OTTIMIZZARE IMMAGINI SEO
Come ottimizzare le immagini e migliorare le prestazioniOttimizzare immagini SEO non è mai tempo sprecato e può dare senz’altro i suoi frutti in termini d’indicizzazione e traffico. Le immagini rendono il testo più fluido, migliorano la leggibilità, suscitano emozioni, incentivano le condivisioni, conferiscono dinamicità ad articoli altrimenti piatti e monotoni e aiutano a comunicare in modo rapido ed efficace.
L’utilità delle immagini, però, va oltre il mero aspetto visivo, acquisisce un valore anche dal punto di vista SEO, infatti Google si è già spostata verso una modalità di ricerca sempre più “visuale”, e anche se le tecnologie e gli algoritmi di analisi del contenuto d’immagini hanno ancora moltissima strada da percorrere, basta dare un’occhiata ai filtri di Google Images per rendersi conto che i passi fatti in quella direzione sono già notevoli.
Le immagini negli ultimi anni sono diventate un’ottima risorsa, anche per gli ecommerce. Da recenti studi, si è riscontrato che l’immagine del prodotto influenza positivamente circa il 50% degli utenti in fase di acquisto. Possiamo quindi affermare che le immagini aumentano le conversioni per un ecommerce.
Nella pagina che segue ti mostrerò gli elementi fondamentali per ottimizzare le immagini per la SEO.
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I motori di ricerca e le immagini
Spiegare come avviene concretamente il riconoscimento e la codifica delle immagini in ottica SEO richiede la definizione di alcuni elementi tecnici che rendono possibile ottimizzare immagini in ottica SEO. L’elemento principale, di questo processo, prende il nome di Spider, un programma che consente di scansionare un contenuto per conto di un motore di ricerca.
In realtà questi software non sono in grado di decifrare e capire il contenuto delle immagini, ma riescono a leggere gli elementi di un contenuto grafico indispensabili all’indicizzazione dell’immagine.
Quest’ultima sarà dunque rappresentata e riconosciuta da un codice, definito tag img (image) ed è rappresentato nel seguente modo:
Ciò che segue al tag alt, cioè il testo alternativo, è quello che ha più peso per Google, in quanto fonte primaria delle informazioni sull’immagine per lo spider che analizzerà la tua pagina, argomento che affronteremo successivamente.
Lo stesso Google afferma che le immagini rappresentano un segnale di pertinenza per l’indicizzazione. È fondamentale che vengano scelte in modo strategico, affinché possano essere ritenute dai motori di ricerca delle risorse rilevanti, che oltre a offrire una user experience migliore offrono valore aggiunto al contenuto.
Quindi, per far in modo che le nostre immagini vengano prese in considerazione è fondamentale semplificare le attività di crawl e index di Google; questo ci permetterà di avere maggiori probabilità di apparire nei risultati di ricerca di Google immagini e far in modo che i nostri media appiano nelle SERP in quanto ritenute utili per gli utenti.
Le immagini su Google
Abbiamo visto che le immagini ottimizzate lato SEO, possono essere utilizzate per far scoprire i contenuti del tuo sito.
Ci sono diverse sezioni di Google dove i media possono apparire in anteprima:
Google Search
Faccio riferimento alla ricerca tradizionale, nel quale nella barra di ricerca del motore viene inserita una query e tra i soliti risultati in SERP (snippet), vengono mostrate tre o quattro immagini in anteprima.
Google Images
Google Immagini aiuta gli utenti a trovare le pagine web tramite la ricerca visiva. Quando un utente effettua una ricerca tramite Google Images, gli vengono mostrate le immagini rilevati in merito alla query che ha inserito.
Semplicemente, è un contenitore che mostra delle immagini, per invogliare l’utente a cliccarle e ad approfondire l’argomento direttamente sulla pagina.
Google Discover
Altra possibilità di essere scoperti è tramite Google Discover. Anche in questo caso, se l’attività di ottimizzare immagini lato SEO viene eseguita correttamente, si ha la possibilità di apparire nel feed personalizzato, definito anche queryless.
Adesso che hai scoperto i vantaggi che Google Search, Images e Discover sono in grado di portare al tuo sito tramite le immagini, non ti resta che imparare a ottimizzarle in ambito SEO, in modo che anche i tuoi media vengano mostrati in anteprima dal motore di ricerca e tu possa generare maggiore traffico o incrementare le conversioni del tuo ecommerce.
