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Piccolo imprenditore: come diventarlo partendo da zero

Chi è un piccolo imprenditore? Quella dei piccoli imprenditori è una professione molto simile all’imprenditore classico, ma che vede come principale differenza il fatto che, per essere considerato, appunto, “piccolo”, si ha l’obbligo di esercitare l’attività professionale principalmente con i componenti della propria famiglia.

Tale figura, inoltre, deve operare in modo organizzato e non occasionale e deve rispettare sempre il proprio patrimonio e quello dei suoi collaboratori.

La definizione più precisa dal punto di vista legale, se si vuoi approfondire ulteriormente, si può trovare all’interno dell’articolo 2083 del Codice Civile.

Se sei qui, immagino che tu ti stia chiedendo come diventare un piccolo imprenditore partendo da zero. Inizia subito con il dimenticarti l’ansia della ricerca forsennata di soluzioni impossibili!

In questo articolo ti aiuterò a fare chiarezza sulla figura del piccolo imprenditore, ti mostrerò i 3 principali motivi di fallimento e, soprattutto, ti darò dei consigli che potrai sfruttare per costruire l’azienda di successo che desideri.

Se, intanto, vuoi già iniziare a progettare un business che sia per te molto più motivante e che sia, anche, in grado di attrarre persone dall’alto valore aggiunto, ti consiglio di dare un’occhiata al sistema di Management Scale Up, che in poco tempo ti permetterà di aumentare realmente il tuo fatturato.

Nel video ti ho parlato di questi temi:

  • Perché lavorare troppo non ti sta facendo ottenere i risultati che vuoi.
  • Per quale ragione guadagni poco rispetto alla mole di lavoro che affronti.
  • In che modo gestire il personale e le risorse umane.
  • Come diventare un piccolo imprenditore digitale e quali vantaggi puoi trarne.

Chi sono i piccoli imprenditori?

Ci si chiede spesso cosa bisogna avere per per fare l’imprenditore. Posso già dirti che la laurea è un plus che può aiutare ma che non rappresenta una vera discriminante tra chi è un imprenditore e chi no.

La dote intrinseca più importante è la mentalità imprenditoriale. Essa è l’elemento fondamentale che ti permette di creare degli obiettivi molto più chiari e di perseguirli con efficacia nel tempo. Grazie ad essa avrai la capacità di affrontare nuove sfide e di organizzarti molto più rapidamente rispetto agli altri imparando anche dai tuoi errori. 

Ora che hai capito cosa ti serve per avere una tua attività, la definizione di piccolo imprenditore vera e propria la si può estrarre dall’archivio della gazzetta ufficiale all’articolo 2083 del Codice Civile.

diventare piccolo imprenditoreIl testo dichiara che i piccoli imprenditori sono: i lavoratori della terra e gli allevatori, gli imprenditori che esercitano attività produzione di beni o trasporti e, infine, gli artigiani. Tutti questi hanno l’obbligo di avere una componente familiare all’interno della propria attività. 

Nella corso degli anni, però, queste figure hanno subito molteplici variazioni di valutazione, poiché sono da sempre state legate alla moneta. Basti pensare che, prima del 1989, il limite di capitale investito non doveva superare le 900.000 lire. 

Nel 2006 e, successivamente nel 2007, quindi vi sono stati due grossi aggiornamenti nella nozione di piccolo imprenditore. Essi andavano a delineare dei parametri quantitativi sotto la quale l’imprenditore non era soggetto al fallimento.

Vista, anche, la forte mutabilità del valore della moneta, da queste due revisioni, il Ministro della Giustizia, ha deciso di rinnovare i parametri che definiscono i piccoli imprenditori con cadenza triennale, basandosi sugli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati intervenuti nel periodo di riferimento. 

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MANAGEMENT SCALE UP

Ma quindi, all’atto pratico, quando un imprenditore è considerato piccolo? Partendo sempre nell’articolo 2083 c.c., tale figura viene divisa in 3 macro categorie che ne definiscono più precisamente i ruoli.

Se hai la possibilità, intanto, di identificarti in una di queste tre categorie, puoi già farti un’idea su quali sono i vantaggi di essere un piccolo imprenditore.

1.Coltivatore diretto del fondo

Il coltivatore del fondo, meglio definito nell’art. 1647 c.c., è un qualsiasi lavoratore che pone la propria attività, o sulla manipolazione e trasformazione del terreno al fine di ottenere prodotti vegetali o sull’allevamento di bestiame. 

