 5 dipendenti.
In Italia i settori più importanti sono:
- Largo consumo
- Metalmeccanico
- Automobilistico
- Utility
- Pubblica Amministrazione
- Tessile
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Le imprese italiane con ecommerce B2C
Secondo la ricerca condotta dal Politecnico di Milano e dall’Osservatorio della Digital Innovation in Italia il valore della domanda ecommerce che offre servizi ai consumatori (Business to Consumers – B2C) ha supera i 23,6 miliardi. Un valore praticamente raddoppiato se rapportata ai dati di meno di 10 anni fa.
Il cambiamento nel volume di acquisti effettuati online è la spia di un mutamento delle abitudini dei consumatori. Infatti, ben 16,2 milioni di italiani hanno acquistato beni e/o servizi online almeno una volta a settimana con una spesa pro capite di 1357 euro all’anno.
Mutano le abitudini d’acquisto, ma anche le categorie di compere via web. In passato venivano acquistati soprattutto servizi, mentre negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza. Come vedremo tra poco, i settori trainanti sono il food, il beauty e l’home living (casa e arredamento). Tuttavia, il retailing online influisce solo per il 5,7% sul totale degli acquisti degli italiani, anche per il mancato accesso ad Internet da parte di un quarto degli italiani (Fonte: Report Cittadini, imprese e ICT).
Fatturato ecommerce in Italia
Secondo il report di Casaleggio Associati il settore del commercio elettronico ha portato in Italia un giro d’affari pari a 48.256.975.885 euro nel 2020 con un tasso di crescita negativo dell’ 1% rispetto all’anno precedente (2019), con una inversione di trend rispetto a quanto avvenuto initerrottamente dal 2004. Le Regioni italiane leader nella crescita del retailing online sono state la Lombardia che rappresenta il 36,76% del fatturato italiano pari a 5,73 miliardi di euro e l’Umbria che influisce per il 13,63%. Numeri più bassi, ma comunque positivi per Campania, Lazio ed Emilia Romagna che contano ciascuna per il 6%.
Le statistiche degli acquisti online
È il tempo libero il settore forte dell’ecommerce italiano e rappresenta il 48% del fatturato, anche frutto dell’ascesa del gioco online. Al secondo posto nella distribuzione dei fatturati troviamo i Centri Commerciali on line, che superano il settore del turismo che paga una perdita del 58% sul fatturato rispetto al periodo pre pandemico e scende dal 26% all’11% del totale.
A seguire abbiamo il settore delle Assicurazioni, con il 5%,stessa percentuale dell’alimentare che è il settore che vanta la maggiore crescita, guadagnando 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
L’elettronica di consumo rappresenta il 4%, mentre la moda, con il 2% ma in crescita, copre parazialmente le perdite derivanti dalle chiusure dei negozi fisici. Chiudono la classifica per le spese on line, i settori Salute e bellezza, e Casa ed arredamento, che complessivamente pesano ancora meno dell’1% del totale, anche se negli ultimi due anni questi settori sono cresciuti considerevolmente, con un aumento del fatturato generato on line rispettivamente del 39 e del 24%, confermando dunque di essere i settori con maggiori potenzialità per il futuro
Continua a leggere l’articolo per scoprire come la maggior delle imprese italiane che ha un ecommerce può migliorare il proprio fatturato.
Tecniche usate dalle imprese italiane per vendere online
La maggior parte delle imprese italiane che hanno un ecommerce deve predisporre una digital strategy per la vendita dei propri prodotti o servizi online.