Perché ottimizzare immagini in ottica SEO?
Ottimizzare immagini SEO è importante perché le immagini stesse rientrano tra i fattori di ranking e come precedentemente accennato, attraggono traffico organico sul sito e ne aumentano le conversioni. Nonostante questi aspetti positivi, rimane un’attività che viene sottovalutata anche dai più esperti nel settore. È importante che chi produce contenuti online, dedichi del tempo per ottimizzare immagini, perché, come la pagina deve comparire tra i primi nella SERP tradizionale, anche le immagini presenti al suo interno, devono posizionarsi tra le prime nella SERP di Google Immagini.
Risulta quindi fondamentale capire le regole, le tecniche e gli strumenti che possono aiutarci per svolgere questa attività.
Come ottimizzare immagini SEO
Prima d’inserire una foto all’interno del nostro contenuto è necessario capire cosa vogliamo ottenere con quell’immagine.
Dato che possono essere visualizzate in anteprima è consigliato sceglierle con molta attenzione e possibilmente univoche, una best practice è quella di porsi delle domande, come ad esempio: “Se i nostri utenti ricercano visivamente i nostri contenuti, come possono effettuare la ricerca? Quale anteprima potrebbe essergli utile trovare, per approfondire l’argomento?…”
Una volta capito lo scopo possiamo ottimizzare immagini in ambito SEO.
È finalmente arrivato il momento di descrivere gli elementi fondamentali e imprescindibili che contribuiscono efficacemente all’indicizzazione delle immagini SEO.
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Nome del file
Rinominare le immagini in SEO significa attribuirgli un’identità. Una volta scelta l’immagine da utilizzare, l’ottimizzazione dell’immagine in chiave SEO parte dalla scelta del nome del file: il nome dell’immagine deve contenere delle keyword, essere breve e descrittivo di ciò che contiene, unico per evitare un’attribuzione di file progressivi e dunque numeri e diciture senza senso e le parole inserite devono essere separate da un trattino alto.
Nella pratica: in presenza di una foto con un cane, il nome file sarà per esempio: “cane-labrador” che fornisce indicazioni specifiche sul contenuto dell’immagine, il tutto obbligatoriamente separato da trattini in presenza di titoli composti da più parole. Tutto questo permette di creare un URL stabile e descrittivo che aiuta immediatamente Google a capire di cosa tratta l’immagine partendo dal soggetto principale della foto o dell’illustrazione e se dovesse ritenerlo pertinente alla query, potrebbe posizionare il nostro file tra i primi.
Testo Alternativo, attributo title e didascalia
Anche se il focus di questo contenuto è ottimizzare immagini SEO, non possiamo non accennare qualcosa in merito all’ottimizzazione dei testi in corrispondenza di queste foto e più precisamente mi riferisco ai titoli, alle didascalie, al nome dei file e tanti altri. Devi sapere che Google, nel mentre analizza una pagina, in contemporanea estrae delle informazioni per comprendere che cosa rappresenta la foto che abbiamo inserito, e per aiutarlo il più possibile, non ci resta che ottimizzare il testo a corredo di questi file. Attribuire un titolo indicativo del contenuto è uno dei primi suggerimenti utili per ottimizzare immagini per la SEO, infatti oltre a essere in relazione con la pagina, migliorano anche l’esperienza dell’utente.
Questo titolo viene riconosciuto come “Testo Alt” il cui scopo è fornire informazioni sull’immagine. Ne migliora l’accessibilità agli utenti qualora non sia disponibile per problemi legati al caricamento o al browser di navigazione e aumenta il potere attrattivo oltre che facilitare la chiamata all’azione del lettore.
Il tag alt ricopre un importante ruolo per ottimizzare immagini, perché è il testo che viene scansionato dallo spider di Google.
Cosa scrivere nell’alt-text?
Per avere un’immagine perfettamente ottimizzata per i motori ricerca, il tag alt deve descrivere in modo breve, chiaro e preciso il contenuto della foto, e solo quando il contesto lo consente, è utile l’inserimento delle parole chiave per il posizionamento. Tieni presente che rispetto al nome file questo testo non deve riportare i trattini alti per separare le parole. Il testo alternativo dovrebbe sempre essere illustrativo del contenuto che va a sostituire.
