Lo user experience specialist è una figura chiave, in questo momento. Oggi si punta fortemente all’ottimizzazione delle conversioni degli utenti che navigano i nostri siti, non ci basta più avere un buon traffico. Vogliamo che gli investimenti diano ritorni certi e misurabili, vogliamo che i nostri utenti compiano delle precise azioni e si mettano in relazione con noi. Abbiamo quindi bisogno di uno specialista che, grazie all’apporto di discipline come le neuroscienze e il neuromarketing o di tools molto avanzati, riescano a leggere con precisione il comportamento degli utenti. In un sistema altamente competitivo, come quello attuale, la conoscenza profonda della user experience di un sito è diventata un fattore strategico indispensabile. Conoscere alcuni meccanismi rende più comodo e pratico il processo delle fasi di test di ottimizzazione. Si può procedere con soluzioni determinate non solo dalla nostre creatività ma soprattutto da regole che sono comuni nella psicologia e avere un risparmio sia sul piano degli investimenti iniziali sia nei tempi. Puoi approfondire nel programma del corso user experience.
Oggi per la rubrica Lavoro e professioni digitali ne abbiamo parlato con Andrea Saletti, Web Marketing Manager di Pronesis, SEO e user experience specialist.
User experience specialist: chi è?
Ti rispondo in base alla mia esperienza e al mio percorso lavorativo personale come user experience specialist. E’ una figura che si occupa di individuare le soluzioni più adatte per aumentare la soddisfazione degli utenti, l’usabilità e l’accessibilità di un sito web tramite il design. Nello specifico, tutti questi elementi che ho appena citato, convergono per migliorare l’ottimizzazione delle conversioni (conversion rate optimization). Parliamo naturalmente di utenti che vanno a compiere una determinata azione su un sito web: ad esempio un click verso un bottone di call to action, la compilazione di un form di contatto o l’acquisto di un determinato prodotto o servizio.
User experience specialist: come si diventa?
Devo dire che la mia esperienza personale è un po’ atipica. Io nasco come SEO. Poi una decina di anni fa mi sono accorto, come molti dei miei colleghi, che il semplice portare traffico a un sito web attraverso posizionamento organico era limitativo. Mi spiego meglio: portare traffico è essenziale ma è la conversione l’obiettivo primario. Mi sono quindi concentrato a studiare tutte le altre tecniche disponibili nell’analisi del comportamento umano su un sito web, compresi i meccanismi psicologici e le strategie di coinvolgimento e attrazione necessarie per convogliare il pubblico verso determinate aree di un sito. Ho studiato quindi neuroscienze e neuromarketing, le discipline portanti in questo ambito. Così sono diventato user experience specialist.
User experience specialist: quali fattori influenzano l’esperienza di uso di un utente ?
Sono davvero tanti e anche molto diversi. Possiamo partire dalla prestazione del sito, che può e deve rispondere, con tempistiche adeguate, alle aspettative dell’utente fino ad arrivare alle tecniche di psicologia della persuasione applicata al percorso di un utente. Anche la semplificazione delle interfacce entra in gioco dato che ciò che si presenta più semplice è più degno di fiducia per il nostro cervello. In ultimo vorrei citare anche l’ “effetto sorpresa”. E’ importante rendere il sito più usabile e divertente rispetto alla concorrenza, giocare sui font dei caratteri e sui colori in modo da stimolare sensazioni ed emozioni positive. Non bisogna dimenticare neanche la psicologia transculturale in questo lavoro: bisogna tenere presente che nei diversi paesi del mondo i colori possono avere significati completamente diversi e opposti, collegati a valori totalmente differenti. Esempio classico: il nero che per noi è simbolo del lutto, in Giappone non lo è e il suo analogo è il colore bianco.
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User experience specialist:qual è la job description?
Partiamo da una situazione tipo in cui il sito web è già esistente e, il cliente, desidera migliorare il tasso di conversione che non è soddisfacente. Lo user experience specialist effettua un’analisi di base del sito, sulla base delle conoscenze e competenze che abbiamo delineato in precedenza, e definisce i punti di debolezza. Su queste aree si vanno effettuare test e analisi per verificare la risposta degli utenti e capire se l’ipotesi di partenza era corretta. E’ un lavoro che chiede diverso tempo e che va continuamente ottimizzato ma che raggiunge ottimi risultati.