Le aziende italiane utilizzano per lo più i seguenti mezzi per fare breccia nel target e indurre alle conversioni:
- social commerce: chi acquista online nel 87% dei casi è stato influenzato da quanto ha visualizzato nella propria home di Facebook o Instagram. Inoltre, secondo la ricerca il 40% dei merchant usa i social per comprare online. Tali possibilità sono state implementate su FB e IG attraverso il button “vetrina”;
- omnicanalità: le imprese italiane stanno investendo nella realizzazione di una customer journey sempre più user friendly in modo tale da ridurre al minimo i momenti di frictionless, cioè le interruzioni nei processi di acquisto. Nell’ultimo anno tali strategie hanno portato ad una crescita del 7% rispetto all’anno precedente incidendo per il 34% sul totale del fatturato mobile delle imprese italiane;
- strategia human centred: premettendo che l’audience dovrebbe essere sempre al centro, in questo caso si fa riferimento alla creazione di esperienze personalizzate che riescono a coccolare l’utente per poi spingerlo all’acquisto. Negli ultimi anni questa strategia si sta diffondendo grazie all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale all’interno degli ecommerce che consentono di riadattare la pagina visualizzata in base ai dati dell’utente profilato;
- mobile payment: si stanno diffondendo su scala mondiale gli acquisti tramite smartphone. Di conseguenza, i player dovranno migliorare le soluzioni di pagamento mobile affinché le transazioni si svolgano senza intoppi tramite questi device sempre nelle nostre mani.
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Ecommerce: un’opportunità per le PMI
Ragionando in ottica strategica in Italia le PMI sono le aziende che potrebbero beneficiare di più con la vendita di prodotti o servizi online. Sempre secondo il Report di Casaleggio Associati le PMI italiane che hanno un ecommerce sono il 9% del totale, contro una media europea del 15%.
Per una piccola impresa locale la conoscenza di software ecommerce come Magento può essere un vantaggio competitivo.
Una survey di Confartigianato ha analizzato 400 piccole-medie imprese a vocazione artigianale constatando che il titolo di studio influisce per il 97,9% tra gli imprenditori che optano per la vendita online. Appena il 12% delle PMI è attivo nel commercio online e ben il 55% hanno visto i benefici di avere un ecommerce in termini di aumento del fatturato (+6%). Inoltre, un aspetto chiave della vendita online è la possibilità di aprire all’export verso i mercati esteri.
Perché la maggior parte delle imprese italiane non ha un Ecommerce?
Dopo aver visto l’identikit dell’ecommerce in Italia, è il momento di comprendere perché il commercio online fa fatica nel nostro paese rispetto ai competitor d’oltralpe e su quale strada occorre investire affinché crescano le entrate degli ecommerce delle imprese italiane. Sono principalmente due i motivi per cui la maggior parte delle imprese italiane non ha un ecommerce.
Scarse conoscenze tecnologiche
In questo caso ci giunge in soccorso il report ISTAT Cittadini, imprese e ICT che delinea la situazione italiana in miglioramento riguardo l’uso delle ICT, ma comunque in netto ritardo rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea. Tale gap è stato rilevato sia dal punto di vista delle imprese che dei cittadini.
Percentuale imprese con almeno 10 dipendenti per livello di digitalizzazione – Fonte ISTAT Cittadini, imprese e ICT
Dipendenti 10-49 | Dipendenti 50-99 | Dipendenti 100-249 | Dipendenti +250 | Totale | |
Molto alto | 1 | 2,9 | 4,7 | 9,2 | 1,4 |
Alto | 11,2 | 18,1 | 24,3 | 34,8 | 12,6 |
Basso | 30,8 | 35,7 | 38,3 | 35,5 | 31,5 |
Molto basso | 57 | 43,3 | 32,7 | 20,5 | 54,6 |
Infatti, solo il 44% della popolazione in Italia acquista online e appena il 10% delle imprese vende i propri prodotti attraverso i canali del retailing online. Il presidente di Netcomm Roberto Liscia ha colto il nocciolo della questione riguarda la scarsa presenza di ecommerce in Italia rispetto ad altri paesi: “C’è una correlazione lineare tra le competenze digitali di un paese e la possibilità di sviluppare una proposta ecommerce”. Secondo il presidente di Netcomm le imprese italiane soffrono per la “bassa competenza digitale” e sono quasi costrette a fare outsourcing vendendo sui marketplace. Per questo motivo, diventa fondamentale acquisire competenze specifiche che ti potrebbero permettere di avviare una carriera come consulente di vendita online.
