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Imparare facendo: molto meglio dei libri

Imparare facendo è una metodologia didattica basata sull’applicazione pratica della teoria al fine di giungere ad un apprendimento significativo. Questa modalità incoraggia a sperimentare, a lavorare in gruppo, stimola il confronto fra pari ed il cosiddetto problem solving. È, oggi, la maniera più efficace per acquisire nuove competenze e migliorare se stessi.

Il sistema scolastico italiano, salvo eccezioni, si basa sull’erogazione di nozioni teoriche e sulla dipendenza docente/allievo, dedicando poche energie all’interazione ed alla condivisione di esperienze, ma considerando come unica fonte di apprendimento i testi didattici. Questa formula funziona poco nei bambini, figuriamoci nell’adulto. Lo aveva capito, già molto tempo fa, la pedagogista Maria Montessori, che aveva teorizzato un sistema scuola aperto ed interattivo, gettando le basi per quello che oggi viene definito apprendimento situato. 

Se pensiamo di dover imparare qualcosa, la prima immagine che ci viene in mente è un libro, questo perché il nostro cervello non è abituato a concepire la pratica come insegnamento. Ma allora, come si apprende? Imparare da grandi è possibile? Certamente! Serve però una metodologia ad hoc, il learning by doing: imparare facendo pratica.

Per questo motivo in Digital Coach sono previsti corsi che si completano con periodi di praticantato reale (work experience) o con stage in aziende partner. Ultima declinazione del fare per imparare, in cui credo fortemente, sono le esercitazioni live, ovvero sessioni interattive online dove è l’esperienza a generare l’apprendimento. 

In questo video voglio introdurti brevemente la metodologia che ho provato sulla mia pelle – di cui parlerò in maniera approfondita più avanti – che mi ha permesso di crescere e migliorare me stesso, pur non amando i libri né identificandomi nei sistemi di istruzione più diffusi.

In questo breve video ti ribadisco:

  • Il sistema scolastico ci ha abituati ad una didattico prettamente teorica;
  • Solo dopo la scuola capiamo che è più funzionale imparare facendo;
  • Dobbiamo progettare delle vere esperienze per apprendere, bilanciando la teoria con la pratica;
  • Non procrastinare per paura di sbagliare: si impara anche dagli errori.

Che vuol dire imparare facendo?

Per imparare facendo si intende una tecnica d’insegnamento che prevede circa un 80% di esperienza pratica ed un 20% di nozioni teoriche.

È una metodologia nota, ma ancora poco applicata giacché richiede un contesto didattico complesso ed altamente competente. Quando è stata teorizzata, chi diceva imparare facendo? Fu John Dewey a parlarne per primo già a fine ‘800. Il pedagogista americano sosteneva l’ipotesi di una scuola attiva, una scuola-laboratorio all’Università di Chicago, anticipando quella che oggi è definita andragogia, metodologia di apprendimento specifica per l’età adulta.

Crescendo, infatti, il cervello ha sempre più bisogno di un approccio interattivo e pragmatico. L’adulto richiede situazioni in cui può mettere a frutto anche conoscenze pregresse, ha bisogno di imparare facendo, perciò sarebbe opportuno considerare questo cambio di registro. Purtroppo però l’andragogia è ancora poco conosciuta e viene applicata raramente nella formazione professionale o scolastica.

Eppure, stando chini sui banchi di scuola, tutti abbiamo pensato che studiare solo sui libri sia limitativo. Questo non significa che i testi didattici siano inutili, ma piuttosto che devono essere inseriti in maniera equilibrata all’interno di un sistema esperienziale. Si impara facendo, applicando, non solo ascoltando o leggendo.

È fondamentale, per acquisire nuove competenze senza la possibilità di accedere ad un contesto lavorativo reale, crearsi da sé un ambiente di apprendimento pratico, ad esempio con un progetto personale che induca a fare esperienza diretta, sperimentare, testare.

Una volta capito a quale ambito lavorativo meglio si adattano le tue attitudini intellettuali e personali, non procrastinare, inizia a fare per imparare. Sii curioso, informati, ascolta, domanda a chi ha già esperienza. Acquisisci gli strumenti minimi per iniziare e metti subito in pratica quanto hai appreso. Farai tanti sbagli e ti domanderai se sia il caso di abbandonare. Sei nella prima fase del metodo learning by doing, dove uno dei pilastri è proprio imparare dagli errori.

Imparare facendo ti porterà a conoscere il contesto in cui dovrai misurarti, ad identificare le reali barriere da superare, stimolandoti a scoprire nuove soluzioni, anche con la lettura di qualche buon libro, perché no.

Ascolta l’intervista integrale a Luca Papa su come si impara facendo esperienza!