Secondo elemento necessario da ottimizzare è l’“Attributo title”, nonché il titolo dell’immagine il cui contenuto viene fuori semplicemente posizionando il cursore del mouse sull’immagine stessa. La piccola finestra che compare, sovrapposta all’immagine contenente il titolo, prende il nome di “tool tip”. Per scrivere un buon attributo title segui le stesse istruzioni che ti ho fornito per il testo alternativo. Una best practice è quella di differenziare il testo del tag Alt rispetto al testo dell’attributo title, che oltre a essere grammaticalmente corrette devono fornire informazioni diverse.
Infine, la didascalia è intuitivamente il testo che può in alcuni casi essere inserito, una specie di commento breve ma altamente esplicativo in calce a un immagine. Anche se non costituisce un elemento di posizionamento diretto delle immagini in SERP, essa aiuta a contestualizzare il file immagine caricato e supporta il search engine oltre a fornire informazioni aggiuntive al visitatore.
Ottimizzare immagini per il web vuol dire anche scrivere l’attributo title in modo coerente rispetto al contenuto dell’immagine, al testo alternativo e al nome file, eventualmente inserendo anche qualche informazione in più.
Compilare la didascalia risulta utile quando si intendono inserire varianti della keyword che contribuiscono all’ottimizzazione dell’immagine.
Ecco dove inserire il testo per ottimizzare immagini in WordPress, insieme al tag alt troviamo attributo title e didascalia.
Un consiglio che posso offrirti è quello di inserire le immagini più importanti nella parte superiore della pagina in modo da enfatizzarne la loro importanza e attirare immediatamente l’attenzione del lettore. È buona norma ottimizzare il tag alt e l’attributo title delle immagini pensando alla keyword per cui lo scopo è ottenere un buon posizionamento nella SERP. Bisogna fare attenzione a utilizzare la keyword nel testo solo se essa è rilevante rispetto all’immagine, altrimenti si può incorrere a delle penalizzazioni (keyword stuffing) e il sito potrebbe essere riconosciuto come spam.
Peso e dimensione del File
Ottimizzare immagini SEO fornisce valore aggiuntivo alla pagina e migliora l’esperienza utente del lettore, la quale potrebbe essere influenzata negativamente dall’eccessiva pesantezza delle immagini, con conseguente lentezza di caricamento ed errori di visualizzazione.
La pesantezza di un file indica lo spazio che questo occupa sull’hard disk e in quanto tale si esprime in Kilobyte e Megabyte. In ottica SEO è fondamentale considerare che la dimensione effettiva deve essere inferiore ai 100 Kb, anche se il massimo consentito da WordPress è di 2 MB. Ovviamente se all’interno del tuo contenuto sono presenti venti immagini, non inserirle tutte con dimensioni massime, pena la velocità di caricamento e influisce negativamente sulla user experience.
Altrettanto importanti sono le dimensioni dell’immagine che si esprimono invece in Pixel, parola che nasce dall’unione delle parole “picture element” ed è comunemente traducibile con punto. Un’immagine è creata da una serie di punti che sono dunque gli elementi costitutivi della foto stessa.
Le dimensioni di un file vengono segnalate con gli attributi height (altezza) e width (larghezza). Non posso fornirti delle dimensioni standard da utilizzare per tutte le immagini, perché data la possibilità dell’utente di visualizzare la foto da diversi dispositivi, ciò che potrebbe andar bene per il desktop, potrebbe non essere visualizzato correttamente da smartphone. Ovviamente alcuni browser sono in grado di ridurre le immagini in maniera automatica e in questi casi ti consiglierei di non eccedere di 800px in larghezza e di 400px in altezza specie se il contenitore in questione è un blog.
Velocità di caricamento delle immagini
Il caricamento, il peso e la user experience sono in relazione tra di loro. Più è pesante un’immagine, più lento sarà il suo caricamento e meno apprezzato sarà dagli utenti (soprattutto da navigazione mobile). Il tuo compito è quello di trovare il giusto compromesso tra qualità e peso delle immagini, in modo da non penalizzarne il caricamento.
Una soluzione per migliorare le prestazioni è il lazy-loading below-the-fold.
