Chi è il Digital Ecobrand Manager? E’ una nuova figura professionale che si occupa della cura della brand nelle aziende della green economy così come di tutto quello che afferisce al mondo della green economy stessa, ovvero: l’economia circolare, il risparmio energetico, le energie alternative, lo sviluppo sostenibile, il packaging green, la tutela dell’ambiente e la responsabilità sociale d’impresa.
Come riesce un Digital Ecobrand Manager a creare e rafforzare il brand di aziende appartenenti alla green economy, ad evidenziarne e renderne credibili le peculiarità?
Ne parliamo con Letizia Palmisano giornalista ambientale, social media manager e influencer strategist che di recente ha ricevuto il Macchianera Internet Awards come Premio speciale per l’impegno nella divulgazione dei temi legati all’economia circolare.
Il background del Digital Ecobrand Manager
Ci puoi raccontare qual è il tuo background?
Sono circa 10 anni che lavoro nel campo della comunicazione ambientale. Tutto è nato da due grandi passioni: una per uno stile di vita ecosostenibile e l’altra per il giornalismo. Ho studiato giurisprudenza pensando che il giornalismo e l’ecosostenibilità sarebbero rimaste nell’ambito personale, quello di una passione appunto. Ad un certo momento ho deciso di fare delle mie passioni il mio lavoro. Sono diventata giornalista per fare comunicazione di battaglie ambientali a cui tenevo particolarmente. Visto che allora come comitati non avevamo una lira, gli unici strumenti erano fare attività di ufficio stampa da un lato, e dall’altro usare i primi strumenti web, in particolare i blog inizialmente e poi i social. Non sapevo dare un nome alla professione che avrei fatto da lì in avanti e che oggi potremmo definire Digital Ecobrand Manager.
Come fare conoscere un prodotto innovativo e green
Rispetto a un prodotto tradizionale come si promuove un prodotto green?
Quando noi cerchiamo un oggetto da comprare se non ne capiamo le qualità o il valore che c’è dietro confrontiamo solamente il prezzo. A volte anche per l’aspetto green il prezzo è vincente. Ad esempio se scelgo un elettrodomestico che mi garantisce un’efficienza energetica, anche se costa inizialmente di più, poi in realtà mi farà risparmiare. Ma in altri casi tu devi spiegare che quel bene ha un valore superiore magari oltre all’uso. Se un bicchiere, ad esempio, è anche compostabile e quindi può essere smaltito con l’umido, potrà nutrire la terra e non essere un rifiuto da smaltire. Un’azienda deve essere in grado di raccontare il valore aggiunto del prodotto che non sempre è il minor costo. I prodotti non parlano da soli. Un consiglio che do spesso alle aziende, è di far capire il lavoro che c’è dietro ad un prodotto, anche in termini di innovazione, di ricerca, di investimento nel personale. Perché poi a volte, al di là dell’utilità dell’oggetto, ci si affeziona anche all’idea di poter supportare un progetto che c’è dietro un azienda. Uno strumento utile per chi vuole capire come coniugare la professione digitale e quella della comunicazione dei prodotti/servizi eco-sostenibili, quindi diventare un Digital Ecobrand Manager , è il libro di Luca Carosi “Green branding”.
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La case history dell’azienda “Minimo impatto”
Come si imposta la strategia digitale per creare un brand come “Minimo impatto”?
La prima regola è accettare attività di comunicazione solo di realtà che uno può sposare. Nel senso che si deve essere convinti che dietro c’è un bel progetto da comunicare. Nel caso di “Minimo impatto” ci sono due persone che si sono rese conto che avevano difficoltà a trovare soluzioni a minimo impatto ambientale nel loro quotidiano. E quando le hanno trovate hanno pensato che dovevano condividerle con gli altri. La prima regola che ho dato loro, è stata quella di essere molto trasparenti; di far sì che le persone potessero conoscere un prodotto, spiegargli il suo valore aggiunto. Era necessario rispondere alle domande delle persone utilizzando anche i social per aprire le porte a chi non poteva andare sicuramente in azienda. E questo contatto diretto ha creato un grande rapporto di fiducia che negli anni si è consolidato. Di recente, tra l’altro, è successa una cosa molto bella. Una cliente aveva comprato dei costumi a minimo impatto e ha fatto spontaneamente un video con i costumi postandolo su Facebook. Un’altra cosa bella che fanno nell’azienda “Minimo impatto” è che ascoltano le persone. Ovvero capitano persone che dicono: “io vorrei essere green in questa cosa ma non trovo il prodotto green”. Allora “Minimo impatto” spesso si è messa a dialogare con le aziende e produttori per dire quale era il prodotto green mancante o magari da modificare per un migliore utilizzo. Tra gli utilizzatori finali si sono creati nei social anche delle piccole community per confrontarsi sui prodotti e fare delle proposte.
