User Experience Specialist, una figura molto ricercata
Uno User Experience Specialist che abbia anche competenze di User Interface da inserire nel proprio team. Lo chiede il 27% delle Piccole e Medie Imprese italiane e dichiara di volerlo assumere nei prossimi 3 anni.
Il dato emerge da recenti analisi sulle professioni più ricercate nell’ambito del digitale. Le aziende indicano come requisito almeno un anno di esperienza, meglio se tra gli uno e i quattro.
Per chi sceglie il percorso di User Experience Specialist i compensi possono variare dai circa 23.000 euro/anno di uno junior ai circa 58.000 per un senior.
Federico Badaloni è uno User Experience Specialist. Fa il giornalista. Il suo ruolo è definibile come User Experience Designer, spesso sostituito dall’acronimo UXD. Lavora alla digital division di Gedi che è la società nata dalla fusione dell’ex Gruppo Espresso, il cui quotidiano di punta è Repubblica, con gli editori de La Stampa e del Secolo XIX. Gedi è attiva nel settore della stampa, comunicazione digitale, radiofonica e televisiva.
Quali sono le competenze che deve avere uno User Experience Specialist?
Una grande capacità di adattamento, la capacità di guardare le cose dall’alto e una capacità di astrazione. Il che non significa stare lontano dai problemi concreti, significa saperli includere in un quadro che sappia dare risposte operative coerenti con il tutto. Spesso ci si può perdere nelle cose minute, così come ci si può perdere nell’astrazione. Tenere il giusto mezzo è esattamente la sfida della nostra disciplina che è molto complessa e si articola in molte “sotto discipline”: dal saper fare una ricerca sugli utenti al saper produrre rapidamente un prototipo.
Lo User Experience specialist (o Designer) progetta e raffina l’esperienza che le persone faranno di un artefatto digitale, come un sito, una intranet o un’applicazione, ma non solo. Con il progressivo estendersi della rete negli oggetti e negli spazi quotidiani infatti, oggi lo UXS è sempre più spesso chiamato a definire e organizzare la comunicazione e l’esperienza che si svolge in spazi complessi come ospedali, grandi stazioni, supermercati, università.
Connettersi a un posto definisce la propria identità
Una delle frasi che hai scelto per descriverti sui tuoi profili social è “Siamo ciò che connettiamo”. Ce la spieghi?
È una sintesi di un percorso, perché – di fatto – oggi possiamo connetterci a qualunque oggetto, persona o luogo della terra. Il problema non è essere fisicamente lì, ma trovare il modo di connettersi, come sta avvenendo tra noi ora grazie al digitale.
Allora il proprio Tempo assume un valore ancora più alto, perché dedicare il proprio tempo ad una persona o ad una connessione con qualche cosa ci qualifica ancora più di prima come persone.
Oggi è un’epoca in cui possiamo essere in tutti i posti in cui desideriamo essere. Quindi la scelta consapevole del connettersi ad un posto o ad una persona diventa un atto di definizione della propria identità, una scelta libera.
Federico è anche coordinatore didattico del Master Iulm in “Architettura dell’informazione e User Experience Design”. Forma chi poi progetterà ciò che noi utilizziamo nella nostra vita quotidiana, dallo smartphone al tablet, con l’obiettivo di migliorarne l’usabilità.
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Lo User Experience Specialist e la curiosità del giornalista
Quanto ti ha aiutato il fatto di essere giornalista?
Mi ha aiutato molto. Per me è stata una costante di questa professione. Sono laureato in antropologia, ho frequentato la facoltà di Lettere Moderne. Pensavo a chissà quando mai mi tornerà utile questo indirizzo di studi, ossia la capacità di cogliere come funziona una cultura. Poi ho iniziato a scrivere, prima sono diventato giornalista pubblicista e poi professionista, affinando la capacità di narrare e di ascoltare. Nel frattempo progettavo siti e scoprii che questa cosa aveva un nome, “architettura dell’informazione”. Ne ha assunto anche un altro “User Experience Design” .