Mancata conoscenza degli incentivi
L’altra faccia della medaglia riguardo la mancata digitalizzazione delle imprese italiane è la scarsa conoscenza degli incentivi per passare ad imprese 4.0. La legge di Bilancio ha recentemente offerto ben 4 chance per la modernizzazione delle imprese italiane:
- iperammortamento: consente l’investimento in beni materiali 4.0;
- Sabatini iter: è la concessione di un contributo da parte del Mise (Ministero Sviluppo Economico) in seguito all’acquisto di macchinari, attrezzature e software (nel caso degli ecommerce puoi scegliere se acquistare Magento o Prestashop);
- bonus formazione 4.0: concessione di un credito di imposta per le aziende che investono nella formazione digitale, magari acquistando un Corso con Certificazione in E-Commerce Specialist;
- Voucher Innovation Manager: per le aziende italiane che necessitano di consulenze di esperti per compiere l’auspicata digitalizzazione.
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In quali paesi il commercio elettronico è più sviluppato?
Paesi UE
In Europa viene registrata la più alta penetrazione di Internet al mondo con la quota del 69% degli internauti che ha effettuato almeno un acquisto negli ultimi 12 mesi. L’incremento percentuale attestato nell’ultimo anno è stato del 9% per un ammontare complessivo di 313 miliardi di euro. I capifila sono Gran Bretagna, Germania e Francia. In particolare, un dato interessante riguardo il Regno Unito che è terzo al mondo per le transazioni online via mobile.
In questi dati si colgono le difficoltà in cui navigano la maggior parte delle imprese italiane che hanno un ecommerce e che spesso faticano a trovare un audience digitalmente preparata come nel resto dei paesi dell’Unione Europea.
Paesi extra UE
Lo scorso anno 2,81 miliardi di individui hanno effettuato almeno un acquisto online generando complessivamente un giro di affari pari a 2875 miliardi di dollari superiore del 12% rispetto ai dodici mesi precedenti e con un’incidenza dell’11% rispetto al commercio globale tra offline e online.
L’area dell’Asia Pacifico capeggiata dalla Cina del colosso Alibaba ha transato quasi 2000 miliardi precedendo gli Stati Uniti del rivale Amazon. I grandi player delle vendite online stanno sperimentando alleanze per affinare le tecnologie ed espandere il proprio business online. Un esempio è l’alleanza tra Google e Wall Mart nell’ambito dell’assistente vocale.
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Giornalista pubblicista classe ’94 con una forte passione per il calcio e il digital marketing. Prima di approdare nell’universo digitale ho collaborato con tv e giornali offline.
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Carico per la WEX con Digital Coach nel Team di Marketing Automation
Perchè essere presenti online se poi non si da ai consumatori la possibilità di acquistare utilizzando questo canale?
Oggi che il cliente vuole tutto subito non dotarsi di un ecommerce che gli permetta di soddisfare questa esigenza è un grave errore strategico.
Altro grave errore è precludersi i mercati internazionali non consentendo a clienti stranieri di acquistare comodamente con un click i nostri prodotti dal nostro ecommerce, soprattutto se vendiamo merce made in Italy.
L’Italia, in termini di competenze digitali e piattaforme del genere, purtroppo è molto indietro; sebbene, sponsorizzando, al meglio, il Made in Italy, il fatturato dell’intero Paese crescerebbe a dismisura. Ecco perché, sostengo fermamente che un’ottima educazione digitale sia l’essenziale affinché il Bel Paese fuoriesca, e abbandoni del tutto, l’impasse economico in cui è piombato e si trova tutt’ora.
Interessante vedere quante attività ancora non hanno aperto un e-commerce dato che si tratta di un settore in grande crescita negli ultimi anni. Bell’articolo con dati molto significativi.