La case history della campagna nazionale #ItaliainClasseA
Come hai strutturato la Campagna Nazionale di formazione sull’Efficienza Energetica per ENEA?
Nella seconda annualità della Campagna #ItaliainClasseA ho lavorato tra i professionisti che hanno seguito la comunicazione social. La campagna si articolava in dieci tappe in giro per l’Italia. Ogni tappa aveva mediamente cinque eventi rivolti a pubblici molto diversi. Quindi abbiamo pensato di strutturare una campagna che prevedesse: da un lato un’informazione costante, perché venivano date tante informazioni in maniera professionale ma anche in parte ironica. Tra i professionisti c’è infatti anche Diego Parassole che è un comico molto attento alla sostenibilità ambientale. Abbiamo strutturato la campagna praticamente con tutti i social che abbiamo ritenuto utili: Facebook che è stato ovviamente il più utilizzato; Twitter che raccontava le dirette. Ma non potevano mancare Instagram, visto che parte del pubblico era quello dei teenager, o LinkedIn in cui ovviamente il B to B è un po il re. Infine Youtube per raccogliere i contenuti video. I social sono stati sicuramente dei validissimi alleati.
Se vuoi diventare un professionista del digitale, iscriviti al Master Digital Innovation Program. Mentre se vuoi curare in modo particolare il brand di un’azienda puoi iscriverti al corso di Digital Storytelling o Web reputation and social media monitoring.
Infine, se vuoi approfondire l’argomento green nel marketing, leggi il nostro articolo sul green digital marketing.
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Prendo i cambiamenti che la vita ti “propone” come una nuova opportunità. Sono una neverendig student sia per poter svolgere al meglio il mio lavoro sia perché mi piace confrontarmi con idee diverse dalle mie.
Essendo io stessa sensibile alla tematica della sostenibilità ambientale, credo che questo tipo di professione si affermerà sempre di più grazie all’inversione di marcia obbligatoria a favore dell’ambiente per tutti i paesi del mondo. Sicuramente bisogna sapere bene sottolineare il valore aggiuntivo del prodotto green rispetto a quello tradizionale, nonostante ora trovare prodotti ecologici è molto più semplice ma ancora a prezzi talvolta alti. E.. Complimenti a Letizia per il premio! :)
Un’interessante intervista dove il digitale insieme ad una comunicazione impostata sul trasmettere il valore del prodotto sono in grado di dare una forte spinta anche al settore green.
Ecobrand manager figura che secondo me sarà sempre più rilevante all’interno di un team. I tempi stanno cambiando velocemente e bisogna essere aperti ed anticipare anche un economia diversa, più rispettosa rispetto agli anni passati. Complimenti per l’articolo
Intervista molto interessante, credo ci sarà sempre più bisogno di figure professionali di questo genere. Prendere a cuore l’impatto ambientale e saper trasmettere il valore aggiunto alle proprie attività e ai propri prodotti, permetterà al consumatore di riconoscersi nei valori aziendali e di sposarli a sua volta, diventando un cliente fedele.
Intervista interessante che mette insieme due tematiche a me molto care top digital e Green Economy. Questa è sicuramente una figura professionale fondamentale per il nostro futuro e credo che tutte le aziende multinazionali dovrebbero avere per pensare in “green”.
Articolo molto interessante, non conoscevo questa figura.
bella questa idea di green economy.
Altra professione che non conoscevo, ottima intervista su come un Digital Ecobrand Manager riesca a rafforzare il brand di aziende appartenenti alla green economy, rendendo credibili le loro caratteristiche.
Ascoltare il cliente è fondamentale: bello che si creino figure specializzate in alcuni settori che possano dar voce e fare pubblicità parlando da competenti
Digital Marketing e Green Economy insieme, ottima combinazione. Bell’articolo!
Ottima intervista, un grande lavoro per delle grandi cause! :)
interessante intervista :)
Una idea grandiosa!
Intervista interessante su come promuovere un prodotto, da vedere sicuramente
Non avevo mai sentito parlare di questa figura professionale, ma sono positiva che in futuro sarà sempre più comune nelle aziende.
Essere green, avere prodotti green e saperlo comunicare non è da tutti. Grande Letizia!