Con il termine lazy loading facciamo riferimento al caricamento delle risorse in modo asincrono, ovvero il far caricare le immagini solo in un determinato momento e quando utili all’utente, mentre il termine below the fold fa riferimento alla parte invisibile del display. In poche parole, quando l’utente accede al tuo contenuto, non gli vengono caricate tutte le immagini nello stesso momento, ma man mano che legge o scorre, queste si caricano nella sezione inferiore e gli appaiono nel momento in cui raggiunge la porzione di pagina.
Fai attenzione, se implementato nel modo sbagliato può influenzare negativamente l’indicizzazione delle immagini, motivo per cui è importante fare affidamento alle Sitemap (cosa che approfondiremo in un secondo momento).
Comprimere le immagini
Esistono due tipi di compressione: Lossy (con perdita) e Lossless (senza perdita dei dati). Per spiegarti meglio il primo riduce le dimensioni causando una perdita della qualità dell’immagine, mentre per il secondo non ci sono perdite.
Esistono diversi strumenti gratuiti che ti permettono di ottimizzare immagini per web online. Accedi al loro sito, carichi le immagini e le scarichi ottimizzate; semplice no?
Ecco i più conosciuti:
- Optimizilla: una volta caricati i file (JPEG, GIF e PNG), ti verranno mostrati in anteprima con un valore che indica la percentuale di perdita dei dati dell’immagine.
- Comprimilo: appena vengono trascinati i file (PNG e JPEG) il software le ottimizza in pochi secondi fornendoti diversi dati tra cui: il peso precedente e il nuovo, e la percentuale di perdita dei dati dell’immagine.
- Compressor: è forse il più completo, oltre a permetterti di ottimizzare immagini in JPEG, PNG e GIF come i precedenti, permette l’ottimizzazione dei file SVG e WEBP. Inoltre hai la possibilità di scegliere la tipologia di compressione: lossy, lossless o personalizzato (versione PRO).
Per ottimizzare immagini WordPress puoi utilizzare diversi plugin, che oltre a ottimizzare le foto già presenti sul tuo sito, ottimizzano anche quelle che verranno caricate in futuro. Attenzione, tieni presente che qualora decidessi di fare uso di questi strumenti, diminuisci sempre il peso e le dimensioni dell’immagine prima di caricarla, in modo che poi il plugin la ottimizzi ulteriormente. Questo perché caricando troppe immagini di grandi dimensioni (2MB) potresti consumare subito lo spazio sul disco dell’host web (se usi WordPress, un plugin che può aiutarti con la pulizia dei media è Media Cleaner).
Ti elenco ora i 4 migliori plugin per ottimizzare immagini in WordPress:
Tieni presente che la loro funzione è pressoché la stessa, scegli quella che pensi sia più adatto e semplice da utilizzare.
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Immagini responsive
Impiegare immagini responsive che si adattano correttamente ai dispositivi mobile (mobile-friendly) rappresenta un aspetto molto importante per la SEO. Le immagini che non vengono visualizzate correttamente e non offrono una buona esperienza di navigazione per l’utente aumentano la frequenza di rimbalzo, motivo per cui verranno penalizzate dal motore di ricerca in termini di indicizzazione dei contenuti.
Le immagini responsive risolvono il problema del caricamento lento.
Prendiamo in esempio di aver creato un blog e inserito diverse immagini di dimensioni visualizzabili da desktop. Per chi visualizzerà il contenuto su smartphone avrà problemi di caricamento perché le foto essendo di dimensioni enormi richiederanno una maggiore quantità di dati.
Come possono risolvere il problema, le immagini responsive?
Qualora non fosse presente sui browser la funzione automatica di riduzione dei media, si potrebbe prendere in considerazione di creare 3-5 diverse dimensioni di un’immagine e implementarle in modo che a seconda del dispositivo utilizzato dall’utente gli vengano mostrati i file corretti. Tieni presente che anche se miglioreranno le performance, sarà necessario inserire dei codici HTML in più che comportano una maggiore occupazione dello spazio sul server.
Un’altra soluzione sarebbe quella di utilizzare i CSS e impostare la larghezza delle immagini con il codice “max-width:100%” o altrimenti fare utilizzo dei tag <img> tra cui srcset, sizes e src.
