Di cosa si occupa un growth hacker? Se stai cercando di capire in cosa consiste questa professione, sei nel posto giusto!
In questo articolo potrai scoprire cosa fa esattamente un growth hacker attraverso l’intervista a Raffaele Gaito, esperto di Growth Hacking nonché imprenditore digitale, che ci ha raccontato un po’ della sua professione, più in particolare, come si diventa un growth hacker, quanto guadagna e molto altro ancora!
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Cos’è il growth hacking?
Questa è una domanda super classica. Cercando in rete puoi trovare mille definizioni di growth hacking da mille punti di vista diversi perché poi ovviamente ognuno cerca di portare l’acqua al suo mulino, ma in generale definiamo il growth hacking come una metodologia che nasce circa una decina di anni fa negli Stati Uniti d’America, in Silicon Valley ed è una metodologia, un processo che ha come obiettivo la crescita di un business che si basa su due valori fondamentali che sono: l’analisi costante dei dati e la sperimentazione continua.
Quindi possiamo dire che il growth hacking è un approccio alla crescita in maniera molto trasversale e a 360° che testa tutti gli aspetti su cui è possibile testare raccogliendo quanto più dati possibile per poi ottimizzare, migliorare e andare avanti con altri esperimenti.
Growth Hacker: cosa fa?
Quali sono le caratteristiche tipiche o che lo distinguono un po’ da altri processi o altre metodologie comunque usate nel marketing?
Allora la prima differenza tra ciò che fa un growth hacker e il marketing è che il growth hacker non si mette in competizione con il marketing, non è un suo sostituto. Si occupa della crescita di un’azienda e di un business. Essendo il growth hacking un approccio molto funzionale che mette le mani in tutti gli aspetti di un’azienda e in tutti i suoi reparti, utilizza il marketing solamente se e quando ne ha bisogno. Si può immaginare che il growth hacker abbia come una cassetta degli attrezzi, all’interno della quale ci sono i diversi attrezzi che prendi in base alle esigenze e occasionalmente uno di questi attrezzi può essere il marketing.
In realtà molte delle attività di un growth hacker, per fare un esempio banalissimo, vengono in realtà fatte sul prodotto tramite interventi che hanno poco a che fare con il marketing come ad esempio il modello di business, la User Experience, il processo di onboarding e così via. Questo perché la crescita di un’azienda non è sempre riconducibile ad attività di marketing.
Questa è la differenza principale ma poi ci sono tante altre piccole differenze come il fatto che il growth hacker non lavora col concetto di campagna ma lo sostituisce con quello di esperimento che è molto rapido, ha costi molto contenuti per raccogliere dati il più velocemente possibile e così via. In sintesi la differenza più grossa è che il marketing fa marketing mentre il growth hacking si occupa di tutti gli aspetti necessari alla crescita di un’azienda.
Tipologia di business
Quindi secondo te è un processo che si può applicare all’incirca ad ogni business oppure ci sono dei settori un pochino più efficaci e più adatti?
In linea di massima parlando di un processo, di una metodologia uno può astrarre i concetti e calarli in business di qualsiasi tipo e quindi diciamo da un business super digitale o super innovativo a qualcosa di più tradizionale, ad aziende magari più grandi già consolidate sul mercato e così via perché essendo un processo in 4 step è possibile calarlo nei contesti di cui hai bisogno. Ovviamente non è detto che lo si possa fare sempre e in qualsiasi caso.
Poiché è tanto basato sull’analisi dei dati non è possibile utilizzare una metodologia di questo tipo quando non si ha l’accesso alle informazioni. I motivi potrebbero essere i più diversi: che per policy aziendale hai difficoltà a lavorare con dei dati, o che hai un business tradizionale, magari un negozio fisico e non hai dei canali sui quali raccogliere le informazioni.