Metodi di apprendimento nell’era digitale: intervista a Luca Papa

Secondo quanto ho potuto testare in oltre 15 anni di carriera come trainer, con oltre 10.000 persone formate, tra cui molti che ricoprono oggi posizioni di rilievo in piccole, medie e grandi aziende nell’ambito dei nuovi mestieri digitali, posso dire con certezza quale sia il modo migliore pre imparare.

Quando si apprende? Mi sono fatto in prima persona questa domanda. Per rispondere sono partito dal concetto che l’adulto per imparare ha bisogno di percepire fin dal primo istante che quello che sta facendo gli tornerà subito utile. Deve toccare con mano, sentirsi coinvolto, in prima linea. Solo così può avvenire il cambiamento, la crescita. Abbiamo bisogno di mettere in pratica ciò che si studia in teoria per giungere ad un apprendimento significativo.

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Il learning model americano noto come 55:25:20 è stato per me grande fonte di ispirazione. Secondo questo modello, l’assimilazione delle nuove competenze avviene se c’è un preciso equilibrio fra apprendimento esperienziale ( 55%), sociale (25%) e formale (20%). Per quest’ultimo è inteso quello nozionistico, teorico, tradizionale.

Al learning by doing è affidata la percentuale più alta, seguito dal social learning che corrisponde alla condivisione delle conoscenze dando rilevanza al contesto di studio interattivo.

Semplificando, se vogliamo acquisire nuove skills solidamente, dobbiamo bilanciare un 20% di modelli teorici con un 80% di action learning ovvero attività operative.

Qui di seguito ti riporto un estratto della mia intervista. 

Quali sono i metodi del learning by doing?

Il veicolo di apprendimento più forte che esista è l’esperienza. Si impara facendo pratica, più che leggere e ascoltare qualcuno. Dobbiamo procurarci delle occasioni attraverso le quali poterci esercitare, fare della pratica, provare, agire ed anche sbagliare. Perché abbiamo bisogno anche di sbagliare? Perché quando facciamo qualcosa ed agiamo, quel qualcosa rimane molto più impresso nella nostra memoria.

A maggior ragione se abbiamo sbagliato o fallito. La frustrazione legata a questa situazione può essere potenzialmente un’enorme fonte di apprendimento per ciò che faremo in futuro.

Ci fai un esempio di come imparare facendo pratica?

Prima di tutto non utilizzando solo i libri. Il problema è che le persone sono da sempre abituate a leggere e continuano a farlo anche se è un modo poco efficace per ottenere risultati. Imparare facendo è una strategia intelligente per raggiungere una buona formazione professionale nell’era digitale. Può essere intesa anche come docenza, quando a fare lezione sia qualcuno che svolge realmente quel mestiere, piuttosto che insegnarlo soltanto. Il professionista ti mostra come usare quei software, tools e quelle tecnologie, dopodichè potrai  fare pratica su quegli strumenti, per provare, misurarti con ciò che hai compreso realmente (training on the job).

Se, dopo esserti esercitato su questi software, potessi sfruttare un’occasione professionale vera, in cui utilizzare quegli strumenti, la tua competenza farebbe un incredibile salto di qualità. Dovrai, dunque, cercare un contesto didattico strutturato e integrato con dei praticantati o stage operativi.

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Cosa c’è di sbagliato nei metodi di apprendimento tradizionali?

Tantissime cose, ma partiamo dai due problemi più rilevanti. Il primo problema è che la maggior parte dei docenti che troviamo nei processi di apprendimento tradizionali sono dei professionisti della formazione, cosa diversa dall’essere operativi della materia. Questo è un problema enorme. Il secondo grande problema è la distanza temporale che passa tra quando studiamo qualcosa e quando possiamo metterla in pratica.

All’università, in media studiamo per 3 fino a 7 anni solo sui libri dando moltissimi esami e solo anni dopo mettiamo realmente in pratica quello che abbiamo studiato. Questa distanza temporale è eccessiva, mentre per imparare davvero avremmo bisogno di studiare e subito dopo provare operativamente, in un contesto di work-based learning.

Imparare e fare subito, è questo il metodo migliore per far sedimentare la conoscenza: se faccio, capisco. 

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Qual è la differenza tra sapere e saper fare?

La differenza è enorme. È facile imparare nozioni, soprattutto in un Paese come l’Italia, dove il patrimonio culturale è un valore importante, ma la realtà è che solo pochi sanno distinguersi. Quei pochi che ci riescono, arrivando al successo, sono quelli che sanno fare. I vincenti nel business, nel lavoro o nella vita, sono coloro che hanno la capacità di tradurre subito in operatività le proprie idee. Attraverso la pratica, riescono a generare dell’ulteriore apprendimento utile per migliorare anche il loro sapere, ma parte tutto dal saper fare.

Meglio partire dalle tue attitudini, da ciò che ti riesce meglio, perché probabilmente sarà quello il campo in cui potrai eccellere.