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Quali tools supportano lo User Experience Specialist?
Ci sono molti tools disponibili per uno user experience specialist. Io ne uso principalmente tre. Il primo è il tool piu’ classico: Google Analytics. Settato nella maniera corretta e con KPI chiari permette di ottenere delle informazioni quantitative molto precise su quello che sta succedendo. Il secondo tool che posso consigliare è Optimizely che consente di sottoporre la stessa pagina web con caratteristiche diverse a gruppi di utenti differenti e rilevare quella che performa meglio e andare avanti, in progressione, con altri test. L’ultimo che voglio segnalare è HotJar, tool di recentissimo lancio, che lavora e analizza il comportamento dell’utente da ogni punto di vista: ad esempio, i suoi movimenti del mouse, lo scroll e i punti di lettura. Con questo tool possiamo elaborare non solo le cosiddette heatmaps, le mappe di calore, ma anche registrare a video tutti i movimenti degli utenti. Questo nuovo tool è di grande aiuto. Dove, infatti, in situazione di analisi, riusciamo a fare solo delle ipotesi, qui riusciamo a vedere il percorso dell’utente in maniera puntuale e diviso per tipologie filtrate di azioni.
User experience specialist: con quali professionisti interagisci?
In agenzia mi interfaccio con quasi tutti gli staff: dalla programmazione (web developer/ui developer), a cui esprimo le necessità delle ipotesi di base, ai designer (web designer/ux designer), per indirizzarli verso determinate scelte che magari non erano state per prime prese in considerazione. Diciamo sempre che la scelta più bella esteticamente può non essere la migliore sul piano delle conversioni. In azienda è sicuramente una figura del futuro. Al momento può essere una competenza verticale di un ruolo orizzontale come quello di un web marketing manager. Diventerà molto importante in tanti ambiti, dai siti istituzionali all’e-commerce dove la competizione cresce a ritmi vertiginosi. Voglio dire che laddove ci si trova in presenza di sistemi complessi, come ad esempio grandi portali, dove la navigazione è impegnativa, la figura dello user experience specialist sarà sempre più rilevante. Approfondisci con il nostro corso ecommerce online.
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20 anni di esperienza nel marketing management dei media, presso le principali aziende editoriali italiane fra cui: Mondadori, Rizzoli, Editrice La Stampa. Dal 2005 consulente marketing strategico nel settore media e Marketing sportivo. Oggi Digital strategist, content manager, seo specialist.
Da utente trovo la user experience importantissima per navigare intuitivamente un sito e anche per le conversioni che saranno così facilitate. Lo user experience specialist ormai è integrato con il graphic designer, con il quale appunto interagisce.
Sarebbe interessante avere qualche suggerimento sui libri di neuroscienze e neuromarketing.
Da utente trovo la user experience importantissima per navigare intuitivamente un sito e anche per le conversioni che saranno così facilitate. Lo user experience specialist ormai è integrato con il graphic designer, con il quale appunto interagisce.
Sarebbe interessante avere qualche suggerimento sui libri di neuroscienze e neuromarketing.
Lo user experience specialist è una figura chiave, in questo momento. Oggi si punta fortemente all’ottimizzazione delle conversioni degli utenti che navigano i nostri siti, non ci basta più avere un buon traffico
Lo user experience specialist è una figura chiave, in questo momento. Oggi si punta fortemente all’ottimizzazione delle conversioni degli utenti che navigano i nostri siti, non ci basta più avere un buon traffico
“Portare traffico è essenziale ma è la conversione l’obiettivo primario”. Verissimo. Interessante la necessità dell’apporto di discipline come le neuroscienze e il neuromarketing.
“Portare traffico è essenziale ma è la conversione l’obiettivo primario”. Verissimo. Interessante la necessità dell’apporto di discipline come le neuroscienze e il neuromarketing.