Ad esempio se hai un negozio di scarpe ma hai anche un blog, una newsletter e una pagina Facebook allora hai dei dati a disposizione. Ma se il tuo negozio si basa solo sul passaparola allora non ci sono a disposizione i dati da analizzare per poter poi sperimentare. Basandosi tutto sulla velocità d’azione, sul fatto di poter leggere dei dati e poter intervenire velocemente, quando questi dati vengono a mancare ovviamente il growth hacking non è applicabile.
Growth Hacker e Case History
Ci racconti una case history che ha ottenuto risultati concreti e importanti grazie al growth hacking?
Quando si tratta di casi studio sono sempre restio perché soprattutto negli ultimi anni c’è stato veramente una sovrabbondanza di casi studio americani che raccontavano come grazie al growth hacking l’azienda X sia cresciuta del 400% ecc. Il problema è che nessuno racconta tutto quello che è venuto prima del successo, tutto quello che è venuto prima di quel singolo episodio che ha cambiato le cose. Quindi ci sono case history famosissime come Dropbox, Hotmail, Airbnb veramente stra-raccontate ma di esse non si racconta mai il processo o i fallimenti.
Di casi studio ce ne sono a bizzeffe basta cercare su Google o sulla piattaforma growthhackers.com che raccoglie ogni giorno nuovi casi studio, o anche sul mio blog e nei miei video ma l’invito che faccio a chi guarda questa intervista è meno case history e più processo, perché altrimenti ci si concentra sempre sull’output e, i 2 anni di sacrifici che ci sono stati prima non li raccontiamo mai, rischiando che tutti quanti cerchino la formuletta magica stile copio e incollo Dropbox per raggiungere quel fatturato, ma purtroppo non è proprio così facile.
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Diventare Growth Hacker
Come hai fatto tu a diventare growth hacker e che percorso e studi dovrebbe seguire un giovane interessato all’argomento e che magari vorrebbe intraprendere questa carriera?
Si tratta a tutti gli effetti di una carriera ed è un lavoro anche ben pagato. Qualche mese fa è uscito un articolo su Investire Oggi che diceva che è uno dei lavori più pagati del 2020. Quando ho iniziato io non c’era nulla in lingua italiana e quindi magari fino a 5-6 anni fa era obbligatorio studiare dai libri e dai contenuti americani. Oggi abbiamo anche tantissimo materiale in italiano come libri, corsi online, articoli, post, video, ecc. Quindi sicuramente le basi da cui partire ci sono. Poi ora anche alcune università e Master stanno introducendo lezioni e moduli che parlano della professione di growth hacker.
Essendo però una disciplina con un approccio molto multidisciplinare non è sufficiente leggere un manuale perché dentro il growth hacking c’è di tutto: psicologia, design, business, marketing, prodotto, ecc; quindi serve avere una formazione e una mentalità molto ampia ed è questo che fa veramente la differenza. Dopodiché è necessario “sporcarsi le mani” e prendere quelle cose che abbiamo letto e studiato e metterle concretamente su un progetto.
Questo significa che per lavorare con i dati è utile iniziare a sperimentare con gli Analytics, iniziare a fare delle interviste agli utenti così da capire come si gestiscono queste informazioni; iniziare anche a fare piccoli esperimenti per vedere cosa cambia quando testiamo una cosa o un’altra. Non dovete per forza andare a lavorare nell’azienda per 50 mila l’anno se avete finito l’altro ieri di studiare ma dovete iniziare a mettere un pochino in pratica quello che avete studiato per poi poterlo applicare.
Cosa studiare e che percorsi fare
Quindi un giovane che magari ha fatto la formazione a 360° sul marketing, è appassionato di dati e di design, potrebbe provare a intraprendere questo tipo di carriera?
Non esiste un percorso unico per fare il growth hacker proprio perché è una figura che ha delle competenze molto molto vaste, molto trasversali e se vogliamo anche molto orizzontali. Quindi significa che si può arrivare da background completamente diversi. Io ad esempio ho una laurea di informatica e nasco come programmatore ma poi mi sono ritrovato a fare queste cose; ho amici che fanno questo lavoro che sono laureati in ingegneria, psicologia, economia.