Considerando che il digital marketing ad oggi sta ricoprendo uno sfondo completo per la società, reputo molto intelligente questa strategia, parlando di Ecobrand attraverso un articolo, di modo che tutti possano entrare in quest’ottica. A maggior ragione in quanto sono io la prima ed essere molto legata al “risparmio” inteso come rispetto dell’ambiente.
Sono certa che la figura del Digital Ecobrand Manager diventerà sempre più diffusa e acquisterà sempre più importanza. Essere green, avere prodotti green e saperlo comunicare: un mix perfetto.
Come la conoscenza del digital marketing e il rispetto per l’ambiente possono combinarsi per contribuire al raggiungimento di risultati lodevoli!
“Una buona testa ed un buon cuore sono sempre una formidabile combinazione”
(Nelson Mandela)
Intervista interessante, soprattutto sugli esempi portati da “Minimo Impatto”. Bisognerebbe scoprire e comprendere quali sono le reali potenzialità oggi di una nuova figura professionale come questa sul mercato.
Nuova interessante figura professionale di fondamentale importanza per il futuro. Sostenere la green economy è un must per la salvaguardia del pianeta e per il rispetto della natura.
Essere green e saperlo comunicare, per in azienda è una marcia in più!
Il Digital Ecobrand Manager è una figura chiave nella green economy. E in un mondo al collasso climatico ci vuole.
Grazie Nadia per quest’intervista, dopo averla letta sono riuscita a dare un nome alla professione che vorrei svolgere in futuro! Credo che del digital ecobrand manager si sentirà parlare sempre di più, anche se magari questa ‘etichetta’ resterà tra gli addetti ai lavori. Un aspetto interessante da approfondire sarebbero le strategie utilizzate per raccontare al pubblico il valore aggiunto dei prodotti green.
Articolo molto interessante su come la figura del Digital Ecobrand Manager possa aiutare le aziende della green economy
Sostenere la green economy può aiutare il pianeta. I professionisti digitali hanno gli strumenti per rendere visibili le aziende coinvolte in questo settore. La Digital Ecobrand Manager è una figura ancora poco conosciuta, ma di cui sentiremo sempre più parlare.
Nuova figura professionale interessante e fondamentale per il nostro futuro. Oggi tutte le aziende multinazionali e non dovrebbero pensare e agire “green”. Grazie per l’impegno di Letizia e per l’intervista di Nadia!
Letizia è stata molto brava a individuare, come esperta di comunicazione, una nicchia ben precisa che corrisponde anche ad un suo forte interesse. Più in generale, per quanto riguarda la scelta delle aziende di offrire al mercato prodotti ecosostenibili di prezzo magari superiore a prodotti analoghi non green, sarei curiosa di sapere se paga in Italia in questo momento storico.
Intervista interessante! Una nuova professione tutta green
Il difficile compito del Digital Ecobrand Manager è mettere in risalto le peculiarità dei prodotti affinché si prenda coscienza che il valore aggiunto di un prodotto non sempre è il minor costo. Noi tutti dovremmo ricordarcene e prediligere i prodotti che in qualche modo preservano il nostro pianeta.
Brava Grazie per la condivisione Hai Aperto una porta !
articolo ben costruito e che valorizza nuove importanti figure nel management moderno
Ottimo Artcolo. Non ho mai sentito parlarsi di un Digital EcoBrand Manager ed e rimasto impresso
Nell’intervista Letizia Palmisano dice una cosa importante che condivido anche io in prima persona :”accettare attività di comunicazione solo di realtà che uno può sposare (…) essere convinti che dietro c’è un bel progetto da comunicare.”
Complimenti per il bell’articolo Nadia!
Che bella storia! Mi ha appassionato molto e mi ha dato grande ispirazione.
Articolo interessante.
quante sono ormai le declinazioni del termine manager!!!! Inteseressantissimo articolo.
Argomento molto interessante, complimenti!
Sarebbe una bellissima sfida lavorarci, credo che le motivazioni per far bene vadano oltre l’ambito professionale. Bello!
Interessante articolo che consente di avvicinarsi a un mestiere poco conosciuto: il digital ecobrand manager. Una figura importante che contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema spesso sottovalutato della salvaguardia dell’ambiente.
Bello e interessante! Dovremmo tutti avere più attenzione e consapevolezza su questo tema.
Brava Nadia! Articolo molto interessante in quanto parla di una figura professionale nuova di cui non conoscevo l’esistenza. Grazie!