Ho capito che quel che stavo facendo nasceva proprio dalla capacità di ascolto e di relazione. Oggi non ha più senso progettare qualche cosa basandosi sulle proprie impressioni, sul proprio criterio o sulla propria razionalità. Quello che noi perseguiamo, come metodo di lavoro si chiama Human Centered Design, dove design significa progettazione. Quello che noi facciamo è progettare partendo e tornando costantemente alle persone che dovranno utilizzare ciò che stiamo progettando. Tutto questo diventa un metodo, che ha le sue ritualità, i suoi percorsi, dove è maggiormente possibile creare valore in un tempo breve. Questi percorsi negli ultimi vent’anni si sono consolidati e sono diventati una pratica.
Lo User Experience Specialist progetta spazi fisico-digitali
In pratica lo User Experience Design cosa fa, quanto guadagna?
È un mestiere molto richiesto, in tutta Europa viene considerato imprescindibile per progettare qualunque sito, qualunque applicazione. Sempre di più viene chiamato a progettare degli spazi fisico-digitali. Oggi, se pensiamo ad internet come a un sistema nervoso della realtà che mi permette di connettermi con il mio telefono – ma anche con il mio braccialetto, con il mio orologio – con la lavatrice, con il mio frigorifero, progettare ambienti in cui gli oggetti sappiano dialogare in maniera virtuosa.
E’ una competenza puntuale, molto richiesta: noi progettiamo stazioni, sistemi di comunicazione all’interno di reti di trasporto urbano, per esempio; quindi non soltanto all’interno di una app che è confinata all’interno di se stessa o di un sito.
Tutti gli studenti che hanno frequentato il Master hanno trovato lavoro facilmente, spesso anche durante i mesi finali. Molti sono andati a Singapore, oltre che nel resto dell’Europa. L’Italia si sta svegliando e sta capendo che non è più possibile progettare le cose seguendo il senso comune, seguendo gli schemi del vecchio marketing o della vecchia grafica o di un vecchio mondo che agiva in contesti molto definiti, come un giornale, un telegiornale o una radio.
Aziende pagano cifre importanti per lo User Experience Specialist
Quanto si guadagna? Esistono molte società che fanno questo mestiere come consulenza e poche società che hanno delle figure al loro interno, come capita a me, io sono un dipendente a tempo indeterminato del Gruppo Espresso. Diciamo che dipende molto dalle attività che si svolgono: uno User Experience Specialist potrebbe essere chiamato a svolgere ricerche sugli utenti, prototipazione, operazioni su come strutturare e classificare le informazioni, test di usabilità, test di utilizzo delle interfacce. E’ un’attività che viene considerata ad alto valore aggiunto e le aziende sono disposte a pagare anche delle cifre importanti. Senza questa attività non è proprio pensabile proporre un prodotto di successo.
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Una best practice, la web app Rep:
Qual è, tra i progetti che hai coordinato, quello che consideri come una tua best practice?
L’ultimo re-design di repubblica.it, oppure l’operazione che stiamo compiendo adesso e che sta promettendo bene: una progressive web app, realizzata con una tecnologia nuova e particolare messa a punto da Google che abbiamo adottato per presentare i contenuti di particolare pregio di Repubblica. Si chiama Rep ed è possibile vederla sul proprio cellulare, come fosse un sito ma provando la stessa emozione e lo stesso tipo di relazione che si prova quando si utilizza un’app. E’ stata una grande sfida perché ha coinvolto diverse competenze aziendali, a molti livelli; per arrivare al risultato, abbiamo dovuto lavorare in squadra e coordinarci in maniera molto puntuale su ogni singolo task da realizzare.