Nei dettagli dell’articolo si evince, inoltre, che la forza lavoro familiare deve essere non inferiore a 1/3 di quella che è necessaria per i normali bisogni dei lavori eseguiti. 

2. Imprenditore artigiano

L’imprenditore artigiano, diversamente dagli altri due, è colui che esercita in autonomia un’attività di produzione di beni e servizi con una lavorazione prettamente manuale. Sulla sua persona, ovviamente, cadranno oneri o onori dell’impresa e sarà quindi obbligato ad assumersi tutte le responsabilità e i rischi inerenti alla direzione e alla gestione. 

Nella definizione di piccolo imprenditore artigiano vanno però escluse le attività legate all’intermediazione nella circolazione dei beni o le attività di somministrazione al pubblico degli alimenti o delle bevande. 

3. Piccolo commerciante

Il piccolo commerciante, infine, è definito come un piccolo imprenditore che svolge attività di intermediazione nella circolazione dei beni. 

Come diventare piccolo imprenditore?

Adesso che hai capito come la legge italiana definisce il lavoratore autonomo e, soprattutto hai già capito in quali categorie si suddivide, puoi finalmente iniziare a creare una strategia per diventare piccolo imprenditore partendo da zero.

Come per tutte le grandi imprese è ottima prassi quella di organizzare le idee prima di partire e capire, subito, quali sono gli errori da evitare così da non essere obbligato a recuperarli strada facendo. La risoluzione delle problematiche ancora prima che esse compaiano, risulta essere uno dei metodi più efficaci di crescita e, avere in mente questa semplice regola, ti permetterà di costruire finalmente il business che desideri.

Collaborando con diversi piccoli imprenditori, sono sorti dubbi riguardo alla forza che un business ha se rimane confinato al mondo offline e, spesso la domanda che mi veniva posta era: perché dovrei considerare di diventare un piccolo imprenditore digitale?

I grandi vantaggi di aprire un business online li troverai proseguendo nella lettura di questo articolo. Intanto è giusto che ti faccia delle domande riguardo all’idea di business che hai e ti chieda se abbia senso trasformare la tua immagine e portarla nel mondo del web. 

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Evita gli errori ricorrenti dei lavoratori autonomi

Uno dei grandi errori che vedo spesso commettere è quello dell’overworking. Troppo spesso capita che le tue attività siano svolte dal lunedì alla domenica togliendo, così, tempo prezioso alla famiglia, alla vita personale o al tuo svago.

Come si dice sempre “mens Sana in corpore sano”, mente sana in un corpo sano. Questo deve diventare il mantra dei piccoli imprenditori di successo, che vogliono evitare di farsi sovrastare dall’eccessiva quantità di lavoro. Avere il giusto tempo per sé stessi e per la propria sfera familiare/sociale farà ottenere performance nettamente migliori. 

Tra i problemi del piccolo imprenditore, c’è anche il rapporto retribuzione/ore di lavoro. Spesso capita che un lavoratore autonomo guadagni troppo poco rispetto alla quantità di ore che investe in quella attività.

Te lo dico in modo sincero, questo non va affatto bene e non può essere tollerato! Si può capire un fatturato non eccelso nelle prime fasi di una start up.

I primi 3 anni, forse, sono ancora giustificabili perché il tuo business ha bisogno di assestarsi ed entrare a regime ma, superato questo limite, se non sei arrivato a poter guadagnare bene, allora stai sbagliando qualcosa.

Ti sei inconsciamente creato una macchina azienda nella quale sei sottopagato e sovrasfruttato.

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Impara a delegare e responsabilizzare

Hai già capito che per evitare stress e, conseguentemente, il rischio di chiusura del tuo business, la quantità di lavoro non deve superare la tua capacità di gestione. Se questo capita, però, bisogna sapere come reagire.

La soluzione è imparare a delegare ai tuoi collaboratori tutti i lavori che non puoi gestire tu stesso. La fiducia nel team, e nelle sue capacità, sta alla base di un business vincente. 

Negli anni ho avuto modo di fare formazione per piccoli imprenditori capendo che spesso, all’interno di una piccola impresa, ci sono grosse lacune per quello che riguarda la gestione del personale e delle risorse umane

impara delegare piccolo imprenditorePuò capitare che l’assunzione di nuovi collaboratori risulti uno dei problemi del piccolo imprenditore poiché si trova obbligato a passare da un’impresa familiare a qualcosa di un po’ più strutturato dovendo, quindi, iniziare a porre fiducia in un personale che, molte volte, non conosce a fondo.