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Ridimensionare le immagini
Come ti accennavo precedentemente anche i più esperti sottovalutano il potere di ottimizzare immagini e spesso commettono l’errore di non ridimensionare l’immagine prima di caricarla sul sito. Google fornisce due tipi di approccio che fanno uso di CSS units, permettendo di migliorare le prestazioni senza penalizzarne la qualità:
- Buon approccio: partiamo con le unità relative che permettono di ridimensionare le immagini con una misura adatta a tutti i tipi di dispositivi possibili e poi passiamo a impostare le unità assolute. Quindi a seconda del dispositivo utilizzato, le due unità trovano una corrispondenza e mostrano all’utente l’immagine adatta.
- Miglior approccio: il primo step è quello di impostare le unità assolute tramite i srcset e sizes e poi, con l’inserimento di immagini responsive, si impostano le unità relative. In questo caso si parte dal presupposto che l’immagine di partenza (adatto a schermi di grandi dimensioni) risulterà inutile per i dispositivi di piccole dimensioni, cosa che viene corretta grazie alla presenza delle immagini responsive.
Il web mette a disposizione diverse risorse, alcune delle quali open source, che permettono di ottimizzare le dimensioni delle immagini per la SEO. Fra queste vale la pena citare software di photo editing gratuito come Gimp o tool di editing online come Pixlr che permettono di comprimere e scalare le dimensioni delle immagini.
Per ridimensionare le immagini si possono utilizzare anche Photoshop e Fireworks, tutti e due di casa Adobe, nonostante le modifiche pazzesche che riescono ad apportare hanno come pecca quella di essere a pagamento.
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Qualità immagine
Hai mai fatto caso al fatto che mentre scorri i feed sui vari social, a un certo punto ti fermi perché un media ha catturato particolarmente la tua attenzione? I dettagli dell’immagine, i colori e gli elementi che la compongono ti portano a leggere il testo che accompagna quella foto.
Ecco, se anche a te è capitato, comprenderai quindi che usare immagini di alta qualità e nitide serve ad attirare gli utenti verso un contenuto in modo che quelli dei competitors vengano ignorati. Ricorda però che, come abbiamo visto, maggiore è la qualità di un’immagine e maggiore sarà il suo peso.
Il mio consiglio è quello di mantenere l’unità tra gli 80 e 85, sono immagini con una buona qualità che ti consentono comunque di competere con gli altri.
Formati
Un’immagine per il web può presentarsi in una molteplicità di formati, ognuno dei quali grazie alle sue caratteristiche si presta a un utilizzo diverso. I formati più usati per ottimizzare immagini SEO sono i seguenti.
- JPEG (.jpg): è sicuramente il formato più diffuso, definito anche SEO friendly, e costituisce un buon compromesso tra resa della definizione e dei colori e peso del file. Esistono anche i cosiddetti PJPEG o Progressive JPEG, sono particolari in quanto la compressione avviene in un modo speciale che fa sì che il browser carichi le foto o i grafici in modo diverso rispetto ai JPEG normali. Questo tipo di file è consigliato per foto e screenshot.
- PNG: mantiene una qualità maggiore rispetto a JPEG, e i file sono tendenzialmente più pesanti, ma è l’ideale per preservare trasparenze che altrimenti non sarebbero supportate. Ne esistono di due tipi PNG-8 e PNG-24. Questo formato è consigliato per immagini con elevati dettagli e risoluzioni.
- WebP: è un formato di compressione per il web sviluppato e consigliato da Google che permette qualità comparabile a PNG a fronte di un peso inferiore del 20-30%. Permette anche di salvare le immagini con una compressione simile a quella del JPEG, a fronte di una riduzione del peso. Pensa che anche YouTube e Facebook hanno implementato questo formato nei loro siti, ed entrambi confermano la riduzione del tempo di caricamento del sito.
- GIF: dotate di trasparenza e animate mediante l’applicazione di una forma di compressione che non perde dati. È usata prevalentemente per le animazioni grafiche e per le immagini piccole, come le icone. Questo tipo di file andrebbe utilizzato solo per inserire nella pagina delle animazioni semplici che non richiedono una notevole presenza di colori, si consiglia comunque di comprimerle prima del caricamento.
- SVG: lo standard per loghi e icone vettoriali (cioè scalabili senza nessuna perdita di qualità).
- BMP: è un formato non compresso che è stato progettato per visualizzare immagini con qualità elevate su Windows con la funzione di archiviare file foto stampabili.