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Giornalista, sostenitore della trasformazione digitale nelle professioni, promotore e organizzatore eventi formativi riconosciuti da Ordine giornalisti della Lombardia. Insieme ad altri colleghi ha creato la community Freelance Network, oltre 120 professionisti della comunicazione al servizio delle MPmi. E’ content marketing practitioner a #DigitalCoach. Sostiene la cultura Mojo (Mobile Journalism and Mobile content creation)
Credo che progettare le esperienze degli utilizzatori finali di siti, applicazioni, ambienti digitali e non, sia un’attività determinante per il successo di un progetto. E’ giusto mettere al primo posto l’esperienza che viene vissuta durante la fruizione per poter creare il miglior ambiente possibile. Un ambiente cioè che sappia coinvolgere e catturare l’attenzione del nostro interlocutore e che ci aiuti a distinguerci dai concorrenti.
Tra le competenze inserite l’astrazione mi ha colpito molto perché particolare… Non so se ho compreso bene cosa volesse dire. Ogni professionista dello stesso ruolo riporta sempre dei diversi punti di vista della propria professione ed è quindi sempre interessante leggerli.
L’esperienza utente è un fattore molto importante per il successo del proprio sito . Non mi stupisco quindi che lo User Experience specialist sia una figura molto richiesta e ben pagata . Articolo sicuramente interessante per scoprire questa figura e riflettere se potrebbe essere un’opportunità di lavoro anche per se stessi …
Il coinvolgimento delle persone è determinante per progettare esperienze utente che risolvano problemi reali.
Oggi la figura dello user è un mestiere molto richiesto, ed è fondamentale per la progettazione di qualunque sito e applicazione.
In realtà oggi come viene spiegato in questa professione, essendo tutti connessi con smartphone, Orologio, ecc…tutto ciò che ci circonda fa parte del mondo digitale.
Articolo interessante con una figura professionale particolare
UX la chiave per una buona usabilità!
Bell’intervista, una figura molto particolare in questo settore.
Creatività e competenza si uniscono nella figura dello User Experience Specialistt, che in Italia ha ancora tutto il potenziale di esplodere.
L’aspetto dell’usabilità del proprio software è alcune volte sottovalutato…ecco perchè è importante dotarsi all’interno del team aziendale di un user experience specialist
Mi affascina molto la figura dello User Experience Design. E’ sicuramente un ambito che cercherò di approfondire. Grazie per questa intervista che ha messo in luce diversi aspetti.
La user experience è il futuro, vedrete che gli user experience specialist saranno il pane delle aziende italiane.
Non sapevo che questa professione, ancora poco conosciuta in Italia, fosse invece così ben retribuita e richiesta. Scoperta interessante, da valutare con attenzione da chi è interessato al mondo digital.
Se ne parla ancora forse troppo poco ma senza accorgercene e´ un sistema con cui interagiamo ogni giorno senza rendercene conto!!
La user experience è fondamentale per migliorare l’esperienza dell’ utente.
Avendo un passato da giornalista, ho trovato molto interessante quest’articolo. Non avevo mai valutato la possibilità di espandere la carriera come UXD ma grazie all’articolo sto iniziando ad informarmi al riguardo. Molto importante che abbiate sottolineato il fatto che sia un mestiere molto richiesto anche in Europa.
Una professione che ancora è così conosciuta in Italia.
Bella intervista!
La user experience è molto importante al fine di ottimizzare l’esperienza del nostro utente. Io penso che sarebbe l’ideale essere affiancati con un grafico comunque.
Articolo molto interessante. Non si parla abbastanza di queste figure che sono estremamente importanti all’interno di una realtà creativa. Trovare queste figure professionali di livello non è semplice ma quando le si hanno all’interno del team fanno davvero la differenza.
Non avevo pensato che le competenze di uno User Experience Specialist potessero essere richieste nella progettazioni di stazioni, di sistemi di comunicazione all’interno di reti di trasporto urbano. Molto interessante!
“Progettare partendo e tornando costantemente alle persone”, bello spunto di riflessione. Bell’articolo!
Davvero una bella definizione. Grazie per il commento
Mi piace molto l’osservazione “Connettersi a un posto definisce la propria identità”
Grazie, @Mila. Il tuo apprezzamento mi fa molto piacere
Intervista molto interessante: il tocco del giornalista c’è e si vede :-)
Grazie, Francesca. Lusingato.
Complimenti, intervista molto interessante!