Per intenderci, molti piccoli imprenditori individuali non hanno le capacità per impostare dei buoni processi di attrazione e reclutamento delle persone e, successivamente, non hanno neanche le abilità per saper gestire il team formatosi una volta che esso inizia a crescere e diventare, così, sempre più consistente. 

Un primo consiglio che ti posso dare è quello di informarti su come organizzare un buon flusso di lavoro, che può risultare un ottimo primo passo per costruire un’azienda funzionale e, soprattutto, sostenuta da collaboratori di qualità.

Altro problema legato alla scarsa capacità di saper delegare i propri lavori è che, frequentemente, il piccolo imprenditore ha difficoltà nel responsabilizzare i propri dipendenti. Idealmente, in un business che funziona ad hoc, più persone vengono aggiunte, più la mole di lavoro a persona dovrebbe diminuire.

Ma, come dicevo prima, se non sei in grado di delegare e di responsabilizzare i nuovi assunti, allora succede l’inverso. La quantità di lavoro su di te aumenta esponenzialmente e i tuoi dipendenti restano in una condizione di stallo, non crescendo come, magari, sperato durante la fase di reclutamento.

Un’ottima soluzione per imparare a responsabilizzare i tuoi dipendenti è quello di creare delle situazioni di team building che, con il tempo, rafforzano il rapporto della squadra ma, soprattutto, rafforzano la fiducia in sé stessi portando, così, a rendere le persone più aperte e proattive verso le responsabilità.

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Apri un business online

Fino a qui hai capito quante e quali sono le difficoltà di diventare un piccolo imprenditore. Però, a questo punto, vien da sé la domanda: ma dove lavora un piccolo imprenditore

Fino a qualche anno fa, l’imprenditore avrebbe dovuto scegliere un luogo fisico dove posizionare la propria sede centrale e poi, di conseguenza, se la sua attività fosse stata di creazione di beni, avrebbe dovuto decidere di acquistare un magazzino per lo stoccaggio o per la produzione effettiva. 

Ad oggi, però, non è più così, almeno per il piccolo imprenditore digitale. Con la nascita di decine di siti che ci permettono di vendere prodotti online, l’imprenditore ha la possibilità di sfruttare un e-commerce o un sistema di dropshipping.

Per sapere se, però, questa nuova visione del mercato fa al caso tuo, è giusto che tu capisca cosa sono e che grosse differenze ci sono tra il normale e-commerce e il dropshipping:

  • E-commerce classico permette di vendere i propri prodotti online e quindi porta con se il vantaggio di essere, ipoteticamente, un negozio aperto 24/7. Lo svantaggio più grande di questo sistema, però, è che si è obbligati a dover gestire una logistica della merce acquistata o, comunque, prodotta in precedenza. 
  • Il Dropshipping, invece, supera questo ostacolo, permettendo all’imprenditore di diventare solo un intermediario tra chi acquista ed il magazzino che mantiene già in stock i prodotti nel proprio deposito. Sarà, difatti, quest’ultimo ad occuparsi dell’imballo e delle spedizioni.

Aprire un’attività online, quindi, ti permetterà di vendere i tuoi prodotti ovunque e in qualsiasi ora del giorno e della notte. Se segui questa strada, al contrario di chi non si fida di aprire un’attività online, la tua impresa avrà un vantaggio strategico assolutamente non trascurabile e in poco tempo saprà distinguersi nel mare magnum dei prodotti online per la tua categoria.

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I vantaggi del piccolo imprenditore digitale

Il piccolo imprenditore gode di diversi vantaggi ed esenzioni che lo aiutano a sostenere la propria attività. In primis, in Italia dal punto di vista fiscale, bisogna fare una distinzione tra lavoratore autonomo, che ha la ritenuta d’acconto e non deve iscriversi alla Camera di Commercio e l’imprenditore individuale che, differentemente, non possiede la ritenuta d’acconto e deve, quindi, iscriversi alla Camera di Commercio. 

vantaggi del piccolo imprenditoreI primi grandi vantaggi dei piccoli imprenditori sono: la mancanza degli obblighi di dover tenere le scritture contabili, la mancanza di dichiarazione di fallimento e l’esenzione dal dover pagare l’imposta sulle attività produttive (Irap).

Ma, tralasciando i benefici burocratici, passiamo al concreto.