L’Italia purtroppo non è ancora al passo con i tempi in questo settore, anche se c’è stato un notevole aumento “grazie” alla pandemia. Speriamo di assistere ad un incremento delle strategie e-commerce, supportate da un’adeguata competenza, piuttosto che dall’improvvisazione data dalla fretta.
Sadly Italy lags behind also in this regard, southern Europe can learn a lot from India and China here. Most purchases nowadays in the world are done more online than offline
L’e-commerce è il futuro e questo periodo difficile lo ha insegnato a tutti. Chi si è fatto trovare pronto ha superato la crisi senza troppi problemi. Chi ha un’attività offline dovrebbe puntare molto sulla digitalizzazione.
Articolo molto interessante con contenuti utili. Non esiste più se fai e-commerce è un plus, ma è diventata una necessità se l’azienda vuole crescere.
Sviluppare un proprio e-commerce sicuramente rappresenta una strategia vincente e la pandemia questo ce lo ha insegnato molto bene. Speriamo che molte realtà medio-piccole italiane investano in questo processo di digitalizzazione del proprio business. Sarà sicuramente una forte spinta per uscire dalla crisi post pandemia e aiuterà a ritornare ad un giro d’affari pre pandemia nel minor tempo possibile.
La pandemia ha accellerato la volontà da parte delle azienda italiane a buttarsi nel mondo della vendita online. “Buttarsi” in alcuni casi è proprio la parola giusta. Le competenze di Digital Marketing non si possono acquisire da un momento all’altro e farsi seguire da professionisti è la scelta giusta.
Assolutamente no, poche aziende, circa il 10% in Italia hanno un e-commerce. Farglielo capire che è importante… Grazie per l’articolo! Magari può essermi utile farlo leggere a qualcuno
Io sto creando un e-commerce per la piccola azienda di famiglia, spero di poter riuscire a fare crescere le vendite tenendo in considerazione anche del momento storico che stiamo vivendo. Penso che sia davvero la svolta per moltissime aziende, sicuramente da non sottovalutare e porre molta attenzione a molti aspetti.
A fine 2020 risulta che la percentuale delle aziende italiane ad avere un ecommerce sia circa il 30 % del totale. Ha avuto quindi un grande incremento rispetto al 2018 e chissà nei prossimi anni quanto salirà ancora.
Articolo incredibilmente completo che fornisce una grande panoramica della situazione italiana. L’ecommerce dunque ha dei grandi margini di crescita tuttavia la poca digitalizzazione del nostro paese e soprattutto la scarsa conoscenza degli incentivi ad esso connessi rappresentano uno stop. Sarà bello vedere le stesse statistiche il prossimo anno dopo l’esperienza del lock down, mi auguro ci sia una grossa crescita del mercato elettronico
L’ecommerce delle aziende italiane è cresciuto molto in questi ultimi mesi a causa del Covid, ma c’è ancora molto da fare.
Non mi sarei mai aspettata che tra i motivi del ritardo tecnologico ci fosse la non conoscenza degli incentivi per convertirsi alla digitalizzazione.
L’e-commerce è oramai il futuro per ogni impresa!
Articolo dettagliato e pieno di contenuti chiarificatori su aspetti che riguardano l’affascinante mondo dell’e- commerce. Purtroppo l’Italia si sta mettendo al passo con gli arti paesi solo adesso, a causa di un evento mondiale spiacevlissimo. Ma è noto che le crisi portano a delle spinte di crescita. Speriamo che molti imprenditori italiani colgano questo aspetto, e capiscano quanto si può “ricavare” dall’aggironamento e dall’investimento sull’on-line!
Un articolo preciso e molto ricco di contenuti. Mi ha chiarito tantissimi aspetti e consiglio a tutti la lettura in quanto è molto dettagliato e aiuta a capire come sia importante per un impresa inserimento dell’ecommerce.