Quello che ha fatto la differenza sono le cose che ad un certo punto si sono messi a studiare per conto proprio. Quindi uno bravissimo nel marketing magari deve colmare un gap dal punto di vista della programmazione, uno bravo in economia magari è ferrato su aspetti di business ma ha bisogno di lavorare sui temi della persuasione e della psicologia, ecc. Quello che uno ha fatto conta fino a un certo punto perché a fare la differenza è quello che si fa per crearsi questo profilo multidisciplinare.
Retribuzione
Quanto guadagna un growth hacker in Italia?
Dipende molto da come lo fai, dal paese, dal ruolo junior o senior, dall’essere in azienda o in agenzia. Ci sono mille mille diverse casistiche. In molti articoli, il range di guadagno annuo sul mercato italiano va dai 20 ai 35 mila per una figura junior e può raggiungere i 130 mila euro per una figura senior. In Inghilterra e in Olanda siamo intorno agli 80 mila e negli Stati Uniti si arriva anche a 150-180 mila.
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Strumenti indispensabili
Ultima domanda: due tools o software che secondo te bisogna per forza imparare per fare questo lavoro?
Ti do delle categorie perché poi ognuno sceglie quelle più adatte a se. Sicuramente uno strumento che ti permette di fare raccolta di dati a 360° come Hotjar o Sumo; delle suite che permettono di lavorare con i dati e quindi non solo Analytics ma anche Hitmaps, Scrollmaps, interviste, survey, ecc.
C’è sicuramente un tema legato un pochino più alle automazioni e all’automation e quindi strumenti come ActiveCampaign. La terza categoria se vogliamo meno specifica può essere legata al tipo di lavoro che si sta svolgendo e quindi al tipo di mercato nel quale si sta lavorando. In questo senso potrebbe essere esempio utile padroneggiare qualche cosa che ci aiuti con il desing, con gli analytics, e cosi via.
A nome mio e ovviamente anche di Digital Coach ti ringrazio per questa intervista e per la disponibilità e ti auguro una buona serata!
Grazie a te! Ciao
Date un’occhiata a questi articoli, potrebbero aiutarvi!
STavo cercando del materiale per informarmi riguardo questa figura e questo articolo è stato molto utile, complimenti!
Concordo con il fatto che spesso i fallimenti non vengono raccontati… Ed è anche vero che bisogna vedere tutto il processo. Questa professione credo si possa fare solo se si hanno grandi competenze dietro.. Utili i consigli che ha dato Raffaele su come studiare questa disciplina.
Professione in netta espansione nel mercato!
Non conoscevo questo tipo di figura professionale . Da quello che ho capito è un lavoro a 360 gradi , rivolto a far crescere l’azienda in base all’analisi dei dati e alla continua sperimentazione per continuare a migliorare il risultato finale e raggiungere gli obiettivi che ci si è posti . Chiaramente non è un lavoro per tutti in quanto necessità di competenze di vario tipo e ben sviluppate per riuscire a svolgere il proprio lavoro nel miglior modo possibile .
Sicuramente un articolo molto interessante che mi ha permesso di venire a conoscenza di questa professione sicuramente più riconosciuta negli USA e che richiede conoscenze trasversali di un certo tipo per poter veramente contribuire alla crescita aziendale
Ho trovato l’articolo molto importante perché ho conosciuto un’altra professione digitale come il growth hacking che non è altro che un approccio alla crescita trasversale e a 360 gradi ottimizzando e testando fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Articolo molto interessante per un ambito ancora poco conosciuto. Ne ho sentito parlare come strategia innovativa dietro alla crescita di molte aziende tecnologiche di successo. Si tratta di processi innovativi utilizzati da startup per avviare nuove attività imprenditoriali, ma di fatto qualunque impresa, piccola, media o grande può far ricorso a una strategia Growth Hacking per migliorare le vendite.
