
INTELLIGENZA ARTIFICIALE FACEBOOK
Intelligenza artificiale Facebook: un binomio perfetto. Basti pensare all’evoluzione che i ricercatori del FAIR (Facebook AI Research) portano avanti di giorno in giorno, migliorando la tecnologia che sta alla base del Social Network più grande e avanzato al mondo che oggi conta circa 2 miliardi di utenti (dato al 27 giugno 2017 – fonte Wikipedia).
La piattaforma di Mark Zuckerberg non è certamente l’unica ad essere avanzata a livello tecnico-informatico. Infatti colossi come Google o Amazon non hanno nulla da invidiare a Facebook. Oramai fanno parte integrante delle nostre vite, a tal punto che è davvero difficile immaginare un mondo senza l’interconnessione di questi sistemi informatici.
Se sfruttati nel modo corretto, essi possono agevolare la vita di tutti i giorni, dalla semplice ricerca sul proprio browser, al comodo utilizzo per fare shopping online senza spostarsi fisicamente da casa.
Nell’ultimo secolo abbiamo potuto assistere ad un’evoluzione informatica senza precedenti, tale per cui quando parliamo di intelligenza artificiale e machine learning, i confini tra fantascienza e realtà sono sempre meno definiti.
Torniamo dunque a dare uno sguardo a l’intelligenza artificiale Facebook: dal 2004 ad oggi ha portato con se profonde innovazioni. Inoltre, diverse sono state le ricerche e gli oggetti di sviluppo affrontati nel proprio portale.
Intelligenza Artificiale Facebook: Fb “M”
Sull’intelligenza artificiale Facebook è da precisare che dal 2015 fino al 19 Gennaio 2018 è stato sperimentato “Facebook M“, una chatbot integrata su Messenger dotata di un’intelligenza artificiale che avrebbe dovuto in generale assistere gli utenti nelle ricerche, nei pagamenti e nelle prenotazioni di appuntamenti. Questo esperimento fu portato avanti solamente in California su un campione di 10.000 persone proprio per testare nel piccolo se la chatbot sarebbe stata in grado di sostenere in futuro le conversazioni con milioni di persone.
Immaginando il dialogo che si potrebbe fare con un conoscente riguardo la scelta di un ristornate, “Facebook M”, sarebbe stato in grado di accompagnare un potenziale cliente alla prenotazione di un tavolo, il tutto attraverso delle semplici domande e risposte all’intelligenza artificiale Facebook.
Purtroppo a due anni dall’inizio dell’esperimento i ricercatori chiusero il test sulla chatbot intelligente non avendo raggiunto i risultati sperati. Non tutto però è stato vano, in quanto gli sviluppatori del FAIR hanno raccolto un’enorme quantità di dati relativi alle modalità che gli utenti utilizzano maggiormente per effettuare le ricerche. Dati che saranno studiati per migliorare il linguaggio e le capacità delle chatbot nel prossimo futuro.
Chatbot
Le chatbot che conosciamo oggi sono presenti nella piattaforma di Facebook già da aprile 2016. Esse non sono dotate di un’intelligenza artificiale che sfrutta il machine learning per auto apprendere dalle conversazioni con gli utenti come poteva fare “M”, ma al contrario sono semplicemente composte da un algoritmo di testi già strutturato. Non per altro vengono chiamati anche risponditori automatici. Significa cioè che le frasi scritte sono già inserite all’interno del loro codice, organizzate in uno schema ad albero. Di conseguenza ogni domanda presente nel database della chatbot posta dall’utente porta ad una serie di risposte il più dettagliate e specifiche possibile sull’argomento trattato.
Questa tecnologia sta prendendo sempre più piede nelle aziende per sostituire in parte il lavoro del costumer service sulle pagine pubbliche, almeno finché non si ritenga necessario il subentro di un operatore umano per aiutare le persone con domande più insolite. Attualmente le chatbot facilitano le ricerche dei prodotti di consumo, o nel caso di un giornale web, la ricerca di argomenti di interesse, il tutto attraverso pochi semplici click.