Panoramica realistica su come purtroppo l’Italia sia indietro anche in questo campo. C’è ancora una mentalità vecchia, o mancano le competenze e sopratutto la volontà di aggiornarsi e di voler investire. Siamo ormai in un periodo in fare acquisti online sta diventando una consuetudine per molti, avere un e-commerce è indispensabile per restare sul mercato.
L’e-commerce rappresenta oggi un settore del commercio con tassi di crescita altissimi year-on-year. Nel nostro Paese, come emerge anche in questo articolo, la diffusione dell’e-commerce e’ ancora agli albori. Questo rappresenta senz’altro una grande opportunita’ per le imprese italiane che pensano di spostarsi al commercio elettronico! Ovviamente, come sempre, per avere successo occorre non improvvisare, in particolare nell’e-commerce dove le varibili da monitorare sono innumerevoli e sicuramente richiedono l’ausilio di specifiche professionalita’.
L’ecommerce è una realtà alla quale non si può rimanere indifferenti. Se non ci si aggiorna e rimane al passo con i tempi, si rischia di rimanere indietro, definitivamente! Digitalizzarsi oggi come oggi per un’azienda è fondamentale. Una leva importante per far crescere il proprio business
Come spesso accade penso sia un problema prima di tutto culturale, le persone faticano in generale a vivere i cambiamenti, di solito li subiscono. Non dovrebbe essere così, e il successo di coloro che fungono da pionieri lo dimostra, ma capisco anche che non sia facile per chi gestisce una piccola impresa trovare il tempo e la forza spirituale per formarsi a dovere o seguire gli input che il mondo offre, le cose di cui occuparsi sono molte e delegare non è semplice o fattibile in molti casi.
Articolo molto interessante, il quale da una panoramica esaustiva riguardo la diffusione delle-commerce in Italia e nel mondo. Mi ha fatto capire quanto spazio ci sia ancora per l’e-commerce e quanto diventerà importante in futuro.
Articolo ricco di ottimi contenuti e spunti
ora come ora, soprattutto dopo questa pandemia chi non ha un Ecommerce é fuori dal mercato. é il momento giusto per cavalcare l’onda e diventare un professionista in questo settore.
Difficile far capire a molte aziende che ancora non hanno un e commerce che è un canale fondamentale per acquisire nuovi clienti! Questo periodo così particolare, sicuramente, cambierà un pò la visione avuta fino ad oggi.
Articolo molto ricco di contenuti, interessante e davvero utile. L’e-commerce è un must da conoscere in questo momento.
Un modo di fare impresa sempre più in crescita e dalle potenzialità ancora in parte inesplorate
Interessante questo report, che purtroppo evidenzia quanto l’Italia sia ancora indietro, anche se in crescita.
Il Coronavirus sta portando più coscienza sul tema nei cittadini e nelle aziende… Ma per le aziende che non si erano preparate prima della pandemia c’è il forte rischio che sia troppo tardi per implementare un e-commerce, in un periodo di stop forzato così lungo… in conclusione, l’ignoranza tecnologica è stata più che mai penalizzante!
Sicuramente l’e-commerce è uno strumento utile e sempre più necessario, è un investimento che l’azienda deve tenere in considerazione al giorno d’oggi.
Questi dati ci dicono che sicuramente l’e-commerce è un ambito con molta possibilità di crescita e ciò si può tradurre in opportunità lavorative per chi si forma in questo campo.
Sicuramente questo è un argomento molto difficile da trattare sul nostro panorama nazionale. Mi rendo conto lavorando anche come costruttore di siti web che la situazione non è delle più semplici. La cosa che frena il 90% di queste imprese a sbarcare nel mondo dell’online sono gli investimenti. Per questo mi chiedo se un giorno sarà mai possibile che esistano ancora. L’articolo mi ha chiarito diversi aspetti che non avevo preso in considerazione comunque. Grazie mille!
Sicuramente la situazione attuale darà una forte spinta alle vendite online e forse potrà essere la chiave che salverà molte imprese.