La compressione e l’utilizzo dei vari formati, nonché l’ottimizzazione dei meta tag dell’immagine e del nome file, agevola la scansione dell’immagine da parte dei motori di ricerca e incrementa la possibilità di posizionamento di una pagina in SERP.
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Dati strutturati
I dati strutturati, definiti anche structured data, sono meta-informazioni che vengono inserite nel codice HTML e hanno il compito di fornire dei dati aggiuntivi per consentire al motore di ricerca di classificarne il contenuto e per comprenderne meglio il concetto.
Esistono diversi tipi di dati strutturati: se i tuoi contenuti trattano di ricette, puoi etichettarli inserendo nel codice HTML i dati strutturati Recipe, se si tratta di un e-commerce puoi inserire i dati strutturati Product, per articoli di notizie puoi implementare News Article e tanti altri.
Qual’è la relazione tra i dati strutturati e ottimizzare immagini SEO?
Innanzitutto danno un enorme vantaggio al sito, in quanto trattando di argomenti specifici e riconosciuti dai motori di ricerca riusciamo a ottenere traffico più mirato e poi perché l’inserimento dei dati strutturati permette di far apparire un badge o un’icona in basso alla tua immagine, qualora apparisse tra i risultati di Google Images.
Sitemap Immagini
Utilizzare una Sitemap per le immagini aumenta notevolmente la possibilità che le immagini vengono mostrate nei risultati di ricerca di Google Images. La Sitemap suggerisce a Googlebot (spider web di Google) le immagini che vogliamo indicizzare nel motore di ricerca più utilizzato dagli utenti.
CDN
Il CDN (Content Delivery Network) ha lo scopo di consegnare all’utente i media senza che questi abbiano un ritardo nel caricamento. Velocizza un sito, trasformando, ottimizzando e consegnando le immagini all’utente in versioni personalizzate quando necessarie.
Online sono presenti diverse reti CDN spetta a te scegliere quale implementare. Tieni sempre presente il prezzo, l’assistenza, i documenti, la velocità e la facilità di installazione.
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Ottimizzare le performance tramite una user experience migliore
Passiamo ora ad approfondire altri elementi che contribuiscono, oltre al lato SEO, anche a ottimizzare immagini nel web.
Ricorda prima di tutto per far in modo che le tue immagini ottengano visibilità in Google Immagini, devi prima di tutto migliorare la user experience, cosa che possiamo fare in 6 step:
- Fornire un buon contesto. Abbiamo visto precedentemente che oltre a inserire delle immagini pertinenti all’argomento, è importante che forniscano valore aggiunto al contenuto. Se il nostro articolo tratta di ricette non possiamo inserire foto di veicoli, in quanto non coerenti con l’argomento.
- Ottimizzare il posizionamento. Scegli bene dove posizionare le immagini, devono stare vicino al testo pertinente e ricorda che nella parte superiore della pagina una best practice è quella d’inserire le immagini più rilevanti che possano attirare l’attenzione dell’utente.
- Non inserire molto testo all’interno delle immagini. Google stesso sconsiglia l’inserimento di testo importante all’interno delle foto, perché non tutti possono accedervi e anche perché non è possibile tradurne il contenuto.
- Ottimizzare il sito. Non solo le immagini devono essere di qualità ma anche il sito stesso in cui vengono inserite, creare siti informativi e di alta qualità sono la base per far in modo che le immagini vengano per lo meno prese in considerazione da Google Immagini.
- Creare siti compatibili con diversi dispositivi. Con l’evoluzione della tecnologia, le ricerche non vengono più eseguite solo da desktop, il che ha portato a creare siti che siano compatibili con diversi dispositivi. Il più utilizzato è lo smartphone motivo per cui Google valuta positivamente i siti mobile friendly.
- Creare URL stabili con una buona struttura. Qualora sia necessario cambiare immagine una best practice è quella di utilizzare il redirect 301 (rientra tra i codici di stato HTTP) in modo da non variare più volte un URL nel caso fosse necessario effettuare delle variazioni.
Conclusioni
Il mondo SEO è complesso e articolato, nulla va lasciato al caso come emerso da quanto scritto nei paragrafi precedenti. Fornire una guida per chi inizia ad ottimizzare immagini per la SEO può essere una sfida interessante e che amplia notevolmente i margini d’intervento per chi intende specializzarsi in un nuovo settore o chi vuole ricominciare adattandosi alle richieste del mercato professionale.
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