Computer che parlano tra loro
Di seguito ti illustriamo un altro test di intelligenza artificiale Facebook. Si tratta dell’esperimento portato avanti dai ricercatori del FAIR: Alice e Bob. Alice e Bob sono state due chatbot sviluppate appositamente con l’intento principe di farli condurre delle trattative fra di loro per la divisione di alcuni oggetti. Dopo essere stati messi in funzione i due robot cominciarono la comunicazione apparentemente in lingua inglese, mentre qualche secondo dopo la conversazione, risultava incomprensibile il loro linguaggio, tanto che i ricercatori dovettero fermare l’esperimento. Dopo l’accaduto esplose sul web un boom di articoli fuorvianti i quali descrivevano con una sottile vena apocalittica la misteriosa conversazione tra Bob e Alice, innescando di conseguenza panico tra i lettori.
Quello che è accaduto alle due chatbot non è stato l’inizio di un oscuro dialogo per la conquista del mondo intero da parte di robot intelligenti, come potrebbe essere apparso dalla lettura di questi “click bait” (esca di click o meglio titoli esca), ma come spiegò Dhrum Batra, uno dei ricercatori e scienziati del FAIR, a causa di un errore di programmazione i software che simularono la conversazione non erano stati configurati per discutere in lingua inglese, ma erano predisposti ad una comunicazione libera da vincoli linguistici.
Infatti, come accade nei dialoghi tra persone che utilizzano le abbreviazioni per velocizzare la composizione di frasi e testi, anche i due robot trovarono un modo più rapido di conversare, tanto che resero la comunicazione talmente efficiente da essere indecifrabile a noi umani. Probabilmente proprio perché Alice e Bob non sono altro che un composto di numeri e codice binario.
La vera intelligenza artificiale Facebook
Oltre a questi esperimenti sullo sviluppo tecnologico della piattaforma, il CEO di Facebook ha da poco introdotto profondi cambiamenti che favoriranno, a parere suo, un utilizzo più efficace del tempo speso sul Social Network. Infatti, siamo noi stessi protagonisti attivi delle novità che da questi ultimi mesi caratterizzeranno l’intelligenza artificiale Facebook, primo tra tutti il ritorno agli albori di Facebook in cui si favorirà nuovamente la connessione tra le persone a discapito della pubblicità.
Non solo, ma l’intelligenza artificiale Facebook sarà in grado di:
- riconoscere e penalizzare le fake news
- promuovere la visione dei contenuti appartenenti ad amici e collegamenti locali
- incoraggiare i legami tra le comunità di individui
Con occhio critico perciò è possibile apprendere che “Il Social Network” in realtà farà ancora una volta il suo lavoro di contenitore e filtro delle informazioni personali degli utenti. Si agevolerà quindi la realizzazione di campagne di marketing sempre più mirate e forti nonostante la drastica diminuzione del numero dei post pubblicitari visualizzabili nella feed della piattaforma. Sarà perciò l’inizio di una nuova targetizzazione estremamente dettagliata.
Un’ altra grande novità riguarda la prevenzione ai suicidi. In un post di Mark Zuckerberg egli stesso spiega l’implementazione di questo nuovo aspetto dell’intelligenza artificiale Facebook. Descrive la possibilità dell’algoritmo di riconoscere i post di persone che esprimono pensieri che potrebbero portare al suicidio, permettendo un intervento di supporto rapido degli enti di prevenzione collaboratori presenti in tutto il mondo. L’algoritmo di Facebok utilizza maggiormente il riconoscimento di modelli per identificare i segnali – bullismo, depressione, commenti ad una persona per sapere se sta bene – i quali faciliteranno un’azione diretta del loro team nella valutazione e prevenzione di eventuali problemi legati al suicidio.
Studiare l’evoluzione dell’algoritmo di Facebook
Se hai letto fin qui molto probabilmente ti sarai chiesto/a se “è giusto lasciare che l’intelligenza artificiale di Facebook si sostituisca al lavoro di una persona? Come funziona questa tecnologia? Come faccio a restare al passo con i continui cambiamenti sulla piattaforma? Come posso sfruttare al meglio il Social Network per il marketing?”. Per ora possiamo fare solo delle ipotesi riguardo alla sicurezza o meno di queste tecnologie avanzate.
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