Ottimo articolo: utili anche i tools consigliati!
sperimentazione ed analisi per la crescita, ottimo mix
Interessante questa nuova frontiera del growth hacker
E’ sempre interessante approfondire nel dettaglio le nuove professioni digitali e come possano aprire nuove opportunità di sviluppo.
Direi che la figura del Growth Hacker è di certo fondamentale per un’azienda, considerando che ha come obiettivo primario la crescita del business aziendale attraverso l’analisi dei dati e la continua e costante sperimentazione. Ottima scoperta!
Interessante e ben scritta!
Il digital permette di misurare tutto e tutti e questa professione ne massimizza l’utilizzo. Articolo molto interessante, mi ha fatto scoprire una nuova professione nel digital.
Articolo interessante su una figura di grande competenza e spicco
Crescere sperimentando ed analizzando. Un approccio che porta successo e innovazione
Molto interessante e istruttivo
grazie per questa interessante! non sapevo cosa vuol dire e cosa fa un growth hacker!
Considerata la velocità con cui avvengono i cambiamenti negli ultimi anni, e quindi la rapidità con cui le persone cambiano abitudini, è bene prendere in considerazione una metodologia e un approccio diverso verso il proprio business. Spesso il growth hacking soddisfa questa necessità, rispecchiando la continua evoluzione dei trend.
Raffaele Gaito è ormai un punto di riferimento per il growth hacking in Italia. Brava alla Pisanu per aver portato a casa questa intervista e per la chiarezza con cui spiega una professione semplicemente un po complicata da capire e da intraprendere.
Capisco perfettamente perchè sia un lavoro così ben pagato, richiede tante competenze trasversali e verticali! Ottimo articolo!
Intervista davvero interessante
Sono bellissimi questi articoli del blog, sempre così vari! Non sapevo cosa fosse il growth hacking. Ora si:)
Il patrimonio dei dati, un valore da non sottovalutare per effettuare una lettera oculata e precisa della propria attività , dei propri utenti e delle prospettive future. Certo i dati da soli non bastano ma nello stesso tempo da una loro analisi non ci si può certo esimere.
Grazie mille, finalmente qualcuno che organizza questi corsi anche in Italia
Growth Hacking come esperimento: interessante, fresco e dinamico. Grazie Giorgia per averci sottoposto questo case history.
Argomento molto interessante non conoscevo !!!
Argomento molto interessante e stimolante, grazie!
Devo essere sincera e ammettere la mia ignoranza, non conoscevo assolutamente la figura del Growth Hacker. Ho scoperto che è davvero un lavoro affascinante e raggruppa molte delle cose che mi piace fare e mi interessano, chissà che un giorno…
Grazie Giorgia per questa intervista! Il growth hacker era una figura professionale a me totalmente sconosciuta. Sicuramente fa parte delle (nuove) professioni digitali che possono essere esercitate come freelancer e quindi spostandosi in ogni parte del mondo, come testimonia il fatto che Raffaele Gaito sia in UK … Quindi un’ottima opportunità per viaggiare e fare esperienza all’estero pur mantenendo, magari, anche una clientela italiana.
Grazie per avermi chiarito diversi dubbi che avevo in materia, molto interessante!
Complimenti per l’intervista Giorgia, hai intervistato sicuramente una delle voci più autorevoli di questo nuovo e particolare ambito di digital marketing!
Non conoscevo questa figura professionale. Può essere paragonata, se vogliamo, ad una sorta di acceleratore per aziende o sbaglio paragone? In ogni caso intervista interessante e sottoscrivo anche io l’utilizzo di Hotjar, davvero un gran software in quel campo!
Un argomento veramente interessante. Seguo Raffaele Gaito da qualche mese e considero che il mondo del growth hacking sia molto stimolante. Certamente ci vogliono diverse competenze e quelle sul marketing digitale non possono assolutamente mancare.
Non ne avevo mai sentito parlare. Sembra una materia piuttosto complessa.