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Spero di averti chiarito la differenza che intercorre fra istruzione ed apprendimento. Ciò che possiamo acquisire in ambito scolastico non basta ad avviare realmente ad una professione, men che mai nell’era digitale, dove tutto è molto veloce ed i libri di testo tendono ad invecchiare molto rapidamente. In ambito lavorativo infatti servono competenze dimostrabili, che è diverso da avere conoscenza delle cose. Alternanza scuola lavoro o il tirocinio come esperienza spesso non sono sufficienti, perché difficilmente queste formule portano nel vivo dell’operatività aziendale.

La vera intelligenza sta nel puntare dritti agli obiettivi e scegliere un percorso didattico che ti garantisca fin da subito una tua partecipazione attiva. Questo ti farà progredire più velocemente, dato che imparerai facendo direttamente, ed, inoltre, manterrà alto il tuo livello di motivazione, perché misurerai da solo i tuoi risultati e potrai comprendere meglio il gap formativo da colmare.

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Digital Coach basa tutto su questi principi, e da anni forma professionisti del digitale, figure lavorative del futuro, puntando sul learning by doing, a differenza delle scuole tradizionali. Un approccio pratico-operativo è l’unica risposta possibile se vuoi competere nel mondo del lavoro.

Certamente la prima cosa da fare è individuare obiettivi professionali ragionevoli nel breve e medio periodo e, dato che sei arrivato fino a qui, voglio offrirti un coaching di carriera gratuito. 

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Sono architetto ma preferisco comunicare l’architettura, piuttosto che farla. Scrivo per passione da sempre, e mi occupo di comunicazione per le aziende. Ho seguito il corso di Digital Coaching Certification e mi sto specializzando in SEO. Lavoro anche come ghostwriter. Mi piace comunicare il valore delle aziende e delle persone che hanno una storia da raccontare. 


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8 Commenti

  1. Anastasia

    Il metodo scolastico col quale si impone, ai ragazzi, di far proprie le competenze teoriche, prende il nome di “simbolico-ricostruttivo”; metodo il quale poteva funzionare (ancora un po’) fino a qualche anno fa, quando i docenti erano dotati di vere conoscenze teoriche: oggi, se non ci approccia alla teoria tramite il metodo “percettivo-motorio” – conosciuto, infatti, come l'”imparare-facendo” -, si finisce con il non apprendere nulla, o il non aver capito niente dalle innumerevoli ore passate fra i banchi di scuola.

  2. Nadia Vandelli

    Imparare facendo risulta essere una strategia vincente, perchè imparare non significa solo memorizzare nozioni, ma soprattutto comprendere ed avere un ruolo attivo nel processo stesso dell’apprendimento attraverso l’applicazione pratica delle nuove conoscenze. Nell’era di internet in cui possiamo accedere a qualsiasi tipo di informazione in real time, la differenza tra “chi sa” e “chi sa fare” risulta determinante per la realizzazione professionale.

  3. Susanna Nicoletti

    Io sto muovendo i miei primi passi nel mondo digitale e grazie al vostro metodo del “FARE” ho già imparato tante cose. Credo che la teoria sia importante ma è solo “FACENDO” e credo anche sbagliando all’inizio che si apprende realmente. Grazie Luca e grazie Digital Coach

  4. MARY.GELMETTI

    Sempre detto che il “learning by doing” è la chiave. E’ utile sicuramente la teoria, ma come ti rivendi nel mondo del lavoro se al primo task non sai produrre nulla? Ad oggi molti titoli non servono se non si passa dalla pratica.

  5. Vincenzo Salzano

    Articolo che fornisce degli spunti di riflessione molto importanti. In effetti “svecchiare” la metodologia tipica di anni di didattica del nostro Paese non è compito facile, ma comunque è chiaro che si stai prendendo finalmente una direzione più orientata verso il learn-by- doing. Chissà se non è proprio la globalità del Digital Marketing, che finalmente ci sta conducendo ad apprendere metodi più pragmatici ed orientati al risultato.

  6. Nicole Molteni

    Imparare facendo! Una grande verità. E Digital Coach è proprio questo. Una scuola che ti insegna,Facendo! Ed è qualcosa di fantastico e che arricchisce.

  7. Maria Elena Massarelli

    Sono al 1000% d’accordo con Luca.. Ho sempre detto che c’è bisogno della pratica… Soprattutto durante l’Università non c’è la possibilità di mettere in pratica quanto studiato e quindi non si hanno le basi per entrare nel mondo del lavoro… Mondo del lavoro che poi ti richiede l’esperienza lavorativa che ovviamente non hai… Non va tutto il sistema.

  8. Jessica armanetti

    Non c’è niente di più formativo dell’esperienza stessa.

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