I veri vantaggi di un piccolo imprenditore digitale che apre un business online sono: 

  • Lavoro in autonomia o con il supporto flessibile di dipendenti o collaboratori;
  • Possibilità di lavorare in smart-working;
  • Costi inferiori rispetto al negozio fisico;
  • Vendita diretta la cliente finale;
  • Molta più visibilità;
  • Apertura 24/7 e quindi vendite sempre aperte;
  • Decisione del paese in cui si vuole aprire l’attività digitale.

Questi sono solo alcuni dei tanti vantaggi che un piccolo imprenditore digitale può incontrare sul proprio percorso. Ed è per questo che mi sento di poterti consigliare di iniziare sin da subito a valutarne tutti gli aspetti.

Più che quelli economici, come ti dicevo nel punto degli errori dei piccoli imprenditori, quello che conta davvero è come utilizziamo la risorsa più preziosa, il tempo.

Quello che ti ho fornito qui sopra sono tanti piccoli spunti di riflessione per cambiare la tua visione sul mondo del lavoro sia fisico che sul web e, di conseguenza, su come diventare un piccolo imprenditore partendo da zero.

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Il piccolo imprenditore nella legge fallimentare

Piccola nota anche per il piccolo imprenditore nella legge fallimentare (Regio Decreto 267/1942) che è stata anch’essa aggiornata nel 2006 e nel 2007. 

La descrizione più recente stabilisce che i piccoli imprenditori non sono soggetti al fallimento e possono definirsi tali se possiedono congiuntamente questi 3 requisiti: 

  • Aver posseduto nei tre esercizi precedenti l’istanza di fallimento un attivo patrimoniale non superiore ai 300.000 euro;
  • Aver realizzato, nei tre mesi precedenti all’istanza di fallimento, ricavi lordi non superiori ai 200.000 euro l’anno;
  • Avere un ammontare di debiti non superiore ai 500.000 euro.

Conclusioni e consulenza strategica

Arrivato a questo punto, hai appreso appieno cosa vuol dire essere un piccolo imprenditore. Hai compreso che, il primo grande problema di ogni imprenditore è sé stesso. Avere sempre a mente come gestire il tempo, i guadagni ed i propri collaboratori sarà l’elemento che farà crescere esponenzialmente la tua attività.

Nel caso tu volessi già cimentarti nella creazione di un business online, hai qui la possibilità di ottenere una consulenza strategica gratuita che, grazie ai nostri esperti, ti farà capire se la tua attività ha le carte in regola per tuffarsi nel mondo del web e, ovviamente, conquistarlo.

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ALT TEXT FOTOTRASCRIZIONE A CURA DI NICCOLÒ FONTI

Scienza e arte che coesistono in me. Gli anni da chimico mi hanno donato una visione analitica del mondo ma la mia creatività non mi ha mai abbandonato. Ora i due mondi coesistono in armonia in me. Ah, se ti interessa studio anche Digital Marketing presso Digital Coach® per acquisire nuove competenze con la volontà di passarle anche a voi lettori.

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3 Commenti

  1. Paola Franchi

    Il tessuto imprenditoriale italiano è composto per la maggior parte da micro imprese e da piccoli imprenditori. E’ fondamentale conoscere cosa li distingue e li caratterizza, le leggi che li tutelano e soprattutto come possono continuamente crescere ed evolvere per fatturato, competenze e servizi offerti pur mantenendo la propria identità.
    In questo il digitale si dimostra ancora una volta lo strumento vincente che permette a questa categoria, così preziosa per l’imprenditoria del nostro Paese, di affrontare e vincere le sfide di ogni giorno.

  2. Anastasia Gambera

    Piacerebbe un po’ a tutti diventare imprenditori, per lo meno anche piccoli. Ma diventare uno “squalo” del mestiere, per questo ci vuole pratica e tanto studio. E soprattutto, esservi portati, chiedendocisi se si possa fare davvero tutto quel che concerne siffatta figura ;)

  3. Laura Mandaradoni

    Consiglio la lettura di questo articolo, che con semplicità e concretezza spiega chi è il “piccolo imprenditore”. L’impatto che affacciarsi al digitale ha per un’azienda qualsiasi, è ormai innegabile e lo è ancora di più per un piccolo imprenditore. Il digitale offre dei vantaggi indiscutibili a livello di visibilità e allo scopo di creare il proprio personal brand. Questo è necessario perché non è pensabile vendere un prodotto od un servizio, se alla base non c’è la fiducia e questo sentimento, nei rapporti di business, di crea con la presenza, con il dimostrare di essere affidabili e autorevoli nel target di riferimento. Il digital marketing diventa quindi per un piccolo imprenditore, un tassello fondamentale nella propria online business strategy.

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