Un’intervista molto interessante per scoprire cosa è il Growth Hacking! Una metodologia che richiede una formazione a 360 gradi, che lavora su prove ed esperimenti per capire cosa funziona e cosa no e fare in modo di trovare cose nuove per far crescere il tuo Business. Davvero interessante!
Complimenti per l’intervista. Una professione di cui si sente tanto parlare ma non si approfondisce mai a sufficienza. Interessante anche la domanda sul case history!
Il tema è molto affascinante, soprattutto perchè si tratta di una tematica che adesso sta maturando anche nel nostro Paese. Sicuramente si tratta di una professione complessa e sfidante, ma che può trovare validi interpreti nelle nuove generazioni sempre più abituate a dover essere trasversali.
Interessante intervista ad uno dei principali esponenti del growth hacking in Italia
Ottima intervista molto chiara nei contenuti e nell’approfondire la tematica del Growth Hacker che conoscevo poco
Complimenti Giorgia per l’intervista. Sempre più spesso sentiamo parlare di Growth Hacking, senza però saperne dare una definizione. Il motivo riguarda forse la complessità dell’argomento, infatti solo chi possiede competenze trasversali e ben assodate, come Raffaele Gaito, potrà adottare questo approccio per la crescita del proprio business.
un lavoro non per tutti ma in crescita con la tanta diffusione di business misurabili!
Ho sempre sentito parlare di growth hacker senza però aver mai approfondito l’argomento. Con questo articolo ho capito che è un lavoro davvero interessante e che richiede molte competenze. Ma sicuramente è una sfida continua per chi fa questo mestiere!
Adoro Raffaele Gaito. Lo seguo su linkedin e da sempre consigli utilissimi come se fosse un amico qualsiasi. L’argomento è molto interessante così come lo è il suo approccio.
Davvero interessante! Una figura “ultraspecialistica” al servizio della crescita del business. Interessante il fatto che richieda competenze teoriche e pratiche. E’ forse l’evoluzione, l’ulteriore crescita di un profilo Senior, nel marketing.
Nonostante ne avessi sentito parlare non sapevo di preciso di cosa si occupasse questa figura professionale dal nome un po’ inquietante e questa intervista me lo ha ampiamente chiarito. Una professione sicuramente complessa che richiede competenze trasversali ma che senza dati misurabili e quindi senza digitale non potrebbe esistere.
E’ la prima volta che sento parlare di questa figura professionale a riprova del fatto di come tante nuove professioni stiano nascendo dal mondo del digitale.
Si sente tanto parlare di Growth Hacking, talvolta senza averne un’idea chiara. Questa professione ingloba competenze tecniche e umanistiche, acquisite in tempi e modi diversi da ognuno, perciò è difficile profilare un growth hacker. Il miglior modo di comprendere una nuova professione è senza dubbio quello di intervistare chi la svolge!
Un lavoro nuovo ancora totalmente in fase di sperimentazione e di sviluppo. Professione che non si può studiare sui libri, le cui competenze di acquisiscono direttamente sul campo.
Direi una delle professioni del futuro in ASSOLUTO! Molto utile la differenza tra growth hacking e marketing cosi´ come il fatto che non sia una professione che si studia solo sui libri bensi´ richiede valutazioni soggettive per applicare una strategia da subito aggressiva in fase di crescita! Ovviamente parte tutto dalla fase di analytics :)
Non conoscevo questa definizione e neppure la professione. Questo articolo mi è stato utile per capire anche dove sta andando il mercato del lavoro, che a quanto pare richiede sempre più competenze e capacità. Una cosa è chiara, il growth hacker non è applicabile a settori in cui non si possono avere dati da analizzare, anche se forse sarebbe proprio questa la sfida interessante per chi svolge questa professione!
Un lavoro che richiede tantissime conoscenze in più campi del digital, nonché una predisposizione alla raccolta e all’analisi dei dati! Sicuramente un impiego tosto ma che potrebbe regalare moltissime soddisfazioni!