Credo che questo periodo difficile possa, nel bene o nel male, contribuire a cambiare molte logiche e realtà aziendali, aprendo all’utilizzo di e-commerce
Io credo che l’e-commerce in Italia stenti a decollare per una questione di fiducia del consumatore. Fiducia che deve ancora conquistata dai player del settore. Inoltre vorrei vedere i dati di quanti usano o posseggono una carta di credito. Detto questo a poco a poco credo che anche il nostro paese arriverà ai numeri dell’Europa.
Un articolo ricco di un’attenta analisi della situazione attuale nel nostro paese e nel mondo e aiuta a capire come l’e-commerce sia un canale di investimento sempre più promettente e necessario.
In Italia sono veramente poche le aziende che investono in questo settore in continua crescita!
È molto difficile che in Italia le PMI investano tempo e risorse in un e-commerce perché, purtroppo, manca un’educazione al marketing digitale. Spero la situazione cambi!
Questo articolo evidenzia come delle competenze nella SEO, nella SEM e nelle strategie di marketing digitale oggi facciano la differenza! Molte imprese sottovalutano l’e-commerce, quando in realtà è il punto di forza dei giorni nostri.
Articolo molto interessante sopratutto nella parte delle statistiche degli acquisti online!
Siamo appieno nell’era del digitale, fare acquisti online sta diventando una consuetudine per molti. Credo che avere un e-commerce valido sia indispensabile per restare sul mercato e competere con la concorrenza. Bene affidarsi a persone esperte però, perché se il lavoro non è fatto bene, ne paga le conseguenze lo stesso negoziante che ha evitato di investire adeguatamente nel progetto.
Un articolo specifico e dettagliato, complimenti! Le PMI sono davvero le aziende che potrebbero beneficiare di più con la vendita di prodotti/servizi online.
Osservazioni interessanti e risapute in questo articolo. credo che la situazione rispecchi come é strutturato il nostro tessuto commerciale e la nostra demografia. Siamo un paese pieno di piccole imprese che fanno fatica a sostentarsi figuriamoci a mettere in piedi un e-commerce che in termini di investimento e di tempo e conoscenza é tutt’altro che banale..certo che solo lo 0,3% delle imprese che hanno un e-commerce é da un lato inquietante e dall’altro indicativo di quanto spazio ci sia in italia per l’implementazione di questo genere di attività
Di sicuro avvicinarsi al commercio online è una grossa opportunità. E’ fondamentale essere preparati e non lasciare nulla al caso, perché il mondo online è molto competitivo e ogni azienda dovrebbe valutare con attenzione questa opportunità.
Purtroppo o per fortuna si paga ancora la scarsa digitalizzazione di tantissime imprese italiane… Avere un e-commerce senza poi una reale base di conoscenza su come gestirlo e quali canali digitali abbinare può comportare scarsi vantaggi.
Credo che l’e-commerce B2C sarà in forte aumento nei prossimi anni, un settore che stenta a decollare è il food per differenti motivi
Tanti dati utili in questo articolo, per capire la situazione dell’E-commerce in Italia e nel Mondo e soprattutto far capire l’importanza di questo potentissimo strumento di vendita oggi oramai necessario ai più.
Io credo che al giorno d’oggi digitalizzarsi è diventata una chiave indispensabile, sono molte le aziende che ci provano e che, aimè, non hanno successo e quindi pensano che non sia possibile guadagnare con l’online, quando poi basterebbe affidarsi a degli esperti e non pensare che basti aprire una pagina facebook e un profilo su instagram
Molte Imprese affiancano alla loro attività tradizionale l’e-commerce !
Reputo l’e-commerce un ottimo aiuto per far crescere le vendite.
Ovviamente serve sfruttare al meglio la SEO e SEM
Articolo molto ricco di contenuti altamente dettagliati e che chiariscono molti aspetti riguardanti L’e-commerce nelle imprese! Bellissimo